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Allarme Coronavirus, i bar di Milano chiusi alle 18. Le proteste degli operatori sui social


Chiarimento della Regione Lombardia: “Bar aperti, ma vietato il bancone”

 

“Come andare sul ghiacciaio e mettere solo i guanti”. Un’ordinanza del Comune di Milano ha imposto la chiusura forzata entro le ore 18 a tutti i bar della città, per fronteggiare la crisi da Coronavirus e prevenire il contagio. Allo stesso provvedimento sono sottoposti pub e discoteche, esclusi invece i ristoranti. Immediata e indignata la reazione dei bartender e titolari dei locali in città tramite i social, con annesso treno di commenti degli aficionados.

Il primo commento è di Luca Marcellin: “Abbiamo raggiunto la follia”, commenta il proprietario di Drinc. e Drinc. Different. “Sono solidale con chi è stato colpito dal virus, è sicuramente un problema da risolvere e una situazione da gestire con grande professionalità. Ma chiudere i bar dalle 18 e come andare sul ghiacciaio e coprirsi solo le mani…”, sottolineando come la ratio della decisione appaia piuttosto misteriosa. “Ma come si fa a pensare che solo i bar debbano stare chiusi dalle 18 alle 6 del mattino mentre nelle altre ore saranno aperti e i ristoranti invece possono rimanere aperti? Questa è ignoranza alla stato puro”.

Durissimo il punto di vista di Dario Comini, leggenda del bere miscelato milanese e non solo, titolare del Nottingham Forest di viale Piave e supervisore di Bartender.it: “Nella stessa strada ci sono 20 esercizi, 10 hanno la licenza da ristorante e resteranno aperti, 9 sono bar diurni che chiudevano alle 18, solo il Nottingham da domani non potrà aprire, come se il coronavirus lo diffondessimo solo noi con i cocktails, ma dove hanno il cervello in comune?”. Lo stop imposto o autoimposto alle attività economiche di qualsiasi settore, in Lombardia e dintorni, secondo le ultime stime riportate potrebbe portare a un danno complessivo di 18 milioni di euro al giorno per l’economia del paese.

Chiusi locali iconici della movida, come il secret bar 1930, che si limita a sottolineare come l’ordinanza abbia comportato l’annullamento “del private party previsto”, e del Rita&Cocktails, che si affida invece a un commento caustico sui social: “Preparate le mascherine, ricordate che siamo a Carnevale”, con tanto di vignetta ironica (oggettivamente brillante). Le circolari dei Comuni e delle Regioni si stanno moltiplicando nelle ultime ore e si stanno estendendo a tutto il territorio nazionale, con chiusura di scuole, musei, cinema e luoghi di aggregazione. Milano al momento sembra l’unica realtà ad aver adottato una misura del genere per i bar.

 

Da un lato l’allarmismo clamoroso di chi addirittura da riferimento a peste manzoniana e crisi epidemiche globali. Dall’altro, come sempre accade, la minimizzazione più totale, con un continuo invito a riflettere su come “la normale influenza faccia migliaia di morti l’anno”. Nel mezzo un limbo di professionisti, operatori, studenti, lavoratori che non hanno certezze, costretti a seguire le disposizioni pur non essendo d’accordo. In un momento di instabilità, che si condivida o meno, è comunque bene informarsi, documentarsi e seguire le regole.

 

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