È un mercato ancora in forte crescita quello dei No Low Alcohol Beverages fotografato a Tuttofood, nell’evento organizzato da Mixology Experience sul tema “No-Low Alcohol: un trend in ascesa?”.
È Areté a presentare i dati di un mercato LNA che nell’UE è passato dai circa 7,5 miliardi di euro nel 2021, a poco meno di 9 miliardi nel 2023, segnando una crescita del 17.3% in due anni, con la birra che ancora rappresenta l’86% del mercato in valore, contro il 93% circa del 2021. Qualche dato di aggiornamento, dunque, rispetto alla fotografia che la stessa Areté aveva fornito un paio d’anni fa nel primo studio onnicomprensivo condotto per la DG Agri della Commissione UE sul mercato dei “Low No Alcohol Beverages”, con focus su Europa e su alcuni Paesi terzi di rilievo, tra cui USA, Brasile, Australia.

Le cifre prospettiche del CAGR al 2028 evidenziano ancora spazi importanti di crescita, che in Europa si concentrano soprattutto sugli spirits LNA (20.6% 2024-2028). Attese crescite importanti anche fuori dall’UE, con gli USA che vedono proiettato un CAGR al 10.9% sulle birre, al 18.9 sugli spirits e all’8.1 sui vini. Alte le attese anche sul mercato brasiliano, con CAGR al 24%sulle birre e al 13.5% sui vini.
Sullo sfondo, un panorama normativo ancora incerto, con sistemi di classificazione delle bevande “low” e “no” alcohol ancora largamente differenti da un Paese all’altro anche all’interno della stessa UE, dove di fatto manca una normativa di riferimento sia per le birre, sebbene il mercato delle birre LNA sia ormai tutt’altro che agli albori, che per vini e spirito.
A trainare il mercato, naturalmente, i trend salutistici, in particolare tra millenials e generazione X, ma anche le normative sempre più stringenti in materia di alcool e guida, problemi di natura medica e, in alcuni Paesi in particolare, fattori religiosi. “Interessanti i dati che mostrano come i prodotti Low-No si presentino, soprattutto per i giovani, non solo come alternative agli omologhi prodotti alcolici, ma anche – soprattutto per i no alcohol – come alternative a bevande analcoliche classiche – spiega Enrica Gentile, CEO di Areté – con conseguente possibilità che una porzione di mercato non venga in realtà ‘sottratta’ a birra, vino ed alcolici ‘classici’, ma piuttosto dal consolidato mercato delle analcoliche”.
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Areté – The Agri-Food Intelligence Company – è leader in Italia per i servizi di analisi e previsione sui mercati delle materie prime agrifood. Da oltre vent’anni lavora al fianco delle più importanti aziende del settore, delle principali istituzioni nazionali e comunitarie, di governi esteri, di associazioni di categoria nell’agrifood in Italia e all’estero.
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