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Facile come bere un bicchiere d’acqua, si diceva una volta, ma oggi anche la scelta di questo elemento base per la vita passa sotto le forche caudine delle esigenze del consumatore del nuovo millennio: sempre più attento e informato. Come ci confermano le aziende del settore, in cui il Made in Italy gioca un ruolo importante.

“La tendenza è quella di proporre bevande buone, ricette originali e allo stesso tempo quanto più genuine possibili, anche nei prodotti da servire nei locali, dove si prediligono bevande biologiche, naturali, con meno ingredienti aggiunti possibili – dice Andreas Fellin, Vice Presidente di Fonte Plose-. Anche per fare la differenza dietro al banco e distinguersi dai prodotti disponibili in grande distribuzione”. Un esempio sono i tè freddi “premium” per il canale bar, certificati bio e a base di ingredienti dalle proprietà benefiche dove zenzero e superfrutti si affiancano ai classici limone e pesca, senza conservanti, coloranti o zuccheri aggiunti.

Come in tutto il mondo del food, insomma, la ricerca è verso la clean label, l’etichetta pulita da sostanze dannose sì, ma anche che “parla” ed elenca le caratteristiche del prodotto. Lato cliente finale e lato operatore. “Oltre al residuo fisso basso, ormai da anni evidenziato dalla maggior parte dei produttori, gli operatori di settore danno oggi valore anche ad altri fattori quali il pH, il livelli di sodio, la durezza, la presenza di nitrati e nitriti, e la quantità di ossigeno, elemento di cui non si parla ancora molto ma da non sottovalutare” conclude Fellin.

“Il consumatore moderno è un consumatore informato. Sa leggere le etichette e si muove perfettamente tra le svariate acque minerali presenti in commercio. Le sue scelte sono orientate al benessere, e per questa ragione si indirizza verso le acque minimamente mineralizzate, con un contenuto di sali minerali minimo” conferma Edoardo Pampuro, di Lauretana.

Da sempre il packaging ricopre un ruolo fondamentale: “Il vetro è elemento imprescindibile per la ristorazione e il settore dell’ospitalità di alto livello: curata nella forma, ma anche nell’etichetta, la bottiglia in vetro si abbina perfettamente, senza disturbare, agli elementi che compongono le migliori mise en place, diventando un elemento di raffinatezza sulla tavola” dice Gilberto Zaina, amministratore delegato di Acqua Dolomia.

Anche nell’acqua, però, canale che vai esigenza che trovi: la ristorazione veloce ad esempio richiede la bottiglia in Pet, che deve combinare in sé determinati elementi. “Deve essere pratica, con un packaging robusto e un formato che consenta al consumatore di portarla con sé; raffinata per arricchire la tavola e dare un effetto di “gadget di design”. Facilmente stoccabile e smaltibile – dice Zaina -. Quanto a panetterie e gelaterie, rispondiamo anche all’esigenza di questi canali di poter usufruire di un’acqua di alta qualità e purezza, con determinate proprietà chimico-fisiche che la rendono particolarmente adatta, ad esempio, alla lievitazione di pane e pizza o alla preparazione del gelato”.

Un cambiamento è in atto anche nei formati, che tendono a rimpicciolire. Come quello da 330 ml in vetro a perdere, piccolo gioiello di design per proteggere ed esaltare la purezza dell’acqua, destinato alla ristorazione più esclusiva. O quello ancora più piccolo da 250 ml in Pet, praticamente un “bicchiere”, in un’ottica di praticità e per evitare sprechi. Mentre nell’hotellerie il vetro sta entrando anche nei minibar, in particolare negli hotel di alto target, con formati da 250 ml.

Fonte host.fieramilano.it/acque-la-partita-si-gioca-su-purezza-e-packaging

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