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Un’Ais in ottima salute ha presentato la quinta edizione della Guida Vitae, la Guida Vini del 2019. Non mancano i contenuti di livello vinicolo, così come alcuni accorgimenti per rendere più facile la lettura ai lettori, in primis sommelier assetati di conoscenza. La disposizione dei testi su due colonne e un impianto arioso rendono più razionale la lettura delle schede, corredato da una nuova grafica ideale sia per una rapida consultazione tecnica sia per chi desidera approfondire i contenuti. Numeri importanti, con più di 2.000 cantine recensite in guida, con oltre 15.000 vini, degustati rigorosamente alla cieca.

 

 

Tra questi, sono 614 quelli che hanno meritato il massimo riconoscimento, le Quattro Viti, che sono state protagoniste di un grande banco di assaggio sabato 20 ottobre al The Mall di Milano. Sono invece 22 etichette a cui è stato assegnato il prestigioso Tastevin AIS, un premio che l’Ais conferisce per sottolineare le scelte coraggiose di chi vive la terra ogni giorno. Prodotti eccellenti, scelti per celebrare il grande miracolo della natura, e ringraziare chi si impegna ad ascoltarla e assecondarla, per consegnarne i frutti migliori anche in questi anni di scompiglio climatico. Sfogliando la guida si ritrovano altri due simboli particolari: la Freccia di Cupido, per i vini in grado di suscitare emozioni al primo sorso, e il Salvadanaio, che identifica una spiccata qualità, con un occhio attento al prezzo di vendita. Oltre alla guida cartacea è stata realizzata anche una pratica app, utile strumento da portare comodamente con sé. Noi di Beverfood.com siamo stati al grande banco di assaggio e vi vogliamo fare una mini guida scegliendo un vino per regione, ovviamente tutti vini al top, tra quelli che hanno conquistato le Quattro Viti Ais.

 

VALLE D’AOSTA CHARDONNAY MAIN ET COEUR 2016- MAISON ANSELMET

La cantina che apre la guida è Maison Anselmet. Beati gli ultimi se i primi sono onesti, e in fatto di onestà possiamo dire con fermezza che lo Chardonnay Main et Coeur ci è piaciuto molto. Chardonny di montagna, 18 mesi di legno, sentori di grafite al naso e in bocca nota balsamica e mineralità diffusa.

BAROLO MONPRIVATO 2013- GIUSEPPE MASCARELLO

Sono andati letteralmente a ruba i Barolo boys al The Mall. Per alcune bottiglie si doveva prendere appuntamento per una nuova apertura, per altre come il Monprivato siamo riusciti a strappare un assaggio sul finale di un grande classico. Nebbiolo in purezza, la 2013 una bella annata, ancora contratta e di lenta espressione ma nel bicchiere si intravede già l’eleganza e lo stile che ha reso il Monprivato una delle etichette di riferimento della denominazione. Fermentazione in acciaio e affinamento in grande botte per 36 mesi, colore tipico rosso granato scarico, naso ampio e pungente, splendida bocca con una spiccata finezza tannica.

VALTELLINA SUPERIORE VALGELLA CA’ MOREI 2015- FAY

Ricordo ancora una serata con i sommelier milanesi nel 2010, un giovane Marco Fay raccontava alla platea di aver abbandonato le vigne nelle sotto-zone Grumello, Inferno e in parte in Sassella per concentrarsi solamente nella sua Valgella sviluppando un concetto di altimetria legata al vino. Una Valtellina in verticale che ha dato ragione a Marco Fay che è stato premiato con l’ambito Tastevin, riconoscendo il valore di identità territoriale diventando un portabandiera della zona. Il Cà Moréi uno dei due cru di Valtellina Superiore 2015, un luogo immerso nelle vigne che un tempo ospitava la casa dei nonni materni. Oggi il Cà Moréi è un Nebbiolo in purezza dal colore rosso granato, generoso ventaglio olfattivo, all’assaggio texture vigoroso supportata da una buona freschezza.

 

36 MESI VIN COL FONDO FRIZZANTE 2013- ROCCAT

Siamo nel cuore di Valdobbiadene, a colpirci positivamente in questo caso una bella espressione di Glera nel caso del 36 mesi, rifermentato in bottiglia senza sboccatura, un metodo ancestrale che ci piacerebbe vedere più spesso in zona.

TRENTO BRUT RISERVA DEL FONDATORE 976 2008- LETRARI

Di recente abbiamo preso parte a una degustazione di Trento Doc, dove il relatore diceva che i vini di Letrari sono sempre generosi. Non sfugge a questa regola il 976 Riserva del fondatore, che ha sostato sui lieviti per circa 10 anni. 50% Chardonnay, 50% Pinot Nero, naso floreale, bocca cremosa, morbida e ciccia, lunga sapidità finale marchio di casa Letrari, a un anno dalla scomparso di Lionello Letrari figura carismatica tra i vigneron trentini.

ALTO ADIGE BIANCO APPIUS 2013- CANTINA SAN MICHELE APPIANO

Se c’è un vino in particolare in Alto Adige che ha creato uno stile nuovo, sicuramente questo è Appius. Un capolavoro dell’enologo Hans Terzer, un vino che esce come denominazione Bianco Doc ma che di fatto parla solo con il suo nome. Chardonnay 55%, Sauvignon 25%, Pinot Bianco 10%, Pinot Grigio 10%. Un blend che ha fatto scuola tra i bianchi, affinamento per 48 mesi in acciaio, un vino da accompagnare a piatti di pesce importanti a base di crostacei.

 

 

FRIULI COLLI ORIENTALI FRIULIANO 2016- RONCO SEVERO

Stefano Novello nel vino ricerca autenticità, così ha ribaltato la filosofia dell’azienda di famiglia Ronco Severo, 30.000 bottiglie in Friuli nel cuore di Prepotto, la terra dello Schioppetino. Ma in questo caso parliamo del Friulano, con la stessa impostazione che parla di rese basse, lunghe macerazioni, grande attenzione e rispetto per la materia prima. La macerazione sulle bucce per 60 giorni regala un colore ambrato. Naso che sa di albicocca e zafferano, bocca persistenza che ci ricorda il frutto con eleganza e avvolgenza.

ALTROVE-WALTER DE BATTE’

Con Walter de Battè sembra di essere altrove e non alle Cinque Terre. Siamo invece a Riomaggiore, ma l’obiettivo è quello di far emergere e riscoprire vitigni dimenticati come il Bianco Marsanne, Bosco e Roussane. Giallo d’orato con riflessi ramati, naso erbaceo e tostato, bocca con grande personalità e armonica.

ROMAGNA ALBANA SECCO SANTA LUSA 2016- ANCARANI

Con Ancarani rimaniamo nel mondo delle macerazioni ed entriamo in una dimensione versatile come quella dell’Albana. Vitigno che si presta a diverse tipologie di lavorazione. In questo caso parliamo della versione secca, giallo dorato luminoso, sentori olfattivi che virano verso il biancospino, assaggio fresco e sapido.

 

MAREMMA TOSCANA MERLOT BAFFONERO 2016- ROCCA DI FRASSINELLO

Toscana fa rima con Chateau. Ci troviamo nel territorio della Maremma e il Baffo Nero, un Merlot in purezza dalle rese bassissine, è uno dei campioni del vino toscano inventato dal patron, il giornalista Paolo Panerai molto attivo anche nel vino. Colore rosso rubino intenso, naso che ha sentori di frutta sottobosco, assaggio tannino vigoroso e lunga persistenza.

MUFFATO DELLA SALA 2014- CASTELLO DELLA SALA

Anche in Umbria parliamo di muffa nobile, con il Muffato della Sala del Castello Della Sala, azienda del Gruppo Antinori. Appassimento in pianta con attacco di botrytis cinera, un blend di vitigni tra Sauvignon, Grechetto, Semillon, Traminer Aromatico e Riesling. Sapidità e mineralità che rendono una lunga persistenza a questo vino.

CASTELLO DI JESI VERDICCGIO CLASSICO UTOPIA RISERVA 2015- MONTECAPPONE

Il Verdicchio in riduzione con uve da vigneti condotti con lotta integrata. L’uva viene raccolta verde per fare in modo che duri di più durante la fermentazione effettuata in assenza di ossigeno. Giallo paglierino vivace, naso con sentori di coriandolo, in bocca una bella struttura per un Verdicchio destinato a durare nel tempo.

CESANESE DEL PIGLIO SUPERIORE LEPANTO RISERVA 2015- ALBERTO GIACOBBE

Una cantina che si dimostra molta attenta agli standard qualitativi. Macerazioni di sette giorni, fermentazioni in tonneau e maturazione in acciaio. Una bella selezione di Cesanese del Piglio, in assaggio il Lepanto Riserva 2015, rosso colore granato, naso con tote di fungo e tartufo, assaggio fresco ed elegante decisamente equilibrato.

TREBBIANO D’ABRUZZO 2014- VALENTINI

Le annate difficili sono sempre grandi sfide per chi fa vini artigianali. E l’annata 2014 sicuramente non è stata semplice anche per il Trebbiano di Valentini, uno dei fenomeni dell’enologia non solo abruzzese ma italiana. Colore giallo paglierino intenso, naso che incanta su sentori di erbe aromatiche, in bocca struttura e sapidità per una lunga persistenza.

TINTILIA DEL MOLISE VINEA BENECTINA 2015- L’ARCO ANTICO

La Tintilia è il simbolo del vino in Molice. A L’Arco Antico, realtà dove è presente un arco che da il nome alla cantina, dopo aver fatto vino in famiglia per generazioni da qualche tempo hanno iniziato a farlo a livello aziendale dal 2009. Vitigno allevato ad alberello, cura e attenzione del territorio che sono valsi il Tastevin Ais.

AGLIANICO DEL TABURNO D’ERASMO RISERVA 2012- NIFO SARRAPOCHIELLO

Ci troviamo nel beneventano a Ponte, dove la famiglia Sarrapochiello interpreta fedelmente gli autoctoni del territorio. L’Aglianico qui è una vera e propria religione, con il D’Erasmo Riserva del 2012 assaggiamo un vino dallo splendido tannino levigato ed espressivo con freschezza e sapidità.

 

 

PRIMITIVO OLD VINES 2015- MORELLA

Dal nome si capisce che ci troviamo di fronte a vigne vecchie con il Primitivo Old Vines. Un patrimonio viticolo importante, sapientemente recuperate da Gaetano Morella con la filosofia biodinamica. Vigne ad alberello, vinificazioni singole come nel caso del Primitivo che riposa in botti di rovere francesee per 15 mesi. Rispetto alle classiche espressioni di Primitivo modaiole qui dominano eleganza e potenza.

AGLIANICO DEL VULTURE SUPERIORE FONTANELLE 2015- BASILISCO

In Basilicata a Barile l’Aglianico è il vitigno per eccellenza. Nella cantina Basilisco di proprietà della famiglia Capaldo all’interno dei vigneti la zona è ricoperta da antiche colate laviche all’interno delle quali sono state ricavate delle cantine. Sentori che ritroveremo anche nel bicchiere tra liquirizia, cacao e tabacco, in bocca un sorso speziato.

CIRO’ BIANCO MARE CHIARO 2017- IPPOLITO 1845

Con Gianluca Ippolito siamo arrivati alla quinta generazione di una famiglia che ha sempre interpretato il Cirò nella maniera classica, valorizzandoli in chiava moderna. Esemplificativo da questo punto di vista il Cirò Bianco Mare Chiaro 2017. Greco Bianco in purezza, un vigneto che domina il mare e da qui prende il nome, sicuramente evocativo. Il naso è fruttato e floreale con sentori delicati, in bocca è ben bilanciato tra una spiccata sapidità e freschezza richiamando i sentori al naso in un equilibrio armonico.

ETNA ROSSO CIRNECO 2011- TERRAZZE DELL’ETNA

Una zona in voga quella dell’Etna, tra i portabandiera nella contrada Bocca d’Orzo a Randazzo si trova il cuore pulsante del comprensorio vitivinicolo etneo, con la cantina Terrazze dell’Etna che si caratterizza per io suo Nerello Mascalese in purezza con un colore granato. Al naso note eteree e balsamiche, assaggio un tannino ben levigato e morbido, con una lunga persistenza.

CARIGNANO DEL SULCIS SUPERIORE TERRE BRUNE 2014- CANTINA SANTADI

Una cooperativa di produttori Cantina Santadi sorta sessant’anni fa quando l’obiettivo era rivitalizzare un comprensorio duramente provato dallo sfruttamento minerario. Scommessa vinta, una realtà che destò anche la curiosità del grande enologo Giacomo Tachis. Il Carignano del Sulcis superiore Terre Brune un vino capace di emozionare al naso con profumi di viola selvatica, in bocca possente massa tannica con rinfrescante sapidità.

 

+info: www.aisitalia.it

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