Nel capoluogo partenopeo sul panoramico rooftop dell’Hotel de Bonart Naples, Curio Collection by Hilton.
Una trasformazione profonda che riflette cambiamenti socio-culturali, e che ha portato negli ultimi anni una semplice abitudine a diventare un momento sensoriale. Se fino a poco tempo fa, scegliere un drink significava soddisfare un bisogno elementare, dal dissetarsi in primis e poi socializzare, oggi il cocktail è diventato un driver per vivere un’esperienza a 360°, con una cura maniacale nella scelta della location. Non bastano più gli spirits premium o il bartender di caratura internazionale, la clientela ricerca, per adoperare un termine del settore, un mix perfetto fra materie prime, equilibrio dei sapori, sartorialità nelle preparazioni. In estrema sintesi vuole un signature o un classico che racconti una storia, ispirata alla stagionalità, al territorio e all’emozione di un cocktail bar esclusivo. Questo mood è il filo conduttore del The Niq Bar.

Siamo a Napoli, nell’elegante rooftop dell’hotel de Bonart Naples, Curio Collection by Hilton. La vista letteralmente mozza il fiato, con lo sguardo disorientato dalla bellezza di un orizzonte che spazia dal Golfo di Napoli al Vesuvio. Nella cocktail list, in particolar modo i signature, batte un cuore partenopeo, che celebra l’arte e l’ospitalità campana.
Già il nome dell’hotel è profondamente rivelatore, una crasi dei due termini Bon e Art.
A rivelarci i segreti della miscelazione ad alta quota, fronte Vesuvio è il bartender Amedeo Saide, con un portfolio di cocktail costruiti attorno a preparazioni homemade, sciroppi, spezie, frutti rari e infusioni.

“L’ospite insegue un drink unico e personalizzato che coinvolga i sensi, stimoli la curiosità e crei ricordi. Questo diventa anche il nostro mantra. Penso in particolare ad uno dei cocktail della nostra lista esclusiva che rappresenta la mia firma. Nasce da uno studio approfondito su colori e profumi ed è dedicato a mia figlia Charlene. Protagonista è la violetta, che dona un’identità floreale e avvolgente, ideale per ogni momento della giornata, dal pre-dinner fino al dopocena. Tutto va poi condito con un sorriso perché noi bartender siamo fondamentalmente dei frontman, abbiamo un rapporto diretto con i clienti. L’accoglienza è importante. Se sei uno chef, lavorando in cucina con la tua brigata puoi permetterti anche di essere ombroso, noi no. Questo aspetto relazionale è rimasto immutato, invece la mixology è cambiata negli ultimi 20 anni. Prima le richieste rientravano quasi tutte nel perimetro dei classici, Martini cocktail e Negroni se parliamo di bar degli hotel. Oggi è tutto rivoluzionato. Sono tantissimi gli ospiti esterni che scelgono per un aperitivo o un after dinner, il cocktail bar di un albergo e chiedono qualcosa di non banale. È impossibile lavorare senza preparazioni homemade e senza un’adeguata tecnica, basti pensare alla chiarificazione che può essere applicata ovunque. Non si tratta soltanto di stupire il pubblico ma di spiegargli cosa c’è dietro il nostro lavoro. Dall’altra parte del banco sono diventati tutti più consapevoli e ad esempio esigono un determinato brand per il gin tonic. Le botaniche non sono più un mondo misterioso. Anche le toniche hanno ampliato la loro gamma. Sono tutti elementi che concorrono alla definizione di twist on classic. Per noi operatore del settore dare un tocco personale è quasi un obbligo”.

Dando una scorsa alla drink list emergono innegabili richiami a Napoli e al suo mondo. Il NIQ con Gin Malfy, Limone di Sorrento e Sour al basilico, un bilanciato mélange di note dolci e retrogusto agrumato, sembra la colonna olfattiva del paesaggio prospiciente l’hotel, mentre il SAGE 75 è una rivisitazione del celebre French 75. Qui abbiamo Tanqueray 10 Gin, Succo di limone, Italicus, Prosecco extra Brut, per celebrare l’immancabile ginepro con note floreali.

“La sinergia tra food e beverage è sempre più intensa – continua Saide – Un prototipo è il cocktail Himitsu a base di Vodka e Bitter Campari, impreziosito da lamponi e cioccolato fondente, pensato per esaltare la mousse al cioccolato Ruby. Così come si sta sviluppando la tendenza partita oltreoceano di bere più light rispetto al passato o anche di scegliere cocktail analcolici, che sono altro rispetto alle semplici bevande del passato. Sono dei drink strutturati e costruiti con personalità. È un mercato attenzionato dalle aziende più importanti che stanno investendo con prodotti di assoluto valore. Non vorrei neanche sminuire il trend delle bollicine durante l’aperitivo. Nell’Italia meridionale non era un costume diffuso bere vino prima di cena, ma oggi l’abitudine è cambiata e sono molti che non rinunciano ad un calice di Franciacorta o di Champagne. Se dovessi parlare però di mode direi che i classici a base di gin o per l’estate Moijto e Paloma saranno dei bestseller ancora a lungo. Magari qualche variazione potrà esserci, ad esempio lavorando sul segmento delle toniche, ma lo scenario lo vedo molto tracciato, così come ci vorrà del tempo per radicare nella clientela italiana il pairing a cena con i cocktail. Siamo pur sempre la patria indiscussa del vino”.

Il cocktail diventa dunque una scelta consapevole e non più un accessorio sociale, deve diventare un passepartout per apprendere i segreti del territorio come spiega l’altro bartender Innocenzo Crispino:

“Siamo in un territorio unico e meraviglioso, dunque dobbiamo proporre qualcosa che sappia raccontare ciò che ci circonda. Penso ad alcuni nostri signature quali Civico 133, che omaggiano la mia città di origine con una miscela innovativa di ingredienti locali, o Via Marina, che cattura l’essenza della costa campana con sapori freschi e decisi, e One More, a base di vodka, fiori di sambuco e vino rosso, che unisce delicatezza e carattere. Talvolta la clientela chiede qualcosa con il limoncello. Iconograficamente fa ormai parte del paesaggio campano. Ma se dovessi dire il cocktail intramontabile, specie in un hotel come il nostro, non avrei dubbi, il Martini Cocktail. Con il mio collega ci divertiamo, quando possiamo, a prepararlo direttamente al tavolo. È indubbiamente il più rappresentativo e il più elegante, sia nella preparazione che nel servizio. E l’ospite, una volta uscito dal nostro locale, lo racconterà agli amici”.
+Info: www.debonartnaples.com/
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