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Vendere più grappa oggi non è semplice, e la maggior parte dei produttori lo riconosce apertamente. Il mercato è cambiato, i gusti dei consumatori si sono evoluti e le abitudini legate a questo distillato si sono in parte disperse con il tempo. Eppure, proprio in questa complessità molti vedono l’opportunità di ripensare il modo in cui la grappa viene comunicata, raccontata e proposta.

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La prima esigenza che emerge è quella di educare il consumatore, facendo cultura intorno alla grappa. Spiegare che non è solo un alcolico forte e difficile, ma un prodotto ricco di sfumature, di legami con il territorio e di storie artigianali. Ci sono ancora pregiudizi da superare: l’idea che la grappa sia ruvida, per “palati forti”, risale a un tempo in cui la qualità media era diversa. Oggi le distillerie italiane offrono prodotti eleganti, complessi, capaci di sorprendere anche i più scettici.

Ma perché questo messaggio arrivi, è necessario comunicarlo bene. Cosa che evidentemente non viene fatta: Grappa News sarà costretta a variare la rubrica “La settimana della grappa” nel “mese della grappa” perché le ricerche sul web non offrono che un paio di notizie la settimana. La comunicazione, infatti, è un altro tema centrale. Chi investe in social, eventi, degustazioni e storytelling riesce ad avvicinare nuovi segmenti di pubblico, soprattutto tra i giovani. Non basta più “esserci”, serve raccontarsi nel modo giusto, con linguaggi adatti ai diversi canali.

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Un’altra strada considerata promettente è la miscelazione. Sempre più produttori vedono nei cocktail una possibilità per far conoscere la grappa a un pubblico nuovo. Il suo profilo aromatico deciso può diventare una risorsa per creare combinazioni originali, a patto che chi miscela abbia competenza e sensibilità per rispettarne l’identità. Alcuni, però, restano scettici: temono che l’intensità della grappa possa coprire gli altri ingredienti, o che venga banalizzata se non usata con criterio. Inoltre, alla base resta la filosofia dei puristi: la grande personalità della grappa va apprezzata attraverso un assaggio attento e competente. E, come se non bastasse, per dare forza a un cocktail ci sono alcol molto meno costosi. Infine, molti produttori sottolineano la necessità di differenziare l’offerta e trovare nuove vie di mercato, come l’esportazione, la produzione di varianti barricate, aromatizzate o monovitigno, e in generale un posizionamento più attento alla qualità percepita.

La grappa è un prodotto che può ancora dire molto, ma ha bisogno di un rilancio consapevole e coerente, che tenga insieme assaggio e innovazione. La sfida, insomma, è culturale prima ancora che commerciale: riportare la grappa al centro di un discorso contemporaneo, capace di coinvolgere, incuriosire e appassionare. Solo così potrà tornare a crescere.

FONTE: www.grappanews.com

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