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Assobibe: le tasse sulle bibite servono solo a penalizzare il Made in Italy e soprattutto le PMI


In merito alle dichiarazioni per introdurre nuove tasse sulle bevande analcoliche, ASSOBIBE evidenzia quanto segue. Preoccupano ricette economiche incentrate sull’aumento della pressione fiscale anziché tagli di spesa pubblica. Non costruttivi approcci demagogici in cui si diffondono informazioni non corrette e diseducative, come la dannosità di un bicchiere di aranciata o chinotto, contrarie alle imprese che investono e creano occupazione in Italia. Difficile favorire crescita e occupazione con la demonizzazione o la discriminazione di singoli settori industriali, dimenticando peraltro le garanzie costituzionali su concorrenza e proporzionalità delle misure.

 

 

Errato e privo di fondamento ogni riferimento alla dannosità di un bicchiere di aranciata, chinotto, spume, cole e acque toniche; prodotti del settore sicuri, confezionati nel rispetto delle normative vigenti. In Italia inoltre i consumi sono contenuti e non rappresentano una preoccupazione nel nostro Paese, stante un impatto nutrizionale irrisorio (1% delle calorie negli adulti, 0.6% nei bambini), come evidenzia il ministero della Salute. Il 99% delle calorie quotidiane non derivano dalle bibite gassate.

Non si comprende quindi la motivazione per valutare penalizzazioni ulteriori al mercato di bibite zuccherate già in contrazione costante da 10 anni (-25% di litri venduti) e assoggettata da una aliquota IVA del 22% rispetto alla media UE applicata al settore del 16%.

 

 

Una tassa produrrebbe gravi effetti per imprese e loro lavoratori. Le stime sugli effetti dell’ultima proposta di tassa sulle bevande zuccherate avanzata dalla Sen. Ruocco (M5S) nell’ultima Legge di Bilancio evidenziano: contrazione delle vendite pari al 30%, minori consumi finali per l’11% del valore, 10.000 occupati a rischio nelle imprese che operano a monte (fornitori agricoli e non), nella produzione/imbottigliamento, a valle (commercio). Con conseguente minor gettito IVA (-11%) e minor gettito da tasse da lavoro/reddito (-15%).

In questa ipotesi circa l’80% delle PMI passerebbe da un utile a una perdita con anche un risultato operativo negativo, con evidenti rischi per una quota significativa di piccoli produttori.

Tra la significativa confusione rilevata dalle notizie di stampa, emerge anche la bizzarra ipotesi di penalizzare le bibite senza zucchero e calorie vanificando così protocolli siglati con il Ministero della Salute e risultati raggiunti per innovare l’offerta ai consumatori con prodotti con minor impatto calorico (-20% zucchero immesso sul mercato e + 44% di bibite senza calorie).

 

+INFO: www.assobibe.it

 

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