Gunpowder Gin Bruno Vanzan Edition: quando l’Irlanda incontra un fico viola italiano

Il 15 aprile, nella suggestiva cornice della Bruno Vanzan Academy a Sesto San Giovanni, è stata presentata ufficialmente la nuova BV Edition del Gunpowder Irish Gin, firmata dallo stesso Bruno Vanzan in collaborazione con la Shed Distillery di Drumshanbo, in Irlanda, fondata da Patrick J. Rigney, e con il supporto di Mixer Cocktails, distributore ufficiale del gin per l’Italia, che ha reso possibile questa collaborazione. Alla presentazione era presente anche Diego Salmi di Mixer Cocktails, che ha raccontato il dietro le quinte del progetto.

“Quando siamo arrivati in Irlanda — ha raccontato Bruno — pensavo di andare a fare un lavoro, e invece ho trovato una famiglia. L’Irlanda è diventata la mia nazione preferita.”

La BV Edition rappresenta un’evoluzione nella linea Gunpowder: un distillato che mantiene l’anima orientale del classico gin irlandese, ma si arricchisce di tre botaniche iconiche italiane: fico viola italiano, alloro e ginepro toscano.

“Il fico viola è istintivo, carnoso, godurioso. Lo mangi con le mani, ti sporchi, e questo volevo: un gin vivo, non costruito, vero come la mia esperienza in Irlanda.”

Il progetto, inizialmente pensato per il mercato italiano in 15.000 bottiglie, ha rapidamente preso una svolta inaspettata: dopo un primo incontro nella distilleria irlandese, Patrick J Rigney ha deciso di lanciare la BV Edition a livello globale, senza limiti di produzione.

“Patrick ci disse: ‘Le vostre idee sono così belle che questo prodotto merita di essere mondiale’… e così è stato.”

Una bottiglia dal design elegante, per l’occasione declinata in un viola profondo: un richiamo diretto al fico, una delle botaniche principali di questa edizione speciale, e anche il colore preferito da Bruno Vanzan.

Il processo produttivo

La lavorazione segue il metodo del “Distilled Gin”, un processo artigianale che combina distillazione discontinua e vapor infusion. Il fico viola viene distillato separatamente per esaltarne l’aroma, data la sua stagionalità e delicatezza. Le botaniche più strutturate (come il ginepro toscano, le radici di angelica e giaggiolo, il coriandolo, l’olmaria, il cardamomo, l’anice stellato e il cumino) vengono infuse direttamente nel distillatore in rame (pot still), mentre le botaniche più volatili e aromatiche — come alloro, foglie di limone, pompelmo rosa, kaffir lime e l’iconico tè Gunpowder — sono posizionate in un cestello per l’estrazione a vapore (vapor infusion).

Il ciclo produttivo si completa con un riposo di 21 giorni per la maturazione degli aromi, la riduzione alcolica e infine la filtrazione e imbottigliamento manuale, che aggiungono un ulteriore tocco di autenticità a un distillato pensato per raccontare l’incontro tra due mondi.

Una delle sfide più complesse è stata quella di catturare e rendere persistente l’aroma del fico viola:

“Volevamo che sapesse davvero di fico. All’inizio il profumo era blando, poi abbiamo cambiato il processo di produzione del gin classico per ottenere il risultato che cercavamo.”

Il cocktail “Portofico”

Durante l’evento, Bruno ha presentato anche un cocktail pensato per valorizzare il gin: il Portofico, un gioco di parole che omaggia il fico e il porto di partenza simbolico di questo viaggio sensoriale.