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E’ ormai noto a tutti che il 2014 è stata un’annata davvero difficile per il mondo dell’olivicoltura. Tutta la produzione del bacino del Mediterraneo ha subito un danno e non solo l’Italia è stata penalizzata. In Spagna la siccità ha pressoché dimezzato il raccolto, da noi il freddo in fioritura e il caldo umido in maturazione hanno favorito attacchi di mosca e la cascola dei frutti, in Grecia le cattive condizioni climatiche durante la raccolta hanno dimezzato il raccolto, l’unico paese che potrà vantare una produzione abbondante è il Marocco.

Nel territorio del Chianti Classico molti sono stati i produttori che hanno scelto di non raccogliere le olive, mentre alcuni sono riusciti a fare un grande lavoro di selezione per portare a casa un po’ di prodotto con le più alte caratteristiche qualitative concesse da questo difficile 2014. L’olio DOP Chianti Classico 2014 sarà poco ma in linea con gli standard qualitativi previsti dal disciplinare: ovvero con profumo di erba-oliva-mandorla e carciofo, con amaro di media intensità, non persistente e piccante finale di erbe aromatiche, rucola e zenzero che lascia la bocca pulita.“Non tutto il male viene per nuocere” – afferma Carlo Salvadori, Presidente del Consorzio Olio DOP Chianti Classico – “La drammatica esperienza di quest’anno ci ha dato lo spunto per una riflessione sulla necessità di cambiare lo stato delle cose e valutare se sia possibile far diventare la nostra olivicoltura una risorsa su cui vale la pena continuare a investire. Per far questo è necessario conoscere a fondo le peculiarità del nostro territorio e modellare un’olivicoltura moderna sul rispetto di queste caratteristiche”.

Il progetto FIZONACLASSICO, realizzato dal Consorzio Olio DOP Chianti Classico nell’ambito di un Progetto di Filiera Integrata (PIF), ha avuto come obiettivo proprio lo sviluppo di uno strumento innovativo che permettesse di fotografare le caratteristiche delle 4 zone di produzione del Chianti Classico dal punto di vista geologico e microclimatico, integrandole con le serie storiche di dati climatici, con i riferimenti catastali, con foto aeree dei terreni aziendali e con le caratteristiche chimiche degli oli analizzati a partire dal 2000.Lo studio è stato condotto per 18 mesi, concludendosi a fine 2014, anno noto ormai come horribilis per la produzione dell’olio, ma che verso il suo termine ha visto il raggiungimento di risultati assolutamente innovativi, di cui il Consorzio vanta il primato assoluto per l’originalità e la funzionalità del sistema attivato.Questa descrizione può richiamare il concetto di terroir che può essere mutuato dai “colleghi” del vino, fatta salva una doverosa precisazione: la zonazione dell’olivo non corrisponde a una classificazione delle aree per merito, ma ne descrive le differenze con lo scopo di aiutare, chi le conduce, a fare scelte tecniche più mirate.L’obiettivo è quello di dare il maggior numero di informazioni che possano guidare l’olivicoltore nella cura delle piante in modo che sia possibile sempre produrre quel famoso “oro del Chianti Classico” in tutto il suo splendore.

 

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