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Due importanti novità per San Osvaldo al prossimo Vinitaly celebreranno le gloriose origini dell’azienda. Sono il Lison di Lajos, Lison Classico DOCG dedicato al fondatore della cantina, il Barone ungherese Lajos Babos, e il Raboso di Bibi, Malanotte del Piave DOCG, intitolato a Biborka Babos (conosciuta come Bibi), figlia del Barone. Saranno presentati lunedì 26 marzo alle ore 11 al padiglione 4 – stand E5. I due vini al debutto completano una vasta gamma di prodotti che rispecchia la varietà vinicola del territorio del Lison Pramaggiore nel quale ha sede l’azienda che dal 2004 è entrata a far parte del gruppo della trevigiana Montelvini. “Questi due DOCG – spiega Alberto Serena (cfr foto accanto), vicepresidente di San Osvaldo – rappresentano il fiore all’occhiello del territorio. Pertanto abbiamo voluto dedicarli ai fondatori dell’azienda: si innamorarono di questo luogo dando avvio ad una tradizione di eccellenza”.

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Il Barone Babos, comandante della marina ungherese in congedo, si trasferì a Loncon di Annone Veneto (Venezia) negli anni Trenta, attirato dalle caratteristiche dei vini del luogo, in particolare del Tocai di Lison (oggi Lison DOCG). La disciplina e il rigore furono i tratti con cui condusse l’impresa fino alla sua scomparsa nel 1955. Regole a cui cercò di sottrarsi la figlia Bibi, attratta dalle luci della vita mondana che la condussero in giro per l’Europa nello stesso periodo. “Abbiamo recentemente ritrovato negli archivi dell’azienda – prosegue Serena – un lungo epistolario che svela il rapporto tra i due. All’integerrimo Barone intitoliamo il Lison Classico DOCG, con la sua robusta sapidità legata alla prossimità al mare. Alla nottambula Bibi il Raboso Malanotte del Piave DOCG, che con un appassimento delle uve di un mese e un affinamento di 36 mesi riesce a smussare il tannino aggressivo tipico della varietà, ottenendo un rosso di grande piacevolezza”. Le annate sono la 2011 per il Lison Classico DOCG e la 2008 per il Malanotte DOCG: in entrambi i casi si tratta delle prime annate di produzione della Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Molto curato anche il packaging dei due vini, per il quale è stata recuperata la bottiglia storica di S.Osvaldo, brevettata negli anni cinquanta e che da vent’anni era ormai abbandonata. Una bottiglia dalla forma asimmetrica, molto caratteristica, a cui è stata applicata un’etichetta che riproduce le foto d’epoca dei personaggi citati.

+INFO: Michele Bertuzzo – www.sanosvaldo.com

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