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SAI TENERE UN SEGRETO? In un capolavoro, sia esso di arte, ingegneria o produzione, c’è quasi sempre un segreto. Una chiave che possa spiegare il perché di un successo planetario, un ingrediente che renda speciale una ricetta, un’aggiunta nascosta che dà quel quid introvabile altrove. Il rum Bacardi è lo spirit più premiato al mondo. E il suo segreto si tramanda da più di un secolo e mezzo, attraverso generazioni e vittorie. È la storia stessa della famiglia Bacardi a essere il segreto di uno dei prodotti più famosi del mondo.

DA CUBA ALLA CONQUISTA DEL MONDO – Una storia che parla di coraggio e voglia di vivere, di emergere, grazie alla quale Don Facundo Bacardí (con l’accento sulla i nella pronuncia cubana), capostipite del brand, apre la sua prima attività di importazione di vini e liquori dall’Europa, per poi soffrire le conseguenze dei due terremoti di Santiago (1852),  e dopo ancora il colera che gli porterà via due figli. È la sua amatissima Dona Amalia, sposata nel 1840, a sostenerlo anche quando l’ombra della bancarotta oscura l’economia familiare. Sarà proprio Dona Amalia, dopo averne trovati centinaia in un magazzino di botti, a decidere di usare il pipistrello, simbolo di fortuna, come marchio del rum Bacardi, che nel 1862 vede definitivamente la luce.  A Cuba, dove Bacardi si era trasferito a 15 anni dalla natìa Sitges (Spagna), mancava un distillato premium, esisteva solo rum grezzo: Don Facundo intuisce un prodotto superiore, equilibrato, perfetto per la classe media.

PIÙ FORTE DEL TEMPO – Ne è passata eccome di acqua sotto i ponti. E a raccontarlo al Teatro Quirinetta di Roma è nientemeno che Toten Comas Bacardi, membro della quinta generazione della famiglia, che ancora adesso gestisce l’azienda. Bacardi è il rum, e lo spirit, più premiato al mondo. “Nei nostri 156 si sono rincorse molte storie, buone e meno buone. Abbiamo avuto terremoti, epidemie, confische. Ma Bacardi è più di una famiglia, ed è così che le abbiamo superate. È storia, è quello che siamo. Ed è il miglior rum del mondo” dice con le lacrime agli occhi per l’emozione. “Non è un’invenzione, Don Facundo si adattò al momento di Cuba, usò la sua esperienza. Non capiva perché il rum era così imbevibile, e si impegnò a cambiarlo perché  era già così popolare. Perciò propose un prodotto unico, e iniziò a proporlo alla famiglia, agli amici, ai clienti, che si interessarono. Era così sicuro del successo che avrebbe avuto, che diede il proprio nome al prodotto: come si fa con un figlio”.

AFFARE DI FAMIGLIA – La storia Bacardi narra di una famiglia via via più numerosa, sempre pronta a riunirsi per festeggiare o celebrare con orgoglio la propria tradizione. “Nel 1962 la compagnia si spostò in USA, Spagna, Messico, insomma via da Cuba. Era l’anno del centenario, ripartimmo da zero all’estero. Tenemmo una festa a New York, alla quale parteciparono 80 persone della famiglia, come a dire che c’eravamo ancora, con la stessa passione”. Nel 1982 si toccano i 2 milioni di casse di rum vendute, nel 1992 un evento che sarà la svolta commerciale per il brand: l’acquisto di Martini, che sarà fulcro fondamentale per l’espansione in Russia ed Europa dell’Est. “Molti membri della famiglia non volevano acquistare, perché Bacardi è sempre stata un’azienda monoprodotto. Ma Martini era come noi, una compagnia a conduzione familiare, perciò alla fine si fece”. Nel 2012, per 150 anni di vita, una festa a Porto Rico ha riunito 700 membri della famiglia Bacardi, ormai allargata ma sempre unita.

DON FACUNDO POTREBBE TORNARE… – “La passione e la visione sono ancora intatti, Bacardi è un nome, una famiglia. È il rum”. Tomas è uno dei pochi maestri de ron, ovvero produttore materiale di rum, della famiglia: sono poco meno di trenta, a fronte delle centinaia di membri. Settantaquattro anni, ex ingengere chimico, ha attraversato generazioni e cambiamenti, in nome della filosofia di famiglia: Abbiamo sperimentato, certo. Il tempo passa anche per un marchio storico, abbiamo dovuto provare tecniche e strategie, sia commerciali che produttive. Internet oppure sistemi di conservazione particolari. Ma alla fine l’unico modo che ci fa ottenere il prodotto migliore è quello che utilizza le stesse modalità di 150 anni fa. Se Don Facundo resuscitasse, potrebbe tranquillamente lavorare in uno dei nostri stabilimenti, perché non è cambiato nulla. Certo avrebbe qualche problema a timbrare il badge…”. Questa passione ha portato a una produzione addirittura esagerata, che paradossalmente è stata la molla per arrivare a Reserva 8, la nuova versione di Bacardi invecchiata di almeno otto anni: “Il rum di oggi è lo stesso di 156 anni fa, fatto allo stesso modo. Usiamo solo botti di quercia americana per far riposare il prodotto. Viene tutto controllato senza meccanica o elettricità, solo riposo e tempo, in un processo naturale. Siamo cresciuti così velocemente come azienda che producevamo e vendevamo senza sosta, ma abbiamo prodotto troppo rum negli anni. La distilleria lavora tutti i giorni, quindi per anni ci è avanzato parecchio prodotto. In occasione di una festa di famiglia provammo un po’ di questa rum che avevamo da parte, e da lì al proporre sul mercato il rum invecchiato il passo è breve”.

DEGUSTAZIONE ENCICLOPEDICA – La degustazione di Reserva 8 è un’esperienza che resta nell’anima e nella mente di chi la prova. A guidare i presenti al Quirinetta è Manuel Greco, Advocacy Trade Italia di Bacardi-Martini, definito scherzosamente (e nemmeno tanto) Enciclopedia degli spirits dal Brand Manager Luca Marroni. Prima nella versione liscia: colore profondo ambrato, brillante, trasparente e cristallino, un unicum nella sua categoria. Al naso il bouquet è importante: frutta, fiori, un alcool morbido, un sentore caldo, avvolgente. Greco spiega: L’apoteosi è con l’assaggio: chiudendo gli occhi si ritrova la storia di Bacardi”. Nocciole, mandorla, miele, caramello, tutto all’interno di un bicchiere. La filosofia è la cosa più importante che troviamo in questo prodotto: è un rum elegante, strutturato, corposo. Mai banale”. Poi in versione on the rocks, con un ghiaccio particolare che permette di raffreddare molto il liquido, senza diluirlo troppo. Il risultato è un prodotto ancora più morbido, più cremoso, che quasi si può masticare: le caratteristiche di Reserva 8 si amplificano senza snaturarsi. Il sapore rimane lungo, persistente, che non andranno via dalla bocca per tutta la sera.

AD MAIORA – Il Reserva 8 può essere utilizzato anche in miscelazione: Old Fashioned (angostura, arancia, zucchero di canna) e Old Cuban, creato su misura tramite la Bacardi Legacy. Bacardi adesso ha abbastanza rum invecchiato da poterlo immettere sul mercato. Ed è certificato, una autentica rarità nel mondo dei superalcolici. “Sarà molto ben ricevuto dal mondo, come lo è stato dalla famiglia” dice Tomas, ancora visibilmente emozionato. Ripensando alla strepitosa storia Bacardi, non si può far altro che credergli.

 

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