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L’Italia del vino che conta porta il marchio Confagricoltura: dalle griffe più blasonate del “made in Italy” enoico alle piccole cantine emergenti, la più importante Organizzazione d’Italia nella rappresentanza degli interessi del vino tricolore, guidata dal presidente Federico Vecchioni, distribuita su tutto il territorio italiano, costituisce letteralmente la “grande Italia del vino” e, quest’anno, da Vinitaly (Verona, 3/7 aprile), rilancia la sua immagine con un programma high style.

“E’ una fetta importante del territorio vitivinicolo italiano – spiega il presidente, Federico Vecchioni – quella rappresentata da Confagricoltura: siamo orgogliosi di poter dichiarare che, l’eccellenza enologica del Bel Paese, quella che si trova sui principali e più importanti mercati del mondo, porta il nostro marchio”.Un settore, quello dell’enologia che sta dando concreti risultati non solo dal punto di vista del business generale – l’Italia del vino muove un giro d’affari annuo pari a 10.000 milioni di euro – ma anche in termini di valorizzazione dei territori agricoli, di recupero, tutela e rivalutazione dei centri che ruotano intorno ad aziende grandi e piccole.

Scenari e tendenze, business e servizi, internazionalizzazione, tasting: ecco i sei pilastri dell’articolato progetto “Confagricoltura, la grande Italia del vino”, finalizzato non a creare iniziative tanto spettacolari quanto effimere, ma a sostenere, valorizzare, promuovere, presentare a mercati vecchi e nuovi tutte le cantine di Confagricoltura e a dare loro la possibilità di acquisire nuovi strumenti, per essere sempre più competitive in un mercato in continua evoluzione.
Così a Vinitaly, evento enologico mondiale di business e marketing, dove su 3.947 espositori italiani, oltre 1.700 sono targati Confagricoltura, sicura della “copertura” sui migliori terroir del vino, l’Organizzazione delle imprese agricole mette in campo un serie di eventi: dalla ricerca del sociologo Giampaolo Fabris su “Trend nazionali e internazionali di consumo”, alle testimonianze di personaggi del calibro di Hugh Johnson e Thierry Desseauve, da “itinerari a tema in fiera” (La Via “en rose” Preziosi e curiosi –i vitigni rari, I new wines, Il vino delle signore…) ad incontri con buyers di Paesi emergenti (Polonia, Estonia, Lituania, Ucraina, Lettonia), dal convegno “Il vino nel mercato globale” ad originali tasting, fino all’info wine point, vero e proprio motore di ricerca delle cantine Confagricoltura.

Se la promozione del territorio è la prima carta da giocare nel “business & marketing”, la formazione derivante dalla conoscenza non può che essere la seconda: sarà Hugh Johnson, guru dell’enologia mondiale e autore della guida dei vini più importante e più venduta al mondo, a tenere a battesimo il convegno “Il vino nel mercato globale”. Hugh Johnson che, dal 1977 ad oggi, ha venduto oltre 20 milioni di libri farà il punto su un mondo, quello dell’enologia, che, mai come adesso, sta allargando geograficamente i propri orizzonti, costringendo i produttori a rimettersi in gioco ed a confrontarsi con queste nuove realtà. Dopo il punto di vista britannico sarà la volta di quello francese, con la comunicazione di Thierry Desseauve, autorevole critico enologico d’Oltralpe, che rappresenterà un’ideale controparte del Master of Wine inglese. Ad aprire il convegno (che sarà moderato dalla giornalista Ilaria d’Amico, volto di Sky e La7) Federico Castellucci, direttore generale dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (Oiv), che analizzerà la tematica da un punto di vista più internazionale. Chiuderanno i lavori il presidente della Confagricoltura Federico Vecchioni e il ministro per le Politiche agricole Paolo De Castro.

Il monitoraggio e l’analisi dei trend di mercato rappresentano da sempre una delle più importanti carte da giocare nel poker degli investimenti di un imprenditore: è con quest’ottica che Confagricoltura, commenterà al Vinitaly i primi risultati della ricerca su “Trend nazionali e internazionali di consumo”, commissionata alla società GPF di Giampaolo Fabris, prestigioso istituto internazionale, sul cambiamento socioculturale, sui consumi e sulla comunicazione d’impresa. Lo studio metterà in luce come cambia il rapporto del vino nella società italiana e nel mondo, contemplando, quindi, le concrete prospettive per il marketing delle aziende vitivinicole. Non solo teoria del business, però: nella “sei giorni” di Verona sarà attivo nell’area di Confagricoltura uno sportello, che darà un’opportunità concreta alle imprese di entrare in contatto con mercati. Trenta buyer provenienti da Lettonia, Estonia, Lituania, Polonia e Ucraina, selezionatie coordinati da Confagricoltura (con la collaborazione degli Uffici ICE di Kiev e Varsavia e della società N&G Intermediazioni, specializzata del mercato vitivinicolo delle Repubbliche Baltiche) realizzeranno incontri di affari bilaterali con 60 aziende vitivinicole italiane, in base ad un puntuale e complesso calendario.

Una serie di “itinerari a tema”, poi, guiderà operatori di tutto il mondo alla scoperta della “grande Italia del vino”: con mappe alla mano, create al momento o predeterminate, sarà possibile seguire un sentiero in mezzo ai vigneti delle griffe del “made in Italy” enologico, idealmente trasferiti a Vinitaly. Ma non saranno solo gli itinerari ad avere un tema: sei speciali degustazioni a tema permetteranno l’esplorazione sensoriale guidata di vere e proprie eccellenze enoiche di casa nostra, arricchite dall’analisi organolettica comparata dei vini selezionati. Le imprese agricole di Confagricoltura rappresentano oltre il 45% del valore della Produzione Lorda Vendibile dell’agricoltura (48 miliardi di euro complessivi) e del suo valore aggiunto (32 miliardi di euro) e coprono il 38,5% (5 milioni di ettari) della superficie agricola utilizzata (13 milioni di ettari).

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