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La storia di una civiltà antica che già aveva intuito potenzialità e valore del vino. Il territorio, uno dei più legati alla vigna e alla produzione, che per natura accoglie e riscalda. La mente geniale di due personalità di spicco nel mondo dell’enologia, che si sono fuse in un progetto innovativo e di respiro internazionale. Tutto, e molto di più, nella rincorsa  di Rigoloccio verso una nuova strada, che sta già riscuotendo successi e consensi.

MAREMMA – Un terreno troppo fertile, in ogni senso, per non generare la scintilla iniziale, scatenata più di quindici anni fa da Fabrizio Moltard,  l’enologo che continua a tirare i fili della cantina da quando, nel 2002, la impiantò insieme al celebre agronomo Pierre Marie Guillaume: per intuire le potenzialità del terreno, pare che Guillaume addirittura ne masticasse una manciata per ogni zona di appezzamento, durante le interminabili passeggiate nella Maremma. Un inizio suggestivo che ha permesso a Rigoloccio di venire riconosciuta in tempi brevi come una delle realtà più rappresentative del Consorzio dei Vini della Maremma.

CORAGGIO – La spinta dell’azienda, che oggi si assesta su un volume di 50.000 bottiglie l’anno, vira immediatamente su una linea audace, quella dei vitigni bordolesi potenziati dallo spirito e dall’impronta dei Supertuscan: una netta presa di posizione che già delinea le idee dell’azienda, disposta a distinguersi sul mercato senza perdere un’identità territoriale, specialmente nel carattere. Il legame con la Toscana e le zone d’origine è d’altronde da ricercare già nel nome, derivante da una miniera di pirite, ora dismessa e situata al fianco della cantina. È da questa che arriva la mineralità tipica del terreno e dei prodotti, che richiamano alle Colline Metallifere di Gavorrano, un autentico residuato storico risalente al periodo degli etruschi.

DUE PUNTO ZERO – Il cambio di proprietà del 2017 ha lanciato un nuovo corso per Rigoloccio, sostenuto da investimenti importanti sulla base di produzione e localizzazione geografica già di rilievo e con margini di sviluppo rilevanti. Il risultato principale è il Mistral, così chiamato in funzione del vento che batte il versante di Gavorrano: il primo vino in degustazione nell’incontro al Westin Palace di Milano della scorsa settimana, 100% Chardonnay vinificato in barrique di Allier per otto mesi, floreale al naso e fresco al palato, primo vero vessillo della cantina 2.0. A differenza delle altre proposte dell’azienda, preesistenti al cambio di guida ma trasformati e rielaborati per una maggior freschezza e bevibilità.

DEGUSTAZIONE – L’intensità speziata di Elegantia, la morbidezza speziata di Abundantia (Super tre stelle Guida Veronelli nell’annata 2012), prima dell’equilibrio di Sapientia: tre delle sette etichette in gamma per Rigoloccio (due Maremma Toscana DOC e un’IGT), simboli delle virtù latine tramandate da secoli nel territorio. La pluripremiata proposta di Moltard e dell’azienda racconta di storie d’altri tempi e profumi distinti, pieni, con personalità sofisticate ma non invadenti. Come Il Sorvegliante, che rimanda al guardiano dei minatori di Gavorrano, blend importante (33% Cabernet Franc, 33% Cabernet Sauvignon, 33% Petit Verdot) dai tannini impattanti e decisi, quasi severo come il suo alter ego. O il Fonte dell’Anguillaia, dedicato al rivo che bagna la vigna, aromatico e boschivo, deciso nella sua sapidità all’assaggio.

NUOVO LOOK – Il nuovo corso coinvolge l’intera dimensione Rigoloccio, dal logo, al brand, al sito internet fino alle etichette, realizzate dall’artista russa Tamara Meskhi che ha creato una serie di disegni dall’inconfondibile stile geometrico, con raffinati giochi di linee in bianco e nero. Il vino top di gamma, ovvero il Merlot Abundantia Maremma Toscana DOC, è impreziosito da un intreccio di linee e piccoli cerchi, mentre nell’etichetta del Cabernet Elegantia Maremma Toscana DOC i tratti sembrano formare degli scudi sovrapposti. Tutto pronto per (ri)cominciare a celebrare la Toscana che non ti aspetti.

www.rigoloccio.it

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