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Sabato 28 e domenica 29 novembre a Piacenza Expo non è andata in scena la quinta edizione della mostra-mercato promossa dalla FIVI Federazione Italiani Vignaioli Indipendenti, ma è stata una vera e propria festa del vino. In crescita i numeri di affluenza, che si sono alternati ai 330 banchi di degustazione dei vignaioli della FIVI.

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Dopo una cerimonia di apertura, dal carattere sobrio ed essenziale, è stato consegnato il premio Romano Levi Vignaiolo dell’anno a Elisabetta Fagiuoli, vignaiola in San Giminiano. Sono state quindi consegnate le targhe FIVI a nove nuovi punti di affezione. Sale così a 23 il numero di enoteche e ristoranti in tutta Italia che propongono in modo particolare i vini dei vignaioli e che possono esporre lo stemma dell’associazione.  Premiate infine le foto vincitrici del contest #indipendentipernatura, lanciato sui social media da FIVI che dall’inizio dell’estate ha raccolto 660 scatti in vigna o nella natura. 25 le foto selezionate da una giuria tecnica esposte in Fiera. Di queste, cinque sono state premiate. Il primo premio è andato ad Alvise Barsanti, fotografo veronese.

NUMERI

6.000 persone alla quinta edizione per la mostra-mercato dei produttori associati alla FIVI, la più grande manifestazione di questo genere in Italia, che quest’anno ha compiuto un ulteriore passo avanti con gli spazi della fiera di Piacenza gremiti come non si era mai visto. 330 espositori provenienti da tutta la penisola (erano 265 lo scorso anno); 10 Artigiani del Cibo, le aziende produttrici di tipicità gastronomiche in abbinamento ai vini; 400 carrelli pronti per trasportare i vini acquistati. “Non esiste al mondo altra fiera di questo tipo dove si possono acquistare i vini– racconta Costantino Charrere, patron dell’azienda valdostana Les Crestes e Past Presidente della FIVI- Quando abbiamo iniziato cinque anni fa a Piacenza non so quanti avrebbero pensato a questi numeri oggi, siamo orgogliosi“.

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Costantino Charrere patron di Les Cretes con la moglie

MOVIMENTO IN CRESCITA

Sono state due giornate di festa – spiega Leonildo Pieropan, vicepresidente FIVI – per noi vignaioli e per tantissimi appassionati ai quali abbiamo potuto raccontare i nostri territori e i nostri vini. Un momento di incontro davvero coinvolgente”. Il pubblico ha colto l’occasione per portare a casa le bottiglie degustate. “Questo è un segno – precisa Pieropan – che il nostro lavoro viene apprezzato. Abbiamo visto tanti carrelli colmi a fine giornata, mediamente ciascun visitatore ha comprato non meno di 6-9 bottiglie”. La FIVI sta registrando un aumento degli associati, ma sta registrando anche una crescita tra i propri vignaioli. Perchè crescità può anche significare aumentare la qualità, come spiega il campano Luigi Maffini dell’omonima azienda. “Noi stiamo aumentando la nostra capacità di produzione, aumentando la superficio vitata e aumentando anche la qualità, tutto questo è possibile non con la mera logica dei numeri, perchè i conti li facciamo solo a fine anno, ma con una crescita integrata“.

Marco Pecorari
 Marco Pecorari

FACCE DA VIGNAOLI

Tante le facce da vignaioli. Visi diversi da loro, alcuni segnati dal sole dello stare in vigna, altri dal viaggio per raggiungere Piacenza, tutti accomunati da un sorriso nel poter spiegare per due giorni i propri vini ad un pubblico attento e selezionato. “Quando hai a che fare con il vino entri in contatto con una dimensione diversa, si tratta sempre di lavoro per noi, ma sappiamo che dall’altra parte hai chi deve acquistare una bottiglia per condividere una gioia in famiglia, con gli amici, oppure semplicemente per bere un buon vino“- il pensiero dell’azienda Toscana Paradisone. Tanti volti sorridenti ma anche facce nuove. Il giovane friulano Marco Pecorari ha da poco aperto la sua azienda agricola e si è associato alla FIVI. “Perchè anche per una micro-azienda coma la mia c’è bisogno di un’associazione che può dare delle grandissime opportunità e un aiuto per le tre fasi di produzione, vinificazione e vendita– ci racconta mentre ci fa assaggiare un po’ di Malvasia Istriana, di fianco agli amici di Vignai da Duline, perchè FIVI significa anche collaborazione.

LA NORVEGIA SCEGLIE VINO FIVI

Tra le iniziative messe in campo in questi mesi dalla Federazione guidata da Matilde Poggi segnaliamo un importante accordo con la Norvegia che vuole i vini dei vignaioli FIVI e lo mette nero su bianco in un bando di gara. Scorrendo l’ultimo tender indetto dal Monopolio di Stato della Norvegia si scopre infatti che l’appartenenza dell’azienda alla FIVI viene posta come condizione necessaria, in alternativa alla produzione biologica o alla conversione in atto. La richiesta vale per l’Aglianico IGT Campania dell’annata 2015, per il quale il bando scandinavo prevede “che siano produttori biologici, in conversione oppure soci FIVI”. È la prima volta che una richiesta di questo tipo giunge dal monopolio nazionale di un paese.

ESPERIMENTI E ASSAGGI

Tanti i vitigni riscoperti, cercando di valorizzare una tipologia, un clone che magari sino a qualche anno fa nessuno più guardava. Noi vi vogliamo segnalare alcune storie e assaggi delle aziende. Pietro Beconcini ha riscoperto il Tempranillo in Toscana, ora è diventato un vero e proprio simbolo della sua azienda.  Si è scoperto che il vitigno era coltvato a San Miniato almeno sino dal 1700, quando la zona attraversata dalla Via Francigena, era un’autostrada dell’epoca percorsa quotidianamente da una grande quantità di persone per raggiungere Roma in pellegrinaggio religioso, arrivando da tutta Europa, ed è la Spagna, secondo la ricostruzione dei fatti, che può essere il luogo di origine di queste piante. Alla Masseria Campito da sempre lavorano sul progetto di valorizzare l’Asprinio di Aversa. Un vino didattico, come ci hanno insegnato nei vari percorsi di approfondimento sul vino, uno dei pochi a sposarsi bene con la mozzarella, anche questa rigorosamente campana. Se  Darfo Boario Terme è famosa per l’acqua ci pensano Togni Rebaioli a fare conoscere il vino con una belle selezione di rossi di cui citiamo un Merlot in purezza. Zero infinto per Pojer & Sandri, significa zero trattamenti in vigna, zero fungicidi e zero insetticidi contro la tignola dell’uva, zero deriva, zero solforosa, zero lieviti commerciali liofilizzati, zero chiarificanti, zero filtrazioni, zero antiossidanti. Una tecnica ancestrale per arrivare ad un vino bianco frizzante, naturale, col fondo, a zero impatto chimico. Zero infinto appunto. La riscoperta della Tintinnilia in Molise, Nebbiolo di grande espressione con la Valtellina di Ar.Pe.Pe, le Piane di Boca, i Barolo di Ciabot Berton, il Barbaresco Rabaja di Giuseppe Cortese. Passando dall’isola di Lipari con una Malvasia di Lipari di Fenech, risalendo ai vini estremi di Valle d’Aosta con Grosjean. Questa una selezione degli assaggi fatti a Piacenza tra i 330 banchi di degustazione FIVI.

 

FIVI – FEDERAZIONE ITALIANA DEI VIGNAIOLI INDIPENDENTI

La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI) è un’associazione nata nel 2008 con lo scopo di rappresentare la figura del viticoltore di fronte alle istituzioni, promuovendo la qualità e autenticità dei vini italiani. Per statuto, possono aderire alla FIVI solo i produttori che soddisfano alcuni precisi criteri: “Il Vignaiolo FIVI coltiva le sue vigne, imbottiglia il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto. Vende tutto o parte del suo raccolto in bottiglia, sotto la sua responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta”. Attualmente sono poco meno di 1000 i produttori associati, da tutte le regioni italiane, per un totale di circa 10.000 ettari di vigneto, per una media di circa 10 ettari vitati per azienda agricola. 70 sono i milioni di bottiglie commercializzate e il fatturato totale supera 0,6 miliardi di euro, per un valore in termini di export di 250 milioni di euro. I 10.000 ettari di vigneto sono condotti per il 49% in regime biologico/biodinamico, per il 10 % secondo i principi della lotta integrata e per il 41% secondo la viticoltura convenzionale.

+info: www.fivi.itwww.mercatodeivini.it – Ufficio stampa FIVI: Michele Bertuzzo –

 

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