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La degustazione più apprezzata è quella che avviene nei luoghi deputati al convivio. Tra le proposte per la valorizzazione delle caratteristiche organolettiche del distillato, una formazione più specializzata degli addetti al servizio per rispondere ad ogni richiesta del cliente Il futuro della grappa è scritto nelle strategie di distribuzione e nella capacità dei produttori di valorizzare il settore anche attraverso progetti di cooperazione e condivisione. Questo è quanto emerso nel corso del convegno “Grappa! Spirito Nazionale verso il mercato mondiale” organizzato da Istituto Nazionale Grappa e Assodistil con il contributo del Mipaaf e della Regione Emilia Romagna che si è tenuto ieri presso la Stampa Estera a Roma. (nella foto C. Mazzetti e A. Emaldi con i relatori del congresso)


Un incontro fortemente voluto dai presidenti dell’Istituto Nazionale Grappa (ING) Cesare Mazzetti e di Assodistil Antonio Emaldi per analizzare e valutare – alla luce dei dati economici e statistici del comparto – insieme a esperti di marketing e di strategie commerciali quali canali di distribuzione e comunicazione siano più efficaci per promuovere l’immagine della grappa sui mercati esteri. Attualmente la distribuzione più corposa del prodotto grappa sia in Italia che all’estero avviene attraverso la GDO, per la varietà di formati, di qualità e di prezzi. Sui mercati stranieri, laddove non esiste una vera e propria cultura della grappa a fine pasto come in Italia e dove non è la marca a fare la differenza, ma il vitigno di produzione, si tende a seguire istintivamente il prodotto che in qualche modo richiama nel nome altri vini italiani conosciuti e stimati. La distribuzione attraverso la GDO può però nascondere tra gli scaffali anche prodotti di fascia medio bassa che rischiano di far scivolare verso il basso l’immagine qualitativa del “marchio“, a scapito di tutto il comparto. “In un mercato in cui la marca è fondamentale per tutti i prodotti, questa lo è ancora di più per la grappa – ha spiegato l’Amministratore Delegato di Advance Brand Appeal Angelo Faravelli – perché se si vuole posizionare come un prodotto premium, la marca sarà per il consumatore più rilevante della qualità del prodotto. Dobbiamo riuscire a creare un vero e proprio marchio Grappa, che al momento è considerato in realtà solo un nome“.

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In quanto a immagine, sicuramente il canale HORECA è quello che meglio riesce a mettere in mostra novità e peculiarità del prodotto. Promuovere il consumo di grappa attraverso il canale HORECA avvicinerebbe infatti il consumatore alla degustazione sensoriale completa, magari “affiancato” da una preparazione specifica del personale addetto al servizio, in grado di fornire al cliente tutta una serie di informazioni che lo porterebbero ad apprezzare ancora di più il distillato che ha nel bicchiere come ad esempio la provenienza territoriale o l’appartenenza a un vitigno particolare, non meno importanti del fascino che ha sul consumatore l’aspetto cristallino e la gradevolezza al naso quando si tratta di preferire una grappa di una varietà piuttosto che un’altra. A sostenerlo, nel suo intervento, è anche il sommelier della Locanda Locatelli di Londra, Loris Propedo: “E’ fondamentale la conoscenza merceologica da parte del Sommelier o del Barman – commenta – poiché sono loro a rapportarsi con il consumatore finale e senza dubbio questo li renderebbe più abili nel proporre la grappa anche a clienti che hanno magari un atteggiamento pregiudiziale nei confronti di questo distillato. Anche l’etichettatura può avere un ruolo importante: informazioni minime come annata di distillazione, uve utilizzate per produrre le vinacce, provenienza delle uve, tipo di alambicco, tempo di invecchiamento e tipo di legno usato, informazioni dettagliate sulla distilleria produttrice potrebbero essere elementi decisivi che spingono all’assaggio e al successivo consumo del prodotto“.

Il secondo spunto emerso dal convegno per un sostegno fattivo al comparto grappa prevede una revisione delle strategie aziendali per valorizzare l’intero settore, come sostiene il Direttore Accademico della European School of Economics e docente di economia d’impresa dell’Università di Firenze Stefano Cordero di Montezemolo: “Partendo da un’analisi della struttura e dell’evoluzione economica e finanziaria del settore della Grappa, che consente di identificarne caratteristiche e problematiche industriali e finanziarie, dobbiamo valutare le possibili linee di sviluppo che i produttori dovrebbero perseguire sia singolarmente che attraverso progetti di cooperazione e integrazione per valorizzarne qualità e potenzialità“. Il convegno si è concluso con la presentazione della manifestazione ‘Grapperie Aperte’ che si svolgerà nelle distillerie aderenti all’ING in tutta Italia domenica 10 ottobre e con una degustazione di grappa – guidata dall’assaggiatrice AIS e ANAG Camilla Guiggi – accompagnata con miele, gentilmente fornito dall’Accademia del Miele Mielizia (www.alceneromielizia.it/mielizia). Un momento di gusto ma con un preciso obiettivo: educare il consumatore ad apprezzare la grappa in tutti i suoi aspetti, in primis quelli sensoriali. Al termine, i soci di ING e Assodistil insieme ai partner di questa iniziativa ovvero consorzi di Parmigiano Reggiano (www.parmigiano-reggiano.it), Prosciutto di Modena (www.consorzioprosciuttomodena.it) e Lambrusco (www.lambrusco.net), hanno offerto ai presenti un assaggio dei loro prodotti, in un abbinamento che sottolinea il forte legame con il territorio d’origine del quale la Grappa e le altre denominazioni emiliane degustate in questa occasione si ergono a simbolo.

+info: Ufficio Stampa Marte Comunicazione

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