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Gli americani bevono di più ma riducono la spesa. Nel primo trimestre di 2009, le importazioni di vino sul mercato USA sono notevolmente cresciute a volume, portandosi a 2,1 milioni di ettolitri, con un incremento di ben il 13%. A valore invece si registra un forte calo del 16% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con una stima di poco più di 834 milioni di dollari. Tra i paesi esportatori primeggia l’Australia, che ha conquistato la leadership ai danni dell’Italia.


L’Italia perde il primato per l’export sul mercato USA che aveva conquistato negli ultimi anni detronizzando i francesi. L’Australia, praticando prezzi più concorrenziali (con tagli medi del 40%), balza ora in cima ai paesi esportatori con 667.000 di ettolitri, contro i 508.000 dell’Italia, che è scesa dell’8%. Ma il fatto ancor più grave è il brusco calo subito dall’Italia anche per quanto riguarda l’incasso, decurtato del 14%, poco meno di 250 milioni di dollari, per un prezzo medio sceso a 4,90 dollari al litro.

Per consolarci possiamo rilevare che le cose vanno ancora peggio per i cugini francesi. La Francia è scesa del 10% a volumi e addirittura del 31% a valore, ma anche la Spagna è fortemente calata (-13% a quantità e -28% a valore), così come il Sudafrica, sceso a volumi addirittura del 42%. Tra i grossi paesi esportatori, oltre all’Australia, vanno bene anche Cile e Argentina. Il primo, con uno eccezionale incremento a volume dell’83%, guadagna la terza posizione come fornitore, mentre l’Argentina continua la sua crescita regolare sul mercato americano, iniziata ormai dall’anno scorso, a colpi di performance nell’ordine delle due cifre: +21% a volume, +31% a valore.

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“Gli americani – commenta il presidente Fedagri-Confcooperative Paolo Bruni – non sembrano rinunciare al piacere di bere, solo che lo fanno scegliendo le bottiglie che costano meno. A trarre beneficio da questo cambiamento nelle preferenze di acquisto sono stati i vini dell’Argentina e del Cile che hanno messo a segno incrementi nell’export, sia sul fronte dei volumi che dei valori”. “Quello statunitense – osserva Bruni – rappresenta per il vino delle nostre cooperative il secondo mercato di esportazione dopo la Germania, un mercato che per le nostre 423 cantine vale oggi più di 350 milioni di euro”.

FONTE: www.corrierevinicolo.com

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