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Documento tratto da cartella stampa O-I Vinitech
Inviata alla stampa
Per la diffusione al pubblico
VINITECH – Bordeaux – Francia
30 novembre – 2 dicembre 2010
Ufficio Stampa: agenzia Ad Personam sas
Contatto: Marilde Motta Tel. 0381.910104
contatti@adpersonam.euwww.adpersonam.eu

SOMMARIO: Nello sforzo di valutare completamente l’impatto ambientale dei suoi contenitori in vetro, O-I ha recentemente condotto il completo Life Cycle Assessment (LCA) di una sua bottiglia in vetro. Questo esaustivo studio globale ha misurato le emissioni di anidride carbonica generate da ogni passaggio del ciclo di vita del vetro, dall’estrazione delle materie prime usate per fare il vetro al riuso, al riciclo o all’invio in discarica delle bottiglie e dei vasetti in vetro. La valutazione di O-I rappresenta uno dei primi studi completi nell’industria del packaging per misurare il completo carbon footprint. Sebbene questo approccio completo può sembrare sensato, tuttavia gli standard internazionali per misurare e rendicontare il carbon footprint sono aperti all’interpretazione. Come risultato ci sono ampie variazioni nel modo in cui le società e le industrie misurano la loro impronta di CO2.

Riferimento temporale: dicembre 2010

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Alcune valutazioni ignorano cosa accade prima che le materie prime raggiungano lo stabilimento e dopo che lo lasciano (è la valutazione “gate to gate”). Nei casi in cui le materie prime richiedano processi estesi, come l’estrazione e la lavorazione del petrolio per fare i pellet (il granulato) per le bottiglie per l’acqua in PET (polietilene tereftalato), questi possono comprendere una considerevole porzione del completo carbon footprint del prodotto. Nel caso delle bottiglie per l’acqua in PET, l’estrazione e la lavorazione delle materie prime sono responsabili per oltre il 50% delle emissioni di CO2..Altre valutazioni non tengono conto di ciò che accade dopo che il prodotto finito lascia la fabbrica (valutazione “cradle to gate”). La rimanente parte del ciclo di vita del prodotto (come trasporto del prodotto finito alla grande distribuzione, uso da parte dei consumatori, riuso, riciclo o invio in discarica del materiale) non è inclusa.

Un altro tipo di valutazione (definito “cradle to grave”) non riflette l’impatto del riciclo o riuso sul carbon footprint. Nell’esempio della bottiglia per l’acqua in PET, questo tipo di valutazione non prende in considerazione il fatto che i contenitori in PET sono riciclati, ma più spesso downcycled (riciclo aperto) e trasformati in sedie di plastica o tessuti, come risultato, si apre una nuova fase del ciclo di vita. Questo è in stridente contrasto con il vetro che può essere riciclato all’infinito in nuovi contenitori senza perdita di qualità. Questo è definito riciclo chiuso.

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Il problema è che queste variazioni nella valutazione del ciclo di vita non sono facili da identificare. Sebbene ci sia una organizzazione internazionale di standardizzazione (ISO), lo standard che si applica alla LCA è ISO 14040 per la valutazione del completo ciclo di vita, non c’è mezzo per rendere obbligatorio questo standard. Come conseguenza è virtualmente impossibile comparare il carbon footprint di un contenitore con quello di un altro. Nel settore del packaging le società produttrici di cibi e bevande per i consumatori, il sistema distributivo e le organizzazioni ambientaliste rimangono confuse e incerte in cosa credere.

O-I sta cercando di essere il più chiaro possibile nel misurare e riferire i dati del proprio carbon footprint, usando il metodo “dalla culla alla culla”, per il carbon footprint dei suoi contenitori in vetro. E’ soltanto analizzando ogni singola fase del ciclo di vita di ogni materiale da imballaggio che si può fare una comparazione accurata del carbon footprint.. O-I incoraggia tutti gli altri produttori di packaging in diversi materiali ad adottare il metodo della completa valutazione del ciclo di vita. O-I userà i dati della sua LCA come base per tracciare i progressi della società nel ridurre il suo impatto ambientale durante la prossima decade.

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I punti salienti della LCA di O-I sono:
un contenitore in vetro da 355 ml (ovvero la bottiglia più usata al mondo per la birra e i soft drink) genera 0,171 kg di CO2 dal momento in cui le materie prime sono estratte fino a quando il contenitore in vetro è riusato o riciclato
una tipica bottiglia da vino da 75 cl, pesante 410 gr, produce 0,204 kg di CO2, mentre una bottiglia in vetro di peso alleggerito da 345 gr genera solo 0,172 kg di CO2. Confrontando una bottiglia in PET da 54 gr vuota, la CO2 prodotta è di 0,374 kg se si analizza con il metodo “dalla culla alla culla”, ovvero genera CO2 più che doppia del vetro
una bottiglia da vino “single serve” da 187 ml, pesante 145 gr, genera 0,072 kg di CO2, più che dimezzando il carbon footprint
il trasporto dei contenitori in vetro finiti pesa solo per un 4/5% sul completo carbon footprint del vetro
la riduzione delle emissioni ottenuta usando vetro riciclato nel processo produttivo di nuovi contenitori va oltre la cancellazione delle emissioni generate dal trasporto del prodotto finito

Per incoraggiare gli altri produttori di packaging a condividere le informazioni sul loro completo ciclo di vita, O-I ha anche calcolato il completo carbon footprint di alluminio e PET come parte integrante della sua LCA, usando dati disponibili e pubblici. La tabella mostra il carbon footprint della più utilizzata bottiglia al mondo per birra e soft drink (quella da 355 ml) misurato in kg di CO2 prodotta. Questo raffronto mostra che il vetro ha il più favorevole carbon foortprint in Nord America, Europa e Asia, mentre in America latina vetro e alluminio di equivalgono.

Il vetro ha numerosi attributi intrinseci che ne fanno una scelta di packaging naturalmente “verde”. Il vetro è composto da risorse pure che sono abbondanti in natura, fra cui sabbie silicee, calcare e carbonato di soda. Il vetro è anche riusabile e riciclabile all’infinito. Una bottiglia “a rendere” è usata abitualmente da 20 a 30 volte. Ogni anno O-I usa circa 5 milioni di tonnellate di vetro riciclato (cullet) per fare nuove bottiglie e vasetti, facendo di O-I il più grande utilizzatore al mondo di vetro post-consumo. In Europa O-I utilizza circa il 47% di vetro riciclato e questa percentuale può salire fino al 90% a seconda del colore del vetro che deve essere prodotto e della disponibilità di cullet di buona qualità.

Oltre a ridurre il materiale inviato in discarica, riciclare il vetro consente un immediato risparmio energetico nel processo produttivo e la riduzione delle emissioni di CO2 rispettivamente del 3% per l’energia e del 5% per le emissioni.O-I sta investendo pesantemente nelle sue capacità di ricerca e sviluppo ed è attivamente impegnata nella ricerca destinata a migliorare i processi produttivi e i prodotti per ridurre ulteriormente l’impatto ambientale del vetro.La ricerca di O-I mette in grado l’aziende di produrre contenitori di peso alleggerito che consentono significative riduzioni nell’uso di energia.

INFOFLASH/ O-I

Milioni di volte al giorno, i contenitori in vetro di O-I forniscono alle persone in tutto il mondo, molti dei prodotti più conosciuti dai consumatori. Con una posizione leader in Europa, Nord America, Asia Pacifico e America Latina, O-I produce contenitori preferiti dai consumatori, in vetro al 100% riciclabile, che consentono ai prodotti di avere un gusto superiore, purezza, attrattiva visuale e benefici di valore. Fondata nel 1903, la società impiega oltre 24.000 persone e ha 81 impianti produttivi in 22 Paesi. Nel 2009, le vendite nette sono state di 7,1 miliardi di dollari USA +info: www.o-i.com.

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