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Le arance calabresi di Rosarno non spariranno dalle lattine delle aranciate Fanta. La rassicurazione arriva dai vertici della Coca Cola Company, convocati dal ministro delle Politiche agricole Catania, dopo le polemiche scoppiate nei giorni scorsi a seguito della rincorsa di notizie che volevano il colosso americano intenzionato a tagliare il cordone con i produttori calabresi per tutelare la propria immagine di fronte allo sfruttamento del lavoro di lavoratori immigrati e clandestini. “L’azienda non ha mai avuto intenzione di ritirarsi dal mercato italiano e dalla Calabria – ha detto il direttore generale affari pubblici Europa di Coca Cola, Salvatore Gabola -. Il marchio Fanta non lascia il mercato locale e non lascia Rosarno. Le notizie riportate nei giorni scorsi – prosegue – erano erronee e riguardavano solo un fornitore, ma dato l’eco ricevuta abbiamo scelto di intraprendere da subito la contrattazione con i fornitori calabresi. E’ nostra intenzione – ha aggiunto – realizzare contratti più sostenibili”.


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In tale ottica l’azienda ha affermato l’intenzione di incrementare gli acquisti di prodotto trasformato rispetto allo scorso anno e ha confermato l’impegno a comprare sul mercato italiano l’intero fabbisogno di prodotto utile per la produzione della Fanta per l’Italia. In prospettiva Coca Cola ha inoltre spiegato di voler adottare un approccio pluriennale nella discussione dei contratti (ad oggi vengono invece rinegoziati ogni anno). “Un messaggio di rasseneramento – ha commentato il ministro Catania – . Non c’è motivo di preoccuparsi, non c’è nessun presupposto di abbandono delle imprese, semmai ci sono i presupposti per rilanciare la collaborazione su nuove e più proficue basi”. Sul tavolo c’è però la spinosa questione dello sfruttamento del lavoratori immigrati dalla quale è nata la polemica in questi giorni, sollevata da un periodico britannico. “Non sempre le condizioni di raccolta delle arance – ha confermato il ministro Catania – sono in linea con gli standard, ma Coca Cola ha assicurato piena collaborazione nel verificare il rispetto di condizioni di lavoro equo, annunciando audit e controlli più stringenti. Il ministero aprirà inoltre un tavolo con le istituzioni locali, le imprese agricole e le aziende coinvolte nella filiera, per migliorare la competitività del settore (in particolare affrontando il problema della frammentazione dell’offerta e della lungaggine della filiera), tutelare il reddito dell’azienda agricola e migliorare le condizioni lavorative degli immigrati”.

Fonte: www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=162362

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