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Babbo Natale quest’anno in carcere porta il panettone alla birra. Il nuovo dolce realizzato dai detenuti della Casa di Reclusione di Padova è la proposta natalizia di punta del Consorzio Sociale Rebus, che coordina i progetti per l’inserimento lavorativo dei detenuti padovani. Il prodotto è stato realizzato con la collaborazione ed il patrocinio di Sandro Vecchiato, patron di Interbrau, uno dei maggiori distributori di birre specialità del Paese. La birra scelta per il nuovo panettone è la Tabachèra di Amarcord.

La Tabachéra del microbirrifico Amarcord di Rimini è una doppio malto che evidenzia un bel colore ramato con riflessi di rubino e un profumo di torrefatto, oltre che -giurano gli esperti- un sapore che ricorda le mandorle appena colte.
“Il panettone alla birra Tabachéra” – spiega Luca Passarin, responsabile della linea de ‘I dolci di Giotto’ realizzati nella pasticceria della casa di reclusione padovana – “è stato presentato proprio in questi giorni a Milano a Golosaria 2009, la manifestazione eno-gastronomica organizzata dal Club Papillon di Paolo Massobrio. È un prodotto altamente artigianale con un ciclo di lavorazione di 72 ore di cui almeno 24 solo di lievitazione”.

La birra non è un ingrediente diretto dell’impasto; in essa vengono lasciate a macerare a lungo le uvette e così il sapore luppolato fa da contrappunto alla tradizionale dolcezza del panettone. Volendo poi toccare l’apice del gusto, il panettone viene proposto in abbinamento alla Crema alla Birra Tabachéra, lavorata con ingredienti elementari: zucchero, farina, sale, oltre naturalmente alla Tabachéra stessa. Squisitezze tutte da assaggiare, senza dimenticare però che i panettoni del carcere rappresentano una concreta possibilità di inserimento sociale per quindici detenuti.

Al carcere in via Due Palazzi il tour de force in vista del Natale 2009 è cominciato da tempo. Oltre al panettone alla birra, le proposte sono varie: panettone classico, con o senza uvette e canditi, panettone con gocce di cioccolato; cioccolato e caffè o addirittura cioccolato e fichi. E poi la Noce del Santo, il dolce con cui la pasticceria del carcere ha voluto esprimere “l’epoca di mezzo” di sant’Antonio, conciliando ingredienti sia del vecchio (noci, nocciole, mandorle, ecc.) che del nuovo modello di alimentazione del tempo (farina integrale di frumento) e avendo come base la specialità di sempre del laboratorio: il lievito naturale.

+INFO: www.youreporter.it/foto_Panettone_alla_birra_per_i_pasticceri_top_dal_carcere_1

INFOFLASH/REBUS CONSORZIO SOCIALE

Alla “Casa di Reclusione” di Padova i detenuti non imparano solo un mestiere, ma partecipano ad un esempio di imprenditoria sociale che attraverso il lavoro, il gusto e la bellezza, propone percorsi di rieducazione per riscoprire il senso della vita. Così, nella pasticceria artigianale, i reclusi del carcere impastano e sfornano panettoni, colombe e altre prelibatezze per palati fini, mentre i “colleghi” del laboratorio di cartotecnica lavorano di precisione e con ricercata perizia per confezionare scatole ed altri oggetti di pregio. Tutto ciò grazie alla formazione e all’accompagnamento al lavoro svolti dai maestri pasticceri della Cooperativa Sociale Work Crossing, meglio conosciuta con l’insegna Ristorazione Forcellini e dai maestri cartai della Cooperativa Sociale Giotto che realizzano i progetti per l’inserimento lavorativo dei detenuti, ideati e coordinati dal Consorzio Sociale Rebus + info: Tel. 049.8033100 – www.idolcidigiotto.it

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