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COVID-19, occhio alla bufala: l’alcool non aiuta a sconfiggere il virus


La scorsa settimana, una ragazza del viterbese era stata fermata alla guida con un quantitativo d’alcool nel corpo pari a sei volte quello permesso. E per giustificarsi, non ha esitato a spiegare che le serviva “per difendersi dal Coronavirus”. Scarsa informazione, panico generale e allergia alle regole: c’è da chiarirlo. Bere alcool non aiuta a sconfiggere il virus. Eppure la bufala prende piede alla grande.

Un comunicato di Assoenologi di pochi giorni fa, firmato dal presidente Riccardo Cotarella, stabiliva senz’altro l’impossibilità per il virus di vivere all’interno di bottiglie di vino o nei suoi imballaggi, stante l’alta concentrazione di alcool e l’ambiente ipotonico. Ma segnalava anche un fantomatico “consumo moderato di vino, legato al bere responsabile, che può contribuire ad una migliore igienizzazione del cavo orale e della faringe: area, quest’ultima, dove si annidano i virus nel corso delle infezioni”. E qui proprio chiarissimo e rigido nel riportare le fonti, il comunicato non è stato, contribuendo al diffondersi di false certezze e rimedi potenzialmente pericolosissimi.

In India, ad esempio, pare si sia scatenata una sorta di credenza comune per cui cospargersi il corpo di alcool puro o cloro, può prevenire il contagio o addirittura portare alla guarigione. In merito all’argomento, la OMS ha freddamente replicato che ” non è affatto vero, queste sostanze non possono eliminare un virus già all’interno del corpo. Anzi, possono soltanto essere dannoso per pelle, occhi e indumenti”. Per chiarire altri dubbi provenienti da richieste indiane, la OMS ha specificato inoltre che “un bagno caldo non aiuta a prevenire il contagio, e il virus non si trasmette attraverso materiali provenienti da Cina o altri paesi infetti”.

Può sembrare assurdo, eppure disinformazione e scarso senso pratico possono tranquillamente portare a credere in certe voci. In Iran, uno dei paesi più martoriati dal virus con più di 300 morti, il consumo d’alcool è vietato per legge; gli unici alcolici disponibili sono quelli di contrabbando, e soltanto la scorsa settimana sono stati registrati 44 casi di decessi legati al consumo eccessivo di alcool tossico e illegale, proprio in virtù delle voci che lo vogliono come cura del COVID-19. Secondo Ali Ehsanpour, portavoce della Ahwaz University of Medical Sciences, i soggetti avevano bevuto alcool il cui etanolo era stato sostituito con il metanolo (tossico ovviamente), utilizzando addirittura la candeggina per mascherare il colore falso. Sette “distillatori” sono stati arrestati.

Sempre la OMS tiene a specificare che l’alcool può aiutare, sì, ma utilizzato propriamente. Una concentrazione al 60% in un detergente liquido, ad esempio, è fondamentale per potersi lavare la mani frequentemente. Così come disinfettare spesso le superfici, e anche in quel caso vanno prese precauzioni rigide. Alcool da utilizzare, quindi, non certo da bere. Per quanto stappare una bottiglia in più, in questi giorni di reclusione, non sarà mai una cattiva idea.

 

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