Come sta andando il consumo domestico degli aperitivi alcolici in Italia? Il settore degli aperitivi alcolici, dopo una fase di crescita, sembra essere giunto a una fase di normalizzazione anche per quanto riguarda il consumo domestico con il dato della penetrazione di tutte le principali categorie che registra un calo. Questa la sintesi di un’indagine di mercato realizzata da YouGov, tra i leader del mercato nelle ricerche sul mondo del largo consumo, attraverso lo shopper panel di 15.000 famiglie rappresentative della totalità delle 26 milioni di famiglie italiane.
Una contrazione dei consumi che secondo Marco Pellizzoni, direttore commerciale di YouGov, sarebbe svincolata dalle tensioni su dazi e guerra dei prezzi. “Non è un momento semplice per i consumi di alcolici a casa ma con tutta probabilità le previsioni di trend non brillanti per il comparto hanno poco a che fare col tema dazi e guerra dei prezzi. Si tratta piuttosto di un nuovo atteggiamento emergente da parte di un numero in aumento di consumatori che preferisce ridurre i consumi di alcol in generale, associando questo comportamento a maggiori benefici in termini di salute e benessere che sono temi di crescente rilievo per i consumatori”.

Uno scenario che secondo YouGov vede comunque delle eccezioni a queste tendenze, come nel caso del comparto degli spirits ready to drink/ready to serve, che pur calando in penetrazione, registra una buona performance in acquisto medio grazie sia alla frequenza d’acquisto (le famiglie li acquistano più spesso, frequenza 2,7 vs 2,5) che all’acquisto medio per atto (acquisto medio cresciuto a 1,416 litri). Punto di fondo sarà il tema dell’innovazione per sostenere i consumi, soprattutto in questo comparto sempre più alla ricerca di proposte con un taglio innovativo e dinamico.
A sostenere gli acquisti del settore secondo la fotografia di YouGov sono soprattutto le famiglie di classe socio-economica più elevata, in particolare quelle del Nord del Paese, mentre le politiche codice della strada sembrerebbe che abbiano avuto il loro peso. “Stanno incidendo in modo significativo e si combinano al tema della moderazione generale di consumi alcolici- continua Marco Pellizzoni- Notiamo dai nostri dati un aumento dell’astemia soprattutto tra i giovani 18-24 anni e naturalmente questi fenomeni possono portare anche a una contrazione dei consumi in casa, quando si traducono in abitudini consolidate”.
Rispetto al passato, nelle fasce di età dei consumi domestici ci sono delle differenze che sono emerse dalla ricerca di YouGov Italia. “Le fasce di shopper più giovani hanno ridotto i volumi acquistati di tutte le maggiori categorie dell’alcolico- conclude Pellizzoni- questo si ascrive sicuramente nel quadro di una maggiore attenzione a benessere in generale”.