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Un po’ speakeasy, un po’ secret bar, un po’ club privato. Bitter Bar è una realtà che fa parte ormai da anni della scena bar fiorentina, ma forse non tutti sanno che è stato recentemente protagonista di un cambio di gestione e di un restyling volto a esaltare ancora di più il suo ambiente esclusivo e unico in città, oltre a ripensare a 360° la proposta drink.

In Via di Mezzo 28r serve suonare il campanello per capire se ci si potrà accomodare o meno su divanetti colorati e tavolini d’antan mentre si sorseggia un buon drink. Luci soffuse, ritratti ottocenteschi e rari pezzi d’antiquariato, l’atmosfera è tanto misteriosa quanto accattivante e suggestiva. Scordatevi lunghe file e cocktail dozzinali, Bitter Bar non bada a riempire il locale ma piuttosto a far passare a tutti i suoi ospiti del tempo di qualità, anche a costo – succede spesso – di dover lasciare fuori qualcuno.

Detto della location, che più o meno è rimasta quella di sempre, la svolta di questo nuovo corso è rappresentata sicuramente dalla cocktail list. In che modo? Semplice, non esiste una cocktail list. Da Bitter Bar sono infatti i due padroni di casa Amir Mehrdoust e Mehran Lashgari a disegnare un drink su misura per ogni ospite, lasciandosi guidare dai gusti e dalle preferenze della persona che hanno di fronte per riportare in vita un drink dimenticato o creare invece qualcosa di innovativo, che sia un loro signature o un twist di un grande classico. “Oggigiorno è difficile trovare un posto in cui bere male. Noi cerchiamo però di aggiungere alla bevuta un’atmosfera più amichevole e rilassata, creando un’esperienza memorabile per tutti attraverso la nostra ospitalità”, ci hanno raccontato proprio i due nuovi giovani volti di Bitter Bar. “Questo clima ci permette di dedicare del tempo a tutti coloro che mettono piede dentro il nostro Bitter Bar, intrattenendoci per due chiacchiere, conoscendoli meglio e preparando loro il drink che riteniamo sia di maggiore gradimento”.

Ma come e quando è partito questo progetto? Siamo cresciuti insieme proseguono i due bartender/imprenditori – pensate che la nostra prima esperienza lavorativa dietro a un bancone è stata ben 10 anni fa, in due posti diversi, ma sempre nel centro di Firenze. Sin dall’inizio il nostro sogno era però quello di fare qualcosa insieme, insomma di metterci in proprio. Dopo aver riempito il nostro bagaglio culturale con esperienze, competition e studi vari, quando meno ce l’aspettavamo è arrivato il giorno che attendevamo da anni. Ricordiamo ancora la nostra prima telefonata, l’entusiasmo di aver trovato finalmente il posto giusto… Non abbiamo avuto alcun dubbio!”. La loro voce ancora adesso è piena di entusiasmo, ma anche di consapevolezza e determinazione.

Sono due storie simili, quelle di Amir e Mehran, iraniani d’origine che a Firenze hanno trovato il loro nuovo posto nel mondo. Personalmente e professionalmente. E pensare che il primo era venuto in Toscana per studiare architettura, decoration e interior design, mentre il secondo si era iscritto all’università per radiologia. Questa passione comune li ha portati invece sulla strada del bar, conducendoli – fra sacrifici e interminabili turni notturni – fino alla grande (ri)apertura di un paio di mesi fa.

I risultati, almeno finora, danno ragione a Amir e Mehran, perché il nuovo Bitter Bar attira ogni sera sia chi lo frequentava in passato sia chi è curioso di provare un’esperienza di bar inedita che ci riproietta negli anni ruggenti del Proibizionismo. Non è certo un caso, del resto, il fatto che i drink più richiesti siano l’immortale Hanky Panky, così come De La Louisiane e Corpse Reviver n.2. Ammalianti sorsi di un’epoca proibita, fra antichi candelabri e conversazioni a bassa voce, per dare un tocco di mistero alle notti fiorentine. 

Foto di Mike Tamasco

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