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Tratto da Punto di Congiuntura Mondiale OIV dell’ottobre 2009
Documento pubblicato da Organizzazione Internazionale della Vite e del VinoReso disponibile per il download gratuito su
www.oiv.int

SOMMARIO: Come l’anno scorso, gli elementi di congiuntura disponibili in questo periodo dell’anno permettono solo una stima del livello di produzione del vino. Infatti, se la vendemmia dell’emisfero sud è in cantina da aprile, quella dell’emisfero nord volge alla fine. Questi risultati devono dunque essere considerati dal lettore solo come indicativi e passibili di variazioni non trascurabili.
SUPERFICIE DEI VIGNETI -PRODUZIONE GLOBALE DI VINO – CONSUMI GLOBALI DI VINO

per scaricare la nota di congiuntura mondiale completa OIV del marzo 2009, relativa ai dati statistici del settore per il 2008 (13 pagine complete di grafici e tabelle) si rimanda a:
news.reseau-concept.net/images/oiv_it/Client/OIV_Point_de_conjoncture_octobre_2009_IT.pdf

+info: OIV – Relazioni con la Stampa Tel : +33 (0)1 44 94 80 88 Fax : +33 (0)1 42 66 90 63 data@oiv.int

Rifer. Temporale: ottobre 2009

SUPERFICI VITIVINICOLE
Benché le superfici 2009 dei paesi dell’UE a 27 non siano ad oggi ancora conosciute, bisogna notare che l’attuazione della nuova OCM ha portato al primo anno della nuova procedura d’abbandono definitivo, che, si ricordi, viene rinnovata solo per 3 campagne. Questa prima campagna di attuazione (2008/09) è stata accompagnata da un livello di premio particolarmente attraente all’inizio del periodo, che ha portato i produttori degli Stati membri a chiedere di poter beneficiare di questa misura in proporzioni molto importanti, dato che 160 mha di richieste d’abbandono definitivo sono state formulate a livello dell’UE a 27. Tenuto conto del budget assegnato a questo primo anno d’applicazione della misura, il coefficiente di riduzione applicato a queste richieste è stato del 54,1%, tanto che solo 73 mha sono stati dichiarati ammissibili al finanziamento comunitario.

I principali paesi dell’UE interessati sono la Spagna (riduzione attesa prossima a 45,0 mha sotto la sola influenza dell’attuazione del regolamento comunitario), l’Italia (11,9 mha), la Francia (10,3 mha, ma in seguito ad una ripresa dell’abbandono definitivo anticipato di 3 anni sugli altri Stati membri), il Portogallo (2,3 mha) e l’Ungheria (1,5 mha). Nella misura in cui una grandissima maggioranza di queste richieste ammissibili dovrebbero essere onorate e che potrebbero, inoltre, essere accompagnate da estirpazioni complementari, la riduzione del vigneto dell’UE a 27 potrebbe essere compresa tra 70 e 80 mha, il che, relativamente ad un vigneto comunitario a 27 valutato nel 2008 a 3804 mha, rappresenterebbe, nel centro della forcella di stima, un recesso del circa 2% per avvicinarsi nel 2009 a 3730 mha. Questa prevedibile importante riduzione delle superfici non è priva di legame con il mantenimento di un livello di produzione debole 2009 al livello dell’UE a 27, e questo per il 3° anno consecutivo. NB : il secondo anno di attuazione della misura dovrebbe portare tra il 2009 ed il 2010 ad un nuovo recesso del vigneto dell’UE a 27 valutato, in prima analisi, dopo riduzione delle richieste non finanziabili sul piano comunitario, a circa 55 mha.

Il ritmo globale di crescita delle superfici piantate globalmente nell’emisfero sud e negli USA ha globalmente rallentato rispetto a ciò che era stato osservato verso l’anno 2000 ; e potrebbe addirittura globalmente diventare nullo tra il 2008 e il 2009. In effetti, tra il 2008 e il 2009, l’Argentina ed il Cile potrebbero conoscere una leggera progressione, il Brasile e la Nuova-Zelanda, una stabilizzazione della grandezza del loro vigneto, ma il Sudafrica conoscerebbe un’erosione delle superfici piantate in viti dal 2006. Inoltre, il dibattito professionale in Australia, confrontato ad una congiuntura difficile, affronta la questione di un’eccedenza delle superfici viticole, considerando che tra il 2007 ed il 2008, il vigneto australiano è leggermente retrocesso. Benchè l’informazione in materia di superfici piantate nel 2009 sia lungi dall’essere esauriente, la superficie totale del vigneto dell’insieme dei paesi non asiatici fuori UE potrebbe dunque essere molto vicina a quella del 2008.

Così, come indicato l’anno scorso, se il ritmo di sviluppo del vigneto cinese (soprattutto da tino) rallenta e se lo sfaldamento del vigneto turco continua, è l’evoluzione in calo del vigneto dell’UE a 27 che dovrebbe dare tra il 2008 e il 2009 il senso dell’evoluzione del vigneto mondiale, che potrebbe pertanto raggiungere perfino l’1%.

Databank Database Tabella csv excel xls Case Vinicole Cantine

PRODUZIONE DEI VINI (ESCLUSI SUCCHI & MOSTI) :
Sul piano dell’UE a 27 vanno segnalate 3 vendemmie deboli 2007, 2008 e 2009, dopo delle produzioni 2005 e 2006 equivalenti, che si potevano qualificare medie sul livello quantitativo. La previsione francese per il 2009 s’iscrive in sensibile aumento (+ 4,1 Miohl + 9% /2008) rispetto alla debole produzione dell’anno precedente (41,6 Miohl). Essa resta modesta : 45,7 Miohl (anche se di fatto integra gli effetti accumulati di 4 campagne successive di estirpamento che hanno ridotto di circa 50 mha il potenziale di produzione di questo paese dal 2005).

Le previsioni di produzione del Portogallo, della Romania, e della Bulgaria sono nel 2009 in aumento rispetto a quelle del 2008. L’Italia, la Spagna e la Germania s’iscrivono in recesso rispetto ai risultati del 2008 con rispettivamente 45,5 Miohl (-3%/2008), 34,2 Miohl (-6%) e 9,4 Miohl (-6%). Così, la produzione globale dell’UE a 27, valutata nel centro della forcella di stima a 160,6 Miohl esclusi succhi e mosti, s’iscrive in leggerissimo aumento (di 1,1 Miohl, cioè +1%), rispetto alla produzione modesta del 2008 (159,5 Miohl).

Fuori dall’UE a 27 (sempre in assenza d’informazioni congiunturali sulla Cina), dopo un recesso nel 2007, dovuto in particolare all’importante impatto della siccità in Australia, i paesi dell’insieme « emisfero sud / USA + Svizzera » avevano ritrovato nel 2008 un livello di produzione leggermente superiore a quello del 2006. La produzione 2009 s’iscrive in leggerissimo recesso rispetto al risultato 2008, e dunque ad un livello paragonabile a quello del 2006.

Quest’evoluzione globale è il riflesso di evoluzioni un poco contrastate:

…Gli USA registrerebbero una produzione di vini 2009 in progresso abbastanza netto rispetto alla produzione piuttosto modesta del 2008 (20,6 Miohl esclusi succhi e mosti, contro 19,33 Miohl cioè : +6,6%). Questo risultato non è ottenuto da una produzione globale di uva fresca in aumento, ma da un orientamento di una parte apparentemente in crescita di queste uve verso la vinificazione, sapendo che le produzioni di uva da tavola ma soprattutto di uve secche sono tradizionalmente importanti in questo paese.

…Il Cile e la Svizzera conoscerebbero nel 2009, relativamente al 2008, dei livelli di produzione di nuovo importanti (rispettivamente 8,8 e 1,1 Miohl, cioé +1,4 e +2,8% / 2008). Così pure per la Nuova-Zelanda (quasi equivalenza della produzione 2009 con il livello molto elevato del 2008) e per il Sudafrica che, nonostante un recesso della produzione di uve da vino raccolte, mantiene la sua produzione vinicola del 2009 quasi al suo livello, anch’esso alto, del 2008, e ciò, specialmente diminuendo la quantità di prodotti non vinificati (9,9 Miohl di vini nel 2009 contro 10,3 Miohl nel 2008 cioè -3,5%).

…Ciò nonostante le produzioni 2009 in Argentina, in Brasile ed in Australia s’iscriveranno verosimilmente in recesso, talvolta sensibile, rispetto a quelle del 2008 (rispettivamente -5%, -13% e -6%). Notiamo che in Australia, questo risultato è ottenuto nonostante un recupero in fine di campagna del deficit di produzione previsto inizialmente, dovuto soprattutto ad una migliore gestione dell’acqua.

Mediante un’ipotesi di variabilità del 10% del livello di raccolta 2008 dei paesi di cui non si hanno dati nel 2009, queste informazioni portano a proporre una produzione dei vini 2009 mondialmente compresa tra 262,8 e 273,1 milioni d’hl (268,0 Miohl nel centro della forcella di stima). L’evoluzione relativa 2009/2008 è dunque compresa tra -1,9 e +2,0%, e, quindi in media, quasi identica alla produzione vinificata del 2008 (livello provvisorio : 267,8 Mio d’hl). Quest’evoluzione porta ad un livello mondiale di disponibilità in vini che si può definire modesta a causa della combinazione di un livello di produzione di nuovo debole e di stock di riporto che dovrebbero essere ancora modesti sul piano globale, anche se l’analisi ci guadagnerebbe ad essere effettuata per segmenti di mercato.

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CONSUMI
Per cercare di avvicinare, anche solo sul piano globale, la natura della situazione congiunturale dell’anno 2009 e dell’inizio della campagna 2009/2010 nell’emisfero nord, dobbiamo cercare di avvicinarci al livello di consumo mondiale dei vini nel 2009. In questo momento dell’anno, non disponiamo evidentemente d’informazioni consolidate sul livello di consumo dei principali mercati. Dunque facciamo qui ricorso ad una proiezione del livello del consumo mondiale a partire dall’inversione di tendenza osservata nell’evoluzione della domanda a partire dalla seconda metà degli anni Novanta. Quest’esercizio per il 2009 è pericoloso. In effetti i primi segni della crisi economica mondiale, percettibili già dall’ultimo trimestre 2008, hanno portato ad un declino certamente modesto ma tuttavia sensibile del livello di consumo 2008 relativamente a quello del 2007, ma anche ad un declino del livello degli scambi mondiali sullo stesso periodo.

Pertanto, possono essere valutati 2 scenari :
…un primo considerando che, nonostante la crisi economica, l’evoluzione tendenziale all’aumento del consumo mondiale in volume non viene messa in causa (l’evoluzione recente della domanda interna sul mercato americano illustra abbastanza bene quest’opzione: proseguimento della crescita dei volumi acquistati, ma calo dei prezzi medi d’acquisto)
…un secondo considerando che l’anno 2009 esprimerà sul mercato vinicolo la depressione intravista alla fine del 2008 e che di conseguenza, soprattutto sotto l’effetto di una diminuzione del volume degli scambi, il livello di consumo, particolarmente dei paesi importatori più marcati dalla crisi, avrà un reflusso, portando così il livello di consumo 2009 ad iscriversi di nuovo in calo rispetto al livello provvisorio del 2008 (l’evoluzione in calo delle importazioni dei paesi come la Russia o l’Irlanda illustra questa seconda opzione).

Quindi se si opera una valutazione del livello del consumo mondiale di vino per il 2009 compreso tra 241,0 e 251,5 Miohl, si può allora inquadrare l’ampiezza dello scarto « produzione – consumo ». (NB : Ricordiamo qui che questa divergenza non è interamente assimilabile ad un’ eccedenza, tenuto conto delle necessità industriali.) Queste dovrebbero, nel 2009, situarsi ad un livello molto basso nel centro della forcella di stima (21,7 Mhl) ma compresa in una forcella a sua volta ampia, compresa tra 11,3 e 32,1 Mio d’hl, cioè inferiore di 1,2 Miohl a quello debole del 2008 (22,9 Miohl), a causa della combinazione del mantenimento della produzione mondiale ad un livello equivalente a quello dell’anno scorso e di un’apertura verso il basso della forcella di stima della richiesta mondiale.

Se la campagna 2007/2008 (cfr. le curve di prezzo), combinando un livello di produzione debole e un livello di consumo elevato, si era tradotta in un fremito per l’aumento del corso dei vini da tavola senza indicazione geografica (e quindi all’epoca senza indicazione di vitigno) allo stesso tempo nei rossi / rosati e nei bianchi, la congiuntura, specialmente a partire dalla metà della campagna 2008/2009, si traduce in una diminuzione netta dei corsi e ciò nonostante la produzione 2008 di nuovo globalmente modesta, anche se la posizione relativa dei prezzi in Francia riflette parzialmente la debole produzione 2008.

In un primo approccio, e nella misura in cui la domanda, specialmente sul mercato delle acqueviti di vino e brandy, resterebbe al suo livello passato nonostante la crisi, le necessità industriali dovrebbero essere in grado di « consumare » lo scarto mondiale « produzione / consumo » dei vini, anche in cima alla forcella di stima di questa divergenza. Tuttavia ciò non significa, come indicato ogni anno, che su certi segmenti di mercato o in certi paesi, soprattutto in funzione delle variazioni della domanda potenzialmente rapide sotto l’effetto della crisi, l’insieme dei prezzi dei vini si tenderà.

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