In Danimarca cresce il boicottaggio dei marchi statunitensi e tra i bersagli principali c’è Coca-Cola. A riportarlo sono Reuters e il Financial Times, secondo cui i consumatori danesi stanno evitando il celebre soft drink in segno di protesta contro le recenti dichiarazioni del presidente Donald Trump.
Alla fine di marzo, Trump ha ribadito l’intenzione di far entrare la Groenlandia sotto il controllo statunitense, affermando pubblicamente che “gli USA otterranno la Groenlandia al 100%, anche con la forza militare se necessario”. Le parole hanno provocato un’ondata di indignazione in Danimarca, contribuendo a un clima di forte ostilità verso i prodotti americani.
Jacob Aarup-Andersen, CEO di Carlsberg, che imbottiglia e distribuisce Coca-Cola in Danimarca, ha confermato il calo dei volumi: “C’è chiaramente un boicottaggio dei brand USA, e in Danimarca lo vediamo più che altrove.” A beneficiarne sono le alternative locali: le vendite della danese Jolly Cola sono cresciute di 13 volte a marzo secondo la catena Rema 1000.
Aarup-Andersen ha sottolineato che Coca-Cola e Pepsi sono prodotte localmente da lavoratori danesi, definendoli “marchi parte del tessuto industriale nazionale”, ma ha aggiunto che Carlsberg rispetta le scelte dei consumatori.
Il caso danese si inserisce in un contesto globale: Coca-Cola ha affrontato boicottaggi anche in Messico, per le tensioni commerciali con gli USA, e in numerosi Paesi musulmani per motivi geopolitici.
Un contesto difficile per i soft drink
Nel primo trimestre 2025, Carlsberg ha riportato un calo organico del 4% nel segmento soft drink, in parte influenzato anche da dinamiche locali come quella danese.
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