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Cresce sopra i 1.500 metri dove le terre coltivabili sono limitate. E, nelle aree tradizionali, sta già risentendo dei cambiamenti climatici che influenzano i raccolti. Eppure la domanda mondiale di caffè è in crescita.

Dunque, per la legge della domanda e dell’offerta, il suo prezzo è destinato a salire. “Il mercato si divaricherà sempre più tra una fascia commodity, tutta giocata sul rapporto qualità-prezzo, e un alto di gamma focalizzato sugli speciality coffee – spiega Cosimo Libardo, Presidente SCAE e Managing Director di Toby’s Estate Coffe –. Le grandi catene si stanno adeguando, come Starbucks che a Seattle ha inaugurato una speciale torrefazione Reserve. Anche il contesto è sempre più importante e il format è fondamentale per il successo degli speciality coffee: a Los Angeles, per esempio, è stata aperta una caffetteria dove il cliente è seguito da un barista personale e superspecializzato, che gli propone le diverse miscele su un carrello come si fa con i dolci o i liquori”. Le aziende italiane dovranno cogliere le nuove tendenze se vogliono continuare a vendere, specie sui mercati esteri: “Host svolge un ruolo fondamentale da questo punto di vista perché interpreta questi cambiamenti nei mercati”.

La qualità è la svolta che caratterizza l’evoluzione del settore anche secondo Brad Buchanan, General Manager Coffee Media & Events di Prime Creative Media ed esperto internazionale del caffè. Cruciale è dunque la formazione: “Dal lato della produzione, sono sempre più numerosi i coltivatori che ottengono la certificazione Q-Grade rilasciata dalla Specialty Coffee Association, sia americana sia europea (SCAA e SCAE): diventando in grado di riconoscere le varietà migliori, riescono a produrre caffè di maggiore qualità. Dal lato del consumo, anche i baristi hanno a disposizione un’offerta di formazione molto più ampia e qualificata che in passato. Gli standard sia di SCAE e SCAA sia del World Barista Championship (associazioni presenti a Host con i loro eventi, NdR) sono sempre più elevati e le competenze che diffondono filtrano a tutti i livelli del settore”.

“Oggi, fortunatamente, la tendenza è quella di porre sempre più attenzione alla qualità dell’espresso – conferma Chiara De Nipoti, Presidente del CDA di ORO Caffè –. Noi siamo tra le prime aziende in Europa ad aver aderito al progetto Beyond Fair Trade e primi in Italia a importare il pregiato caffè equosolidale tailandese Doi Chaang che sta per ottenere la certificazione bio europea”.

L’attenzione alla qualità passa anche dalle rinascita della tostatura artigianale. È il progetto di Francesco Sanapo, pluripremiato barista internazionale, che ha scelto proprio Host come vetrina per valorizzare il saper fare dei torrefattori artigianali con proposte di eccellenza basate sulla tracciabilità del caffè, dal nome del produttore alla provenienza, rendendo noto ogni dettaglio. Perché essere in Host? “Perché è una fiera di rilievo, lo è nella sua storia, è una fiera che ha saputo evolversi ed è una delle fiere internazionali per il mondo del caffè”.

Dall’altro lato della proposta c’è il monoporzionato, divisione di cui si occupa Andrea Borghesan, Export Manager di Segafredo Zanetti Coffee System: “Nei Paesi dove non esiste storicamente una cultura del caffè, la capsula è la modalità preferita per avvicinarsi all’espresso anche nell’Ho.Re.Ca. Se da un lato la semplificazione del processo va incontro alla mancanza di esperienza del barista, dall’altro l’utente finale ricerca comunque miscele di qualità, perché in questi Paesi l’espresso è uno status symbol: la nostra offerta risponde a questa duplice sfida”.

+info: www.host.fieramilano.it

Ufficio Stampa Fiera Milano

Rosy Mazzanti – Simone Zavettieri

Flaviana Facchini Relazioni Pubbliche

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