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Asti, 12/o2/2018 – Il Consorzio della Barbera d’Asti e i vini del Monferrato con i suoi 11mila ettari nelle province di Asti, Alessandria e Cuneo è il più grande Consorzio di riferimento del Piemonte. E nella giornata di lunedì a Palazzo Mazzetti sono stati presentati i dati ufficiali, inediti, riguardanti le superfici vitate e di imbottigliamento del 2017 con una retrospettiva e focus sull’andamento della produzione dell’intero territorio che vanta ben 12 denominazioni tutte tutelate con un lavoro di vigilanza, promozione e ricerca.

 

Una formula che si traduce in un’ottima performance per tutte le tipologie del vitigno principe del Monferrato, la Barbera d’Asti, con un +6,3% dell’imbottigliato nel 2017 arrivando a 158.506,75 ettolitri, 1.261.764 bottiglie in più rispetto al 2016. La massa critica arriva dalle aziende imbottigliatrici pari a 530 (di cui 360 nell’astigiano) che insieme alle cantine rappresentano una voce di bilancio sempre più apprezzata all’estero con Gran Bretagna, Scandinavia e Germania (60% del mercato) in testa seguiti da Canada, Stati Uniti, Asia e Russia, un risultato frutto anche dei 3 milioni di euro investiti in promozione che fa della Barbera d’Asti uno dei vini più esportati al mondo. Una crescita che non può più essere sottovalutata dalla città di Asti e dai suoi cittadini che insieme a turisti ed operatori del settore chiedono la costruzione di una casa per la Barbera, un luogo in cui vivere l’esperienza vino-territorio permanente oltre ai momenti del Palio e Douja d’Or.

Questi e molti altri i temi affrontati a cuore aperto dal Sindaco di Asti, Maurizio Rasero, durante la storica tavola rotonda in cui hanno partecipato Filippo Mobrici, Presidente Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, Michele Maggiora, Presidente Fondazione Palazzo Mazzetti, Renato Erminio Goria, Presidente della Camera di Commercio di Asti e Mario Sacco, Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Asti.

Una Barbera d’Asti che non teme più confronti dunque e che da “Patrimonio vitivinicolo deve diventare un Brand” cavalcando l’incoraggiante trend degli ultimi anni, figlio anche di ottime annate, unito alla voglia di ritornare in campagna da parte di tanti giovani. E i numeri confermano questa rinascita, dal 2011 al 2017 la zona è stata quella che ha perso meno in termini di superfici vitate, l’8,7%, un dato di buon auspicio che spinge al sogno di tornare ad essere la provincia maggiormente vitata del Piemonte. In questo momento storico per questo territorio sembrano a fare al caso nostro le parole di Immanuel Kant nella sua Critica del giudizio: “Nell’entusiasmo l’immaginazione è senza freno, nel fantasticare è senza regola” che diventano per il Monferrato, oggi, non sogni ma una concreta possibilità di attuare le strategie studiate dal Presidente Mobrici che in tutti i suoi interventi non lo nasconde, questo entusiasmo, cosi come l’orgoglio del lavoro svolto sino ad oggi. “La qualità, paga” ha concluso al termine del suo intervento lasciando spazio al dibattito sulle attività da compiere per creare il brand territoriale che deve passare dall’ascolto della comunità e delle cooperative sociali, che con il loro operato rappresentano il 45% circa della vinificazione dei vini rossi piemontesi.

In ultimo, una finestra importante che spinge a molte riflessioni sul lavoro da svolgere è aperta dal Presidente della Strada del vino Astesana Stefano Chiarlo che forte del suo costante approccio diretto con il mercato sottolinea la necessità di creare da una parte una piramide di prezzi adeguata e dall’altra l’enfatizzazione della capacità di accompagnamento della Barbera in tutte le versioni (Piemonte Barbera, Barbera d’Asti, Barbera d’Asti Superiore e Nizza) alla cucina internazionale. Caratteristiche che devono diventare parte integrante della città di Asti in un punto nevralgico in cui la Barbera può tornare ad esser quella variabile in grado di generare un effetto moltiplicatore di reddito.

+info Consorzio Barbera D’Asti
www.viniastimonferrato.it/

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