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Bere (dietro) al bancone: quattro consigli per bartender


Lavorare nel business del bere può essere un’insidia non da poco per la salute. Si tira fino a tardi, spesso con turni piuttosto lunghi e sotto una coltre di stress non indifferente, senza contare che l’alcool è sempre a portata di mano. In una professione nella quale non è facile rifiutare un goccio qui e là, va rivalutato profondamente il proprio rapporto con gli alcolici. Ecco quattro consigli per sviluppare delle abitudini che possano aiutarvi a rimanere in forma dietro al bancone.

DORMITE E MUOVETEVI – “Spesso è un piccolo cambiamento che può avere un grosso impatto sul resto”, spiega Danielle Repetti, personal trainer e nutrizionista di San Francisco. “Per i bartender si tratta spesso di sonno e attività fisica. Bisognerebbe cercare di inserire 45 minuti di camminata o di work out nella routine quotidiana prima di attaccare al lavoro, oppure impegnarsi a rispettare otto ore di sonno per notte, specialmente nel weekend”. Repetti sottolinea come un sonno regolare può aiutare a diminuire lo stress e aumentare pazienza e concentrazione. E soprattutto come l’attività fisica influisca positivamente nel rilascio di ormoni e la riduzione del bisogno di sostanze che allevino la tensione.

BEVETE QUALCOSA CHE NON ABBIA ALCOOL – Avere sotto mano alternative analcoliche è vitale, secondo il brand ambassador Chelan Finney, che raccomanda di bere almeno tre bevande senza alcool al giorno. “Non per forza acqua, ma perché no tè freddo, soda, infusi. E vanno considerate anche tavolette di elettroliti e integratori di vitamina C, perfette per idratarsi”.

NON BERE AL LAVORO, A MENO CHE NON SIA PER UNO SCOPO PRECISO – Regole semplici: non bere sul posto di lavoro, a prescindere che sia durante il proprio turno o meno. Cercate di ritagliarvi il vostro tempo di lavoro come una nicchia di piccoli periodi in cui non assumete alcolici, e cercate di notare in che  modo questa abitudine influenzerà la vostra quotidianità dopo un paio di settimane. “Nel 2013 ho smesso di bere al lavoro” racconta la veterana del bartending di New York Pam Wiznitzer. “E spesso quando ho turno decido di non bere neanche dopo chiusura. È un modo per bilanciare i giorni in cui decido di farmi qualche bicchiere, e mi permette di apprezzare di più quando esco o vado a trovare amici per un drink. Ed è un bene per il mio portafogli”.

Caitlin Castellano, general manager del BlackTail di New York, sfida l’idea del bere “meritato”, seguendo l’idea frequente secondo la quale chi lavora al bar ha diritto ad almeno un drink dopo lavoro. “Ho iniziato a pensarci dopo aver avuto un turno pessimo, e ho avuto una sorta di rifiuto. Almeno, se davvero vogliamo un drink al lavoro, che sia utile. Proviamone uno dal menu che non abbiamo mai assaggiato prima, per capire come venderlo o raccontarlo, oppure sforziamoci di sperimentare le nostre nuove idee”.

CUCINATE A CASA – Al Pouring Ribbons di NYC, la  general manager Brooke Toscano e il suo team discutono quotidianamente della loro dieta. E lei stessa racconta di come avere idee simili abbia un impatto molto positivo. “Avere uno stile di vita salutare è l’obiettivo, ma coltivarlo da soli è durissima. Avere un gruppo di amici o colleghi che condividano il tuo punto di vista è fonte di ispirazione e supporto”. Toscano sostiene che prepararsi il pasto può contribuire ad autostima e benessere, cose che possono influenzare processo decisionale e diminuire il bisogno di alcool.

Fonte: Liquor.com

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