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C’è una giovane realtà vitivinicola che in Puglia che sta scrivendo una pagina importante dell’enoturismo, facendo impazzire americani e locals. Cantine Amalberga, siamo a Ostuni in provincia Brindisi, un progetto enoico nato dalla passione di Dario De Pascale e dagli amici e soci Roberto Fracassetti e Roberto Candia, insieme agli enologi Valentino Ciarla e Gloria Battista. Mission rivalutare il territorio della Valle d’Itria mettendo insieme enogastronomia, ospitalità e vini biologici d’eccellenza, per riscoprire e valorizzare la Doc Ostuni, una denominazione storica, nata nel 1972, ma dal forte potenziale ancora inespresso.

REPARTO CORSEVorrei che Amalberga diventasse una sorta di reparto corse dell’enologia pugliese“- racconta Dario De Pascale, l’anima del progetto. Una domenica di fine maggio, siamo andati a scoprire direttamente dal vino questa nuovissima cantina che è stata completata da pochi mesi, ma il progetto Amalberga è stato avviato più di 10 anni fa, per la creazione di un’azienda vitivinicola contemporanea nei vini, nell’architettura e nell’accoglienza. “Finalmente la cantina è operativa a tutti gli effetti, quando siamo partiti abbiamo avuto subito grande attenzione alla sostenibilità, rispettando il suolo e puntando all’efficienza energetica e al bilancio idrico a zero perdite, tramite la raccolta di tutte le acque piovane in ampie cisterne e il riutilizzo di quelle impiegate nelle diverse attività. Abbiamo voluto situare la parte produttiva nel sottosuolo a 12 metri di profondità per sfruttarne le temperature costanti, consentendo vinificazioni ottimali e limitando notevolmente l’uso della climatizzazione artificiale, inserendo della vasche di cemento che rimetteremo in funzione. Le soddisfazioni non mancano e sono quotidiane, sono gli ingredienti che ci danno la forza per andare avanti”.

Dario De Pascale

AMALBERGA Il nome è ispirato ad Amalberga di Temse, Santa Fiamminga protettrice di agricoltori a marinai, così è stato battezzato il nome della cantina che all’inizio avrebbe dovuto chiamarsi in un’altra maniera. “Eravamo partiti con un altro nome, ma essendo un toponimo non potevamo utilizzarlo. Così è nato un lavoro di studio e di ricerca, dopo una selezione è venuto fuori Amalberga, un nome che rimane impresso nella memoria e il legame con una santa non guasta mai…”. Amalberga sin da subito si è distinta per riscoprire gli autoctoni pugliesi ed esaltarli, dentro quella Doc Ostuni che porta il nome di una città importante anche dal punto di vista turistico. Vitigni autoctoni come Francavidda, Impigno, Minutolo, Verdeca, di Bianco d’Alessano tra i bianchi, mentre tra i rossi troviamo Ottavianello, Primitivo, Susumaniello, Aleatico e Negroamaro, alcuni dei quali erano stati dimenticati e stanno vivendo una nuova vita. “Volevamo elevare l’enologia ostunese, qui c’è un patrimonio storico importante di vigne vecchie che si tramandano da generazioni, con età delle vigne di oltre sessant’anni in alcuni casi. Mio nonno sin da bambino mi ha trasmesso l’amore per la vigna dove sono nato, dopo varie esperienze nel mondo della ristorazione e dell’ospitalità ho voluto creare un progetto insieme ai miei soci che racchiudesse tutto questo e mia moglie Gloria, conosciuta sui banchi di enologia all’Università di Lecce”.

ACCOGLIENZA E ORTO Una cantina intorno a un orto, l’area dedicata all’accoglienza lascia a bocca aperta, con linee pulite in un giardino di oltre 6.000 mq popolato da alberi di quercia, olivi secolari, muri a secco, trulli, piccoli boschi, in un perfetto equilibrio armonioso tra modernità e natura. Il wine bar e il punto vendita sono situati in un antico trullo saraceno restaurato, la ricca offerta dell’azienda vitivinicola ostunese racconta l’autenticità di un territorio facendo riscoprire il gusto della convivialità e accogliere gli ospiti immersi tra i profumi dell’orto, con un piatto di pasta fatto in casa e il vino prodotto nelle campagne di Ostuni. “Cose semplici ma fatte bene, il nostro approccio è un invito a rallentare, riscoprendo il gusto autentico della convivialità- precisa Dario – Siamo fortunati ad essere in una posizione unica, nella strada statale che collega Ostuni a Cisternino. Se non fossimo qui non avremmo mai pensato a una struttura di questo tipo, la gente ci sta scoprendo grazie al passa parola ma anche al fatto di essere su una delle strade di passaggio più frequentate della Puglia. In questo periodo ci sono un sacco di americani che si stanno innamorando della nostra realtà, ma stiamo andando forte anche con i locals che apprezzano la nostra proposta fatta di sapori veri, anche perché anche dalle nostre parti ormai non c’è più tempo per mettersi a cucinare come una volta”.

STUNE E VERDECA La parte wine ovviamente ha la sua importanza, tutto gira intorno al vino ma sarebbe riduttivo. Prodotti identitari come l’Ostuni Bianco “Stùne” 2024, ottenuto da uve Impigno 50% e Francavidda 50%, vini che raccontano il territorio. Una interpretazione della Doc declinata in rosso con l’Ostuni Rosso Ottavianello “Stùne” 2024, dall’omonima uva in purezza, vendemmiata in maniera scalare. “Questo è un vino in cui facciamo tre vendemmia, partiamo ad agosto per sfruttare la freschezza e l’acidità delle uve, terminiamo a ottobre sfruttando le caratteristiche di maturità. Un approccio scalare che è più oneroso in termini pratici ma che nel bicchiere regala grandi soddisfazioni già oggi, ma che con il tempo probabilmente si evolveranno con caratteristiche diverse. Riusciamo in questa maniera a gestire anche la complessità di un cambiamento climatico che vede sempre più condizioni estreme, quindi sta a noi raccogliere le uve al top della loro maturazione”. Tra i vini più interessanti anche la Verdeca 2023, un’espressione elegante e complessa di un vino che denota sin da ora già di avere il pedigree per invecchiare alla grande. “Siamo molto soddisfatti dell’impatto che stanno avendo i nostri vini su chi li assaggia, vogliamo che questa cantine diventi prima di tutto il luogo dove conoscere i nostri prodotti dando sempre più spazio alla vendita diretta anche tramite l’e-commerce, mentre sul mondo ho.re.ca vogliamo essere protagonisti sulle migliori tavole di Puglia e Basilicata ma non abbiamo pretese di coprire tutto il territorio nazionale”.

ENOTURISMO Una visita in cantina dai sapori autentici di Puglia e tanto altro. L’azienda vitivinicola ai piedi della Città Bianca propone tante attività per creare occasioni di incontro tra persone, prodotti e storie, con esperienze genuine alle porte della Valle d’Itria. AmaDopolavoro, un percorso guidato alle aree di vinificazione e affinamento, seguito da una degustazione di tre etichette della cantina accompagnate da un tagliere di prodotti locali nel suggestivo trullo saraceno. Visita AmaKM0, un’immersione approfondita nel mondo di Amalberga, con la raccolta di ortaggi e verdure direttamente nell’orto della proprietà, per poi proseguire con un tour in cantina e concludere con un pranzo di quattro portate, abbinato a quattro calici selezionati. Cooking Class, un corso intensivo di cucina pugliese che si svolge all’interno dell’azienda con l’utilizzo degli ingredienti di stagione raccolti nell’orto adiacente. Pasta Making invece fa mettere le mani in pasta, con un vero e proprio laboratorio di cucina dove gli ospiti impareranno a fare i diversi formati tradizionali pugliesi. Non solo esperienze enogastronomiche, Amalberga organizza durante l’anno diversi eventi tematici. Defaticama è un festival dedicato al piacere della vita lenta, con aperitivi al tramonto, dj set e musica dal vivo. Infine ogni mese si ripete Amalgama, un incontro che celebra i sapori dei produttori locali con giochi di abbinamenti, tra degustazioni e racconti di territorio.

INFO amalberga.it/

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