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C’era una volta a Ostheim, nella parte bavarese della riserva naturale di Hohe Rhoen, un piccolo birrificio familiare, che stentava a mantenere le proprie produzioni a causa della crescente competizione. Alla fine degli anni ’80 la situazione precipitò e la famiglia del mastro birraio Dieter Leopold decise di aprire una discoteca all’interno dello stabilimento. Ma Leopold non si rassegnò e, dopo otto anni di faticose e solitarie ricerche e sperimentazioni, mise a punto una nuova tecnica per produrre una bibita analcolica derivata dalla fermentazione di orzo biologico.

La fabbricazione della nuova bibita, denominata BIONADE, poggia su una classica fermentazione a base d’acqua e malto con una trasformazione e una maturazione biologica che nel caso di Bionade non si finalizza con la produzione di alcool, ma di un enzima fisiologicamente importante nell’alimentazione, l’acido gluconico, normalmente presente anche nel miele prodotto dalle api. A contatto con l’acqua , questo permette la formazione di gluconati minerali come i gluconati di calcio e magnesio. Dopo la fermentazione il liquido è filtrato, diluito con acqua e arricchito di anidride carbonica e di essenze naturali di frutti e/o erbe che conferiscono alla bevanda, assolutamente analcolica, una nota deliziosamente fruttata con una punta di amaro.

Leopold aveva offerto la licenza di produzione ad altri produttori di birra, ma siccome nessuno si è mostrato interessato, la famiglia ha deciso di prodursi da sé la nuova bibita nei locali della vecchia birreria. La bibita è stata introdotta sul mercato nel 1998 ed è poi partita alla conquista della Germania, dapprima lentamente, poi a passi più veloci ed ora di corsa. L’amministratore dell’azienda Peter Kowalsky, figliastro di Dieter Leopold, ha dichiarato: “ Abbiamo riempito 7 milioni di bottiglie nel 2004, 22 milioni nel 2005 e 66 milioni nel 2006, ma semplicemente perché la nostra capacità produttiva, pur facendo tutti gli straordinari notte e giorno, non consente di fare di più. Abbiamo quindi deciso di ingrandirci già dal prossimo anno”.

La nuova bibita frizzante all’orzo è diventata nel frattempo una linea di prodotti:
> in quattro diversi gusti (ginger-orange, sambuco. lichti, erbe),
> in due tipi di confezioni (bottiglie di vetro da 0,33 VAR -in casse da 24 o anche in multipack da 6 bott.-, più le bottiglie in PET da 0,50 l ).
Molte grandi catene della moderna distribuzione tedesca, tutte entusiaste di Bionade, l’hanno messa in vendita nei propri market senza chiedere i soliti contributi di inserimento previsti quando si introduce un nuovo prodotto. Bionade è stata presentata anche in alcune manifestazioni internazionali conquistando dei premi prestigiosi, come il Sial d’Oro 2006 e diverse stelle del Superior Taste Award 2006.

Ma cosa c’è di speciale in una bevanda che fino a poco tempo fa compravano solo pochi affezionati? Cornelius e Fabian Lange, autori di un bello articolo** sul fenomeno Bionade, hanno scritto:”Bionade non ha coloranti, è poco gassata e contiene poco zucchero, circa la metà delle altre bibite gassate. (è una bibita isotonica). La sua acidità ben calibrata produce un effetto rinfrescante sul palato, ma con molta delicatezza…. Inoltre si può bere Bionade in quattro gusti. La scelta, però, non è solo tra più varietà ma anche (metaforicamente) tra il “bene” e il “male”.:l’appiccicosa invadenza delle bibite a stelle e strisce (Coca-Cola e Pepsi) contro la piccola, innocente, pura, biologica gassosa della campagna bavarese. Bionade è sinonimo di un mondo non corrotto, di un ristoro senza rimorsi. Per questo le persone non si limitano a bere Bionade, ma instaurano con la bevanda un rapporto quasi empatico. Chi la beve dimostra di avere personalità e di non subire la manipolazione del marketing globale. Ed è appunto questo il target che sfugge alle grandi aziende internazionali produttrici di bibite.”

Va comunque sottolineato come Bionade si inserisce perfettamente nella nuova tendenza di produrre etico e salutare. Intanto tutte le materie prime utilizzate nel processo provengono da agricoltura biologica: l’orzo, lo zucchero, i frutti e le erbe. Inoltre l’azienda intende sviluppare un rapporto di solidarietà con l’agricoltura locale utilizzando possibilmente materie prime prodotte nei campi vicino alla fabbrica, compreso il sambuco biologico.

Infine la bevanda ha un grande valore salutistico:
> oltre ad essere biologica, isotonica e analcolica,
>contiene l’acido gluconico che contribuisce alla disintossicazione del corpo,
> è ricca di calcio (per l’ossatura) e di magnesio (per il cervello e i muscoli), in dose equilibrata per favorirne la più completa assimilazione da parte del corpo.

Sembra che una delle grandi multinazionali delle bibite abbia fatto concrete avance per comprare la rivoluzionaria bibita di orzo. Ma i proprietari non si sono lasciati attrarre dalla generosa offerta di acquisto. All’azienda di Ostheim importa soprattutto la reputazione, l’immagine della città, il futuro dei collaboratori e, perché no?, la valorizzazione dell’agricoltura locale con le coltivazioni biologiche di orzo e sambuco, tutte da destinare alla produzione di questa piccola, grande gassosa della Baviera.

+INFO
www.bionade.com
** “Bionade: the triumph of a guiltless pleasure” di Cornelius e Fabian Lange, www.signandsight.com .L’articolo originale in tedesco è apparso su Stern Magazine del 3 agosto 2006 ed è stato ripubblicato anche in lingua italiana da “Internazionale” del 24/30 nov. 2006. con il titolo di “La bibita dei sogni” (www.internazionale.it”)

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