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“La Camera, con il voto di fiducia, ha approvato l’aumento della percentuale di succo dal 12 al 20% nelle bevande a base di frutta (tra cui rientrano le c.d. Aranciate) estendendolo anche ad alcune bevande senza succo (quali acque toniche e aperitivi analcolici aromatizzati al limone). Le imprese che operano in Italia, rappresentate da ASSOBIBE e MINERACQUA, sono allibite ed indignate che un provvedimento, inutile sotto il profilo sanitario e dannoso per le conseguenze sull’economia e sull’occupazione, sia stato assunto senza tener conto delle esigenze più volte rappresentate. Di fatto una ennesima tassa occulta con, inoltre, serie limitazioni alla produzione, alla competitività, alla crescita, e che favorisce fenomeni di importazione da altri Paesi non assoggettati a tali vincoli.

Annuario Bevitalia Acque Minerali, Bibite e Succhi Beverfood 2008/09

Guida Bevande Frutta BeverfoodPur condividendo l’esigenza di promuovere il consumo di frutta fresca, la ricetta pensata appare inadeguata e distonica. Le occasioni di consumo e i motivi di scelta di una bibita rinfrescante gassata sono diversi da quelli di chi è orientato a quantità di frutta maggiori e che trova già sul mercato alternative quali succhi 100%, spremute e nettari.
Non c’è nulla di sanitariamente rilevante nella disposizione approvata, anzi c’è, ed è la possibilità che per alcune bevande si debba aggiungere dello zucchero per compensare l’aumento del 67% del succo stesso (dal 12 al 20%) e ciò in stridente contraddizione con l’attenzione al bilancio calorico, così come inevitabile l’aumento di conservanti (indispensabili se si aumenta la quantità di succo di frutta),dei costi alla produzione ed al consumatore finale. E’ inaccettabile che si decida di modificare una legge senza prima sentire l’industria circa le possibilità reali di realizzare la modifica, i tempi necessari ed i costi, viste le inevitabili ricadute sui prezzi al consumo in una congiuntura economica gravissima. Con queste previsioni si mettono a rischio 3.000 posti di lavoro. Se l’Unione Europea non intervenisse non è difficile pensare che la produzione – in taluni casi – potrebbe essere spostata in altri Paesi europei e realizzata, come oggi avviene, con una percentuale di succo del 5%. Le piccole e medie imprese non avrebbero invece scelta se non dismettere le produzioni”.

Fonte. www.agenparl.it

Il commento di Andrea Ghiselli, dirigente di ricerca, Inran
Da un punto di vista nutrizionale, qualsiasi iniziativa volta ad incrementare il consumo di frutta – alimento particolarmente importante che dovrebbe far parte dell’alimentazione quotidiana – non può che essere accolta favorevolmente. Tuttavia, i benefici per la salute derivanti dall’innalzamento della percentuale di succo nelle bevande analcoliche dal 12 al 20% sarebbero trascurabili e bisogna mettere bene in evidenza che questi prodotti non possono né devono sostituire la frutta (e la verdura) nel ruolo di importanti ed essenziali fonti di vitamine, fibra e sali minerali. La scelta di una bevanda rinfrescante a base di succo è probabilmente legata a momenti ed occasioni diverse rispetto al consumo di frutta di cui non deve rappresentare un competitor.

+info:

La posizione di Cia: con la fiducia al decreto salva la norma che prevede più frutta nelle bevande
Il voto di fiducia sul decreto sanità, annunciato dal governo, salva la norma che prevede più frutta (dal 12 al 20 per cento) nelle bevande. E’ una misura importante soprattutto sotto il profilo salutare. Tutela, quindi, i consumatori, ma anche gli agricoltori che vedranno valorizzati e salvaguardati i loro prodotti. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori che aveva criticato il parere negativo espresso su tale norma dalla Commissione Attività produttive della Camera. La misura sulla frutta nelle bevande -avverte la Cia- dovrebbe entrare in vigore nove mesi dopo l’approvazione del decreto, previa, comunque, il via libera da parte dell’Unione europea. Auspicio è che Bruxelles non ponga ostacoli a un provvedimento che tutela la salute ed esalta la qualità delle produzioni. Tuttavia, proprio per una corretta informazione nei confronti dei consumatori e per meglio salvaguardare i nostri produttori di frutta, sarebbe quanto mai opportuno, secondo la Cia, che nei decreti attuativi del provvedimento si possa rendere più visibile la filiera italiana dei succhi di frutta. Accrescere la presenza di frutta nelle bevande -rileva la Cia- contribuisce a rendere l’alimentazione sempre più sana. Un maggior consumo di frutta, come riconosciuto dai medici, è, infatti, salutare, soprattutto per i bambini, e può contribuire a ridurre e a contrastare molte malattie, a cominciare dall’obesità. +info: www.cia.it

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