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Massimo Coccia è il nuovo presidente della Confcooperative Emilia Romagna, associazione che raggruppa 1.790 imprese con più di 280.000 soci e quasi 71.000 addetti, con un fatturato di oltre 12.500 milioni di euro (senza contare la raccolta delle Banche di Credito Cooperativo). Coccia subentra a Maurizio Gardini, che dopo aver ricoperto questo ruolo per 16 anni, è stato chiamato adesso ad assumere il prestigioso incarico di Presidente nazionale di Confcooperative.


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Nato a Riccione 63 anni fa, laureato in Chimica, Massimo Coccia è anche presidente della Confcooperative di Rimini e dal 1992 è alla guida di Federcoopesca, la Federazione Nazionale delle Cooperative della Pesca di Confcooperative. E’ stato inoltre il fondatore del C.I.R.S.P.E., Centro Italiano Ricerche e Studi sulla Pesca. All’attività di tipo istituzionale affianca quella di Docente di “Politiche comunitarie della pesca” nel corso di laurea in Acquacoltura e Ittiopatologia della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Bologna.
“Sotto la guida intelligente di Maurizio Gardini – dichiara il neo presidente Coccia – in questi anni caratterizzati da una pesante crisi economica Confcooperative Emilia Romagna ha saputo rafforzare la propria identità, costruendo relazioni forti e stabili con le cooperative associate e con le Istituzioni”. “Ma la congiuntura negativa non è ancora terminata – sottolinea Coccia – e pertanto occorre proseguire nella direzione fin qui seguita tenendo ben presente che la vera essenza della cooperativa è la mutualità. Ciò significa che il socio, il lavoro ed il suo reddito sono il focus su cui dobbiamo incentrare le nostre politiche di supporto, rivolte soprattutto al credito e al sostegno dell’imprenditorialità, con uno sguardo sempre più aperto all’Europa ed alle opportunità di crescita che essa può offrire”.
“Le priorità su cui si concentra l’azione di Confcooperative Emilia Romagna – conclude Coccia – restano la promozione di nuova cooperazione, il sostegno alla crescita competitiva delle cooperative, il contributo alla realizzazione di un nuovo welfare più aperto al terzo settore e alla cooperazione affinché si possa garantire una vera universalità dei servizi alla persona senza esclusioni. Infine, proseguiremo con decisione nell’attività di supporto alle cooperative per affrontare la crisi, proponendo, tra l’altro, lo sviluppo di servizi mutualistici a favore dei cooperatori e delle loro famiglie”.

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