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A dirlo è uno studio dell’università della California sulla base dei punteggi dei tre grandi magazine enoici USA (wine advocate, wine spectator e wine enthusiast) riferiti a 74.148 etichette prodotte tra il 1998 ed il 2004 da 3.482 aziende americane. Da questo studio i vini bio, in media, conquistano 4,1 in più di uno tradizionale.274_organic.png

Secondo gli studiosi dell’Università della California, infatti, l’adozione di pratiche biologiche in vigna, e quindi l’addio ai pesticidi, permette ai microrganismi del suolo di tornare a svolgere il proprio lavoro, esaltando il sapore delle uve e rendendo una rappresentazione molto più reale del terroir e dell’ambiente in cui è stata allevata la vite. Lo studio, nonostante sia limitato ai soli vini Usa, ha preso in considerazione un gran numero di vitigni diversi, tra cui Cabernet Sauvignon, Chenin Blanc, Merlot, Pinot Nero, Sangiovese, Semillon e Zinfandel, ed ha dimostrato che spesso è proprio grazie a questa caratteristica che certe etichette sono riuscite a finire in una categoria superiore

+info: www.winenews.it/news/44104/il-vino-biologico-pi-buono-a-dirlo-uno-studio-delluniversit-della-california-sui-punteggi-dei-tre-grandi-magazine-enoici-usa-wine-advocate-wine-spectator-e-wine-enthusiast-a-74148-etichette-il-bio-in-media-conquista-41-punti-in-pi

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