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La maturità del Gavi in 20 anni


1998 anno della (mia) maturità e della Francia mondiale. Partiamo da questo spunto autobiografico per fare qualche passo indietro e vedere come in quell’anno si siano gettate le basi per un fenomeno del vino italiano conosciuto in tutto il mondo. Il Gavi, che alcuni hanno paragonato addirittura allo Chablis, perché basta accentare la i finale per un’eco che risuona nei principali tavoli dei ristoranti in tutto il globo. Nel ‘98 fioccano molte Docg in tutta Italia, a distanza di vent’anni possiamo affermare con tranquillità che dalle parti di Gavi siano stati in grado di valorizzare questa denominazione e di fare davvero squadra. Una maturità intesa non solo in termini tecnici del vino, versatile in grado di essere bevuto fresco, spumantizzato ma anche aspettato, ma una maturità soprattutto nell’aver creato un sistema Gavi.

11 CAMPIONI

Sono undici i comuni della Denominazione, come undici campioni scendono in campo sempre compatti e uniti. Ma i campioni non sono in grado di fare la differenza senza un coach all’altezza, che nel caso del Gavi risponde all’appello del Consorzio Tutela del Gavi. In un mondo del vino italiano dove spesso i Consorzi sono delle sovrastrutture con efficienza discutibile, a Gavi le cose vanno diversamente. Basta fare un giro in zona per tastare con mano, oppure bisognava andare lo scorso 26 marzo all’evento “Tutto il Gavi a Milano” che ha dato inizio agli appuntamenti celebrativi del 2018 destinato a raccontare due decenni eccezionali che hanno visto la nascita e il consolidamento di un terroir fuori dal Comune. I protagonisti  sono stati rappresentati in un’etichetta celebrativa dove si alternano i colori simbolo di questo territorio. Verde come le colline del Gavi, azzurro come il vento Marino, bianco e rosso come le terre che si alternano negli 11 comuni della Denominazione, oro come il Grande Bianco Piemontese.

STORIA

Una storia che nasce da lontano, perché in mezzo a quel crocevia naturale e geografico che è Gavi, il vino affonda le radici nel passato, anche recente. Un po’ piemontesi, ma anche liguri e lombardi, da quelle parti dicono di aver preso pregi e difetti di tutti. Negli anni ‘60 nasce la denominazione, con circa 100/120 ettari di vigneto cortese, dall’alleanza spontanea delle grandi famiglie genovesi. Tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio degli anni ‘90 la prima associazione dei produttori di Cortese, preludio alla nascita del Consorzio avvenuta 1993. Ma è nel ventennio successivo 1998-2018 che avviene il cambio di marcia. Primo passo l’ottenimento della DOCG nel 1998, in cui il Cortese di Gavi diventa semplicemente Gavi. Decisione identitaria molto forte, con concetto di territorio abbinato a quello del vino, estraendo un potenziale culturale, valoriale e simbolico di straordinaria ricchezza. Tra il 2002 e il 2004, il Consorzio è il primo in Italia a procedere alla verifica ampelografica e catastale dei vigneti della Denominazione, mentre nel 2012 viene dato al Consorzio l’attività di vigilanza della Denominazione, lavorando al contempo alla promozione e alla comunicazione di questo vino come espressione del territorio. Un esempio l’avvio del progetto Gavi 972, con una ricerca storica sulle origini della viticoltura nel territorio si riscopre la genesi di un Grande Bianco in Piemonte. Nato per le Corti genovesi, le sue vicende storiche ed economiche sono indissolubilmente legate alla vocazione internazionale del porto di Genova, che ne ha diffuso il consumo in Italia e all’estero. Nel 2015 nasce il Premio Gavi la Buona Italia che riporta alla ribalta della cronaca nazionale un interesse crescente intorno al sistema Gavi.

L’etichetta celebrativa dei vent’anni di Gavi Docg

FUTURO

“C’è stato soprattutto un importante ricambio generazionale e culturale” – commenta il Presidente uscente del Consorzio Tutela del Gavi Maurizio Montobbio. Ad aprile ci saranno le nuove elezioni del direttivo, in continuità con un sistema territoriale che ha portato a bordo giovani vigneron, oltre a imprenditori provenienti da altri settori che hanno investito nelle colline del Gavi portando linfa e idee nuove. Nel futuro più immediato al prossimo Vinitaly ci si interrogherà sul domani, magari cercando di fare una proiezione sui prossimi vent’anni. Gavi sembra già aver accettato la sfida digitale, visto che una postazione multimediale accoglierà gli ospiti che vorranno lasciare il proprio personale augurio, con un selfie o con un video, nello stand G3-2 del Consorzio Tutela del Gavi all’interno del Padiglione 10 Piemonte.

www.consorziogavi.com

 

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