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Il 16 luglio 2014 Coca Cola HBC Italia ha aperto una procedura di licenziamento collettivo per 249 dipendenti dell’area commerciale, a cui vanno sommati i 57 esuberi derivanti dalla chiusura della struttura di Campogalliano (Mo). Lo comunicano Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil di Milano, in una nota nella quale precisano che: “E’ il terzo anno consecutivo che Coca Cola decide di ridimensionare gli organici, una cura dimagrante che ha causato la perdita del posto di lavoro a più di 1000 dipendenti: nel giro di pochi anni Coca Cola in Italia è passata da oltre 3000 dipendenti a poco più di 2000”.

“Struttura produttiva, assistenza tecnica, sede amministrativa e ora struttura commerciale sono state fortemente ridimensionate, e non c’è alcun segnale che sia finita qui! E’ evidente che Coca Cola non considera più strategico il nostro Paese, o quanto meno non ritiene più opportuno reinvestire in termini occupazionali una parte di quegli utili che ogni anno l’Italia garantisce al Gruppo. Nel 2013, pur in presenza di una situazione di crisi, la divisione italiana ha generato ben 70 milioni di euro di utili”.
Il ruolo dell’Italia, a loro avviso, “è quindi quello di un bancomat, dove si passa soltanto a prelevare per fare occupazione in altri luoghi d’Europa, luoghi dove i diritti e i salari dei lavoratori sono nettamente inferiori a quelli italiani, francesi, spagnoli e tedeschi. E’ questa, ad esempio, la motivazione dichiarata dall’azienda a base del trasferimento delle attività amministrative dal nostro Paese alla sede di Sofia; e poco importa che tale trasferimento non garantisca le efficienze della sede italiana; visto che Coca Cola è affezionata soltanto al risparmio in termini salariali, e non già alla buona occupazione”.

Queste sono le forti argomentazioni sostenute da FAI-FLAI-UILA nell’incontro in Assolombarda del 25 luglio per respingere la procedura di mobilità, per convincere la Società a mettere in campo investimenti e strumenti alternativi ai licenziamenti, strumenti che potrebbero gestire efficacemente eventuali necessità riorganizzative della struttura di vendita. “…la direzione Coca Cola ha dichiarato l’indisponibilità a ritirare la procedura di licenziamento, limitandosi a qualche generico e fumoso impegno a ricercare strumenti non traumatici per gestire i licenziamenti, e facendo riferimento semplicemente ad esigenze di pragmatismo, irrispettose del destino di centinaia di lavoratrici e lavoratori. A fronte di queste dichiarazioni il coordinamento nazionale ha deciso una serie di iniziative, a partire dallo sciopero di 8 ore con presidio davanti ad Assolombarda il giorno 31 luglio, quando si terrà l’incontro tra organizzazioni sindacali e azienda”.

+info: www.rassegna.it/articoli/2014/07/28/113648/coca-cola-milano-31-7-sciopero-di-8-ore-e-presidio

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