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“Nel mezzo del cammin di nostra vita…”

Con questi versi inizia la più grande opera scritta in lingua italiana. Il sommo poeta da lì a pochi versi avrebbe iniziato il proprio viaggio, e lo avrebbe fatto grazie ad un incontro fondamentale: quello con Virgilio, sua guida e maestro nell’apprendere e nel capire. Nella terra di Dante bisogna saper ammettere l’importanza di una guida, anche quando ci si reputa minimamente competenti, perché ogni viaggio ha maggior fascino se accompagnato dalle parole appassionate di un grande intenditore.

 

 

Non pare dunque un caso se Lamole di Lamole per il suo “Viaggio nelle età del vino e nei sapori”, prima tappa organizzata in collaborazione con LIFE OF WINE IN TOUR, (appendice itinerante di Life Of Wine, evento unico nel mondo del vino dedicato alle vecchie annate, firmato Studio Umami) abbia scelto Konnubio, ristorante fiorentino dove lavora forse il miglior Virgilio del “bel paese dove il sì suona”.

 

 

Simone Loguercio per i pochissimi che non lo sapessero è infatti da poco stato eletto miglior sommelier d’Italia AIS, ma questo non gli ha minimamente fatto cambiare atteggiamento; come ogni sera lo si trova nel ristorante di Via dei Conti a spiegare, guidare e accompagnare i commensali in un percorso unico intorno al bicchiere.

 

 

Come nell’incipit dantesco, anche in questo caso l’unità di misura del viaggio non è lo spazio, ma bensì il tempo.  La storica cantina di Lamole per una sera ha deciso di guardarsi indietro e di riscoprire tutta la strada fatta finora, proponendo ad un pubblico di esperti o di semplici appassionati la riscoperta delle annate fondamentali della cantina, non tanto (o non solo) per quanto riguarda la miglior qualità , ma anche per ripercorrere i passaggi fondamentali del recente passato, che hanno portato sempre nella medesima direzione: quella dell’eccellenza e del miglioramento.

 

 

Se nel 1995 infatti la produzione era ancora molto tradizionale, a soli 4 anni di distanza nel 1999 già si lavorava per la costruzione della nuova cantina, simbolo di un rinnovamento produttivo, che non fosse però a discapito della qualità e della tradizione del Chianti. Un progetto ambizioso, che vede la propria conclusione con l’inaugurazione del 2001, altra tappa fondamentale nella crescita dell’azienda. Nel 2005 poi la scelta  di passare la cantina al Biologico. A soli 13 anni di distanza la cosa può apparire scontata ma per il periodo non fu un passaggio facile né immediato. Per chiudere due annate più recenti, 2012 e 2014 per comprendere la terra e il clima di Lamole, e l’influenza che il calore e le pioggie possono avere sul lavoro quotidiano di chi sta in vigna.

 

 

Come per Dante il cammino della vita (anche delle bottiglie) è interessante in ogni sua tappa, all’inizio, in conclusione o nel bel mezzo, e dare un giudizio sui singoli vini rischia di non rendere giustizia all’insieme del viaggio sensoriale proposto dal concerto dei protagonisti (a cui oltre al Gruppo Santa Margherita e a Simone Loguercio bisogna aggiungere Beatrice Segoni, che ha saputo proporre una splendida cena a quattro mani con Riccardo Vivarelli del ristorante Vitique per scoprire il potenziale dei vini in abbinamento). La miglior conclusione è portarsi a casa l’immagine di una realtà d’eccellenza del Chianti, che anno dopo anno vuol sempre migliorare e non teme confronti con la propria storia, anzi, la sa sfruttare come valore per procedere verso il futuro.

 

+info: www.lamole.com
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