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Il Senato ha approvato il DDL S 1328-B (Disposizioni in materia di semplificazione, razionalizzazione, competitività per l’agroalimentare); all’art. 35 è contenuta la “definizione di birra artigianale”

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Ecco il testo integrale dell’articolo che contiene la definizione di “birra artigianale”. “ Si definisce birra artigianale la birra prodotta da piccoli birrifici indipendenti e non sottoposta, durante la fase di produzione, a processi di pastorizzazione e di microfiltrazione. Ai fini del presente comma si intende per piccolo birrificio indipendente un birrificio che sia legalmente ed economicamente indipendente da qualsiasi altro birrificio, che utilizzi impianti fisicamente distinti da quelli di qualsiasi altro birrificio, che non operi sotto licenza di utilizzo dei diritti di proprietà immateriale altrui e la cui produzione annua non superi 200.000 ettolitri, includendo in questo quantitativo le quantità di birra prodotte per conto di terzi”.

Il  traguardo è significativo per il settore: fino a ieri  la legislazione italiana non faceva differenza tra microbirrifici e grandi impianti industriali, nemmeno per i livelli di imposizione fiscale o  per la complessità degli adempimenti. Proprio per questo Giuseppe Collesi, presidente del birrificio marchigiano Tenute Collesi, a  nome di molti produttori italiani, lo scorso gennaio aveva presentato alla Camera una proposta per la denominazione di vendita della birra artigianale. Il testo licenziato ieri dal Parlamento, con gli emendamenti presentati da Chiara Gagnarli e Filippo Gallinella (M5S) sull’identikit della birra artigianale e il sostegno allo sviluppo della filiera del luppolo nostrano, affronta e  risolve le criticità degli operatori del settore.

Simone Monetti, direttore di Unionbirrai (l’associazione dei produttori artiginali di birra), ha così twittato: “il 6 luglio 2016 potrebbe diventare una data da festeggiare da parte dei produttori di birra artigianale in Italia.  E’ stato difatti approvata in via definitiva al Senato la legge che introduce la definizione di Birra Artigianale nel nostro ordinamento.  Sarà un passo importante nella tutela dei piccoli produttori di birra italiani? Lo vedremo. Certo servono provvedimenti decisamente più strutturati di semplificazione e sostegno al comparto, di cui la politica non può non farsi carico, e in fretta”.

Infine all’Articolo 36 dello stesso DDL approvato dal Senato è contenuta la previsione di future risorse del Ministero dell’Agricoltura a sostegno delle Filiera del Luppolo: “Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, compatibilmente con la normativa europea in materia di aiuti di Stato e con le norme specifiche di settore, favorisce il miglioramento delle condizioni di produzione, trasformazione e commercializzazione nel settore del luppolo e dei suoi derivati. Per le finalità di cui al presente comma, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali destina quota parte delle risorse iscritte annualmente nello stato di previsione del medesimo Ministero, sulla base dell’autorizzazione di spesa di cui alla legge 23 dicembre 1999, n. 499, al finanziamento di progetti di ricerca e sviluppo per la produzione e per i processi di prima trasformazione del luppolo, per la ricostituzione del patrimonio genetico del luppolo e per l’individuazione di corretti processi di meccanizzazione”.

Il Sole 24 Ore del 7 luglio (articolo a firma Donata Marrazzo) riporta una specifica puntualizzazione per i vari aspetti derivanti dalla nuova legislazione, come segue:

PROCESSO PRODUTTIVO: nella birra artigianale conta  l’apporto umano e si escludono passaggi “industriali” come la pastorizzazione e la microfiltrazione che alterano il prodotto impoverendolo delle sue proprietà organolettiche e nutrizionali. “In questo senso –  spiega Collesi – la qualifica di birra artigianale si prepara a diventare un brand sinonimo di qualità, in virtù non solo delle materie prime ma anche, e soprattutto, del metodo di lavorazione”.

INDICAZIONE IN ETICHETTA: per una distorsione normativa l’indicazione in etichetta era regolamentata in base alle disposizioni della Legge quadro 443/1985 per l’artigianato, che si limita a definire l’impresa secondo il criterio delle dimensioni, trascurando fattori essenziali come qualità degli ingredienti e metodi di lavorazione. “Questo ha creato spesso confusione e penalizzato fortemente le aziende, generando molte contraddizioni”, aggiunge Collesi. Le denominazioni erano  finora attribuibili  solo a seconda del grado plato (ovvero del contenuto zuccherino del mosto). Si distingueva il prodotto in birra, birra analcolica, birra leggera (o light), birra doppio malto e birra speciale. Nessun riferimento  ad altre tipologie commercialmente diffuse (come “Lager”, “Ale” o “Stout”).

PROVENIENZA DELLE MATERIE PRIME: la nuova legge non adotta criteri specifici per le materie prime, per cui non si può  subordinare l’artigianalità della birra all’italianità del luppolo, ma accoglie la sollecitazione dell’onorevole Chiara Gagnarli a incentivarne le colture. La sua produzione sul territorio nazionale infatti non è ancora sufficiente a soddisfare tutti i birrifici. Spetta al ministero per le Politiche agricole favorire, compatibilmente con la normativa europea, il miglioramento delle condizioni di produzione, trasformazione e commercializzazione del luppolo e dei suoi derivati”.

IN FUTURO MENO ADEMPIMENTI E RIDUZIONE DELLE ACCISE: “Crediamo che questo  sia un inizio per porre maggiore attenzione a un settore che è cresciuto finora da solo e che questa definizione rappresenti un passo in avanti anche per nuove future disposizioni, come la semplificazione degli adempimenti e la riduzione delle accise a carico dei micro birrifici”, dichiara Chiara Gagnarli. “Proporremo nuovi provvedimenti  nella prossima legge di stabilità. Del resto si tratta di passaggi che, come la definizione di birrifici indipendenti, sono già stati previsti dalla direttiva europea CE 92/83/CEE”.

 

Fonti: www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/00982316.pdf  – food24.ilsole24ore.com/2016/07/approvata-la-legge-sulla-birra-artigianale-ecco-il-nuovo-identikit/?refresh_ce=1

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2 Commenti

  1. Matteo Brugnera Reply

    sinceramente trovo riduttivo il fatto che lì’artigianalità dipenda da una microfiltrazione. Ricordo che in Germania ( 1400 birrifici industriali e altrettanti microbirrifici) filtrano da 300 anni …… il che la dice lunga.
    trovo anche parecchie imprecisioni ed imperfezioni nell’articolo del sole 24 ore

  2. In queso articolo molte cose son state omesse e alcune son state ingrandite. Il sinonimo di qualità non è una prerogativa delle piccole o grandi aziende ma da come si lavora e per quanto riguarda pastorizzazione e microfiltratura, ricordate pure che esistono germi patogeni e quant’altro. L’idea dei microbirrifici è grandiosa, peccato che purtroppo ci son tanti speculatori e ora ci sguazza pure qualche politico.

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