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Un forte “Patto di filiera” e maggiore attenzione al prodotto, così l’horeca guarda al futuro. Un concetto che mette tutti d’accordo nella Sala Plenaria dell’Hotel Cavalieri di Roma, in chiusura del primo “International Horeca Meeting” organizzato da Italgrob (presidente Giuseppe Cuzziol). A raccolta gli stati generali del beverage europeo, per trovare ricette anticrisi e tracciare le linee guida per un settore che vale circa 70 miliardi di euro e che negli ultimi 3 anni ha subito una contrazione da raffreddamento dei consumi. Tutta colpa della crisi che con anticipo, già nel 2008 aveva colpito il comparto bar. E per affrontare questi tempi non certo facili la risposta dalla Capitale è stata la presentazione di nuovi prodotti dell’industria del beverage, di linee specializzate per l’horeca (hotel, restaurant, café) a corollario di due convegni tematici e 4 tavole rotonde su credito di settore, formati (nuove strategie di packaging e di prodotto), formazione (dei venditori e sul punto vendita finale), promozione e comarketing.

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Nel convegno di apertura è da sottolineare l’intervento di Oscar Farinetti (Eataly) che ha rimotivato la platea di grossisti e industriali del beverage con la sue ricette anticrisi «voglio essere ottimista – ha subito detto – ho comprato oggi Bot e Cct al 2041, fate come me – ha invitato la platea – ricompriamoci il nostro debito pubblico – e subito dopo -. Cerchiamo innanzitutto di essere all’altezza del mercato, nessuno meglio di noi conosce il consumatore – ha sottolineato e poi ha proseguito dicendo – basta con le emozioni intorno al prodotto, bisogna ridare più centralità alla natura del prodotto, renderlo esclusivo nella sua essenza – e inoltre con un occhio all’ambiente risoluto ha affermato –. Sono contro l’acqua del rubinetto, ma sprechiamo troppo, puntiamo quindi sul vuoto a rendere, io lo farò nei miei Eataly da marzo prossimo, con acqua, bibite e birra».

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Dai lavori del meeting è unanime l’intesa, per cui bisogna lavorare sui volumi di vendite, sui listini e sui costi, soprattutto su quelli di non valore aggiunto (risistemazione ordini, fatture non corrette, pagamenti troppo dilazionati). Ma soprattutto si prende atto di una crisi di settore che deriva anche da un cambio demografico e da un cambio di marcia nello stile di consumo. «Un settore quello dell’horeca che rispecchia la società in cui viviamo ed è quindi sempre in continua evoluzione» ha specificato il direttore di Italgrob, Franco Marini. Un settore che vede un sempre più forte ingresso di pubblici esercizi gestiti da extracomunitari nelle grandi città e che purtroppo comincia a registrare da alcuni anni una certa “mortalità infantile” tra le nuove imprese come non si era mai visto prima. In tutto questo ha un ruolo fondamentale sia la ridotta capacità di risparmio delle famiglie e quindi di potere di acquisto, sia l’aumento delle sofferenze bancarie e quella ripresa timida di consumi che vede i già flebili margini di guadagno in leggera crescita puntualmente erosi dall’aumento dei costi. In tal senso si teme un ulteriore aumento dell’aliquota Iva in Italia.

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E se questa è la situazione del Paese, dagli altri ospiti dei gruppi europei di distribuzione del beverage le testimonianze non sono state differenti. In particolare nell’Europa occidentale (Spagna, Francia, Italia, Germania) dove l’Iva non ha avuto sobbalzi verso l’alto, ma i guadagni sono gravati da altri tipi di tasse (ad esempio quella sullo zucchero in Francia). «Serve un patto di filiera fra tutti gli anelli della catena degli scambi dall’industria produttrice passando per i distributori, fino ai pubblici esercizi e al consumatore finale» ha sottolineato Giuseppe Cuzziol, il presidente di Italgrob. D’accordo anche Enzo Vizzari, direttore delle tre guide de L’Espresso (vini, ristoranti, alberghi) chiamato a trarre le conclusioni della due giorni del beverage «serve anche maggiore formazione sul punto di consumo affinché il consumatore sia sempre più consapevole delle qualità intrinseche del prodotto» ha ribadito. Questa la linea guida principale per dare la svolta al settore «l’obiettivo non è soltanto vendere di più – ha sottolineato Cuzziol – bisogna crescere in maniera solidale» auspicando una sempre più stretta interazione fra cliente e fornitore, industria e distributore di beverage, che dia quell’attesa iniezione di fiducia “rilanciaconsumi”.

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PROFILO ITALGROB
Italgrob, Federazione Italiana dei Grossisti e dei Distributori di Bevande, è l’associazione nazionale di riferimento per il settore della distribuzione di liquidi alimentari nel canale Horeca – acronimo di Hotel, Restaurant e Café – che comprende tutto il circuito dei consumi “fuori casa”. La Federazione inoltre è riconosciuta a livello internazionale quale membro dell’associazione europea CEGROBB (Communauté Européenne des Associations du Commerce de Gros en Bières et autres Boissons). Italgrob ad oggi associa grossisti che rappresentano in numerica oltre il 60% della distribuzione HoReCa, con un giro d’affari complessivo che sfiora il 55% dei traffici globali. Si tratta, in numeri, di 100.000 venditori esperti che servono 300mila punti vendita sul suolo nazionale.

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