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Arriva sempre, nella vita di tutti, il tempo della “seconda navigazione”. Quando cala il vento a far muovere la nave ci pensano i remi. Ci si spinge al confronto con le proprie fatiche ma anche con le proprie idee che non necessariamente devono prevedere formule matematiche ma sicuramente devono essere simbolo di un desiderio. Un piacere di vita raggiunto (in questo caso appena iniziato) fatto di giuste misure che non è e non deve essere uguale per tutti. Un prologo per anticipare la realizzazione di un nuovo progetto nei sempre più affollati Colli Tortonesi, in Piemonte.

 

Gian Paolo Repetto e la moglie Marina

 

I protagonisti di questa traversata sono Gian Paolo Repetto e la moglie Marina che dal mondo delle materie plastiche e dei metalli decidono di tornare in campagna per dedicarsi alla fioritura di una loro definizione di Timorasso. La tecnologia c’è, eccome, e viene usata con il massimo rispetto per la natura all’interno di un progetto che arricchirà la denominazione tutta. Si vinifica con Vinoxygen senza travasi cosi da ridurre l’uso di solfiti e dall’altra, in vigna, non si impiegano prodotti dannosi nelle tecniche colturali per un’agricoltura tecnologicamente sostenibile. Gian Paolo è uomo di grande garbo ma anche scrupoloso ed attento. Inizia a raccontare il suo percorso dai suoi primi esperimenti di vinificazione del 2013. E una volta incrementati gli ettari bisognava trovare uno specialista. L’agrotecnico Davide Ferrarese accetta la sfida, dal 2017 è lui a gestire tutta la parte agronomica. Ai quindici ettari attuali se ne aggiungeranno altri undici dedicati a barbera, croatina, freisa e timorasso tra Sant’Agata Fossili e Sarezzano.

 

In quest’ultimo le esposizioni sono quattro con pendenze incredibili con marne, terreni calcareo-argillosi. Per la fine del 2019 sarà anche ultimata la cantina nuova in località Mongualdone, in un versante Unesco che prende il nome dai nobili signori che un tempo vivevano nel castello demolito nel 1418. Si è pensato a 360° perché oltre al vino, si farà enoturismo, sorgerà una piccola struttura ricettiva ma quello che più sorprende è la generosità di Gian Paolo e la sua voglia di sperimentare. In un ettaro e mezzo si studieranno (prima) i porta innesti e poi i cloni migliori di Timorasso. Un investimento di cui beneficeranno tutti i Colli Tortonesi. E giusto per tenere alto il livello di curiosità ci sono anche 4000 metri di moscato nero di cui in un futuro non troppo lontano si dovrà decidere cosa farne, come vinificarlo.

In attesa della nuova tenuta attualmente si è già operativi in località Castellazzo a Montemarzino con otto referenze all’attivo tutte disponibili nel mercato. E se per i greci Areté è la virtù, “parlare di ciò che rende la vita umana degna di esser vissuta, un esempio per gli altri”, già dalle etichette e dai nomi si evince tutto questo. Tutta la profondità e lo spessore, il lavoro silenzioso che c’è dietro la famiglia Repetto.

 

 

 

Diagonale (5000 bottiglie | 6 euro) è il vino rosato che vede un passaggio in solo acciao; un vino del futuro, trasversale. E il 2017 con un 70% di barbera e un 30% di freisa è gioioso, coloratissimo. Ci sono la cipria e la fragola ma anche la pesca e un velo di sale grigio bretone, raro e di grande intensità. È splendido nel suo scorrere in bocca con questo suo timbro sapido ma anche serico. E poi c’è Origo, origine, il Derthona 2017 che piace per i suoi echi burrosi e per la sua cremosa freschezza. Si assapora un’albicocca sciroppata divisa da strati di sale compatti e freschi che sostengono il sorso a lungo. Un bel biglietto da visita per il Derthona. (4000 bottiglie | 18 euro).

 

Info: vignetirepetto.it

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