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“Il sistema vino non può aspettare. Alla luce dell’accordo TTP (Trans Pacific Partnership) appena siglato tra USA e 11 Paesi dell’area del Pacifico, che faciliterà gli scambi di vino di alcuni importanti competitor del “nuovo mondo”, come Stati Uniti, Cile, Australia e Nuova Zelanda in un mercato strategico come quello giapponese (grazie alla riduzione delle barriere tariffarie) il rischio di vedere vanificati gli sforzi per tutelare e affermare le nostre specificità è troppo elevato. Alla luce della conclusione di tale ambizioso accordo commerciale, chiediamo con forza al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ai Ministri Maurizio Martina e Carlo Calenda, e a tutto il Governo, di pigiare l’acceleratore insieme alla UE affinché sia il TTIP che l’accordo bilaterale con il Giappone siano conclusi entro metà 2016”. Con queste parole Domenico Zonin, Presidente dell’Unione Italiana Vini, commenta la notizia della chiusura del negoziato di libero scambio TPP.

VINI-GIAPPONE

“Unione Italiana Vini – continua Zonin – oggi rappresenta più del 50% del fatturato nazionale nel settore del commercio vinicolo e l’85% dell’export. Le aziende associate sono tra le più rinomate e attive a livello internazionale. Possiamo considerarci a tutti gli effetti un termometro significativo per quanto riguarda il sistema vino italiano e per questo collaboriamo costantemente con le istituzioni preposte per segnalarne le reali necessità e proporre soluzioni. Anche su questa partita abbiamo sempre insistito affinché si accelerasse la chiusura del Trattato Transatlantico con gli USA e gli accordi con il Giappone, proprio per difendere le nostre denominazioni, il nostro territorio, le nostre tradizioni”.

 

“Rispetto all’accordo bilaterale con il Giappone – spiega il Presidente Domenico Zonin – risulta indispensabile trovare sintonia su tre punti nodali: le barriere tariffarie, che per i vini italiani sono ancora il 15/20% e chiediamo che vengano eliminate con l’entrata in vigore dell’accordo, senza periodi transitori (il Giappone propone di abolirle 7 anni dopo l’entrata in vigore ma non è sostenibile come ipotesi); la protezione delle indicazioni geografiche, per cui proponiamo di tutelare i nomi dei nostri territori attraverso l’inclusione di una lista aperta delle principali IG italiane ed europee; il riconoscimento delle pratiche enologiche (barriere non tariffarie), che dovranno essere in conformità con gli standard UE e OIV. Se questi punti non verranno considerati prioritari nell’accordo, sarà messo seriamente a rischio l’export vinicolo in Giappone”.

“Il negoziato TTIP – conclude il Presidente Domenico Zonin – deve invece concludersi con un accordo che elimini i dazi doganali, attenui le barriere non-tariffarie, tuteli le nostre IG (semi-generiche – Chianti, Marsala). Se si considera che, con l’eliminazione dei dazi, esportando in USA si risparmierebbero fino a 600 mila euro all’anno, è evidente come sia stringente la definizione di questo accordo muovendosi in modo coeso, con una voce unica, per aumentare il nostro export e, allo stesso tempo, tutelare le nostre specificità”.

 

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