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“Pisa da Bere” e il successo del 2019: F. Bigongiali racconta la manifestazione che ha cambiato Pisa


Per bartender e cocktail lovers toscani, “Pisa da Bere” è stato senza alcun dubbio uno dei modi migliori per chiudere in bellezza il 2019. Al “Lumiere” di Pisa, il 16 dicembre scorso, si è tenuta infatti la seconda edizione dell’ormai nota rassegna dedicata alla mixology, ideata e organizzata da Fausto Bigongiali. Un vero successo, un momento di formazione, confronto e divertimento che ha consentito alla realtà pisana (e anche a quelle circostanti) di compiere un ulteriore step nel sempre più in ascesa mondo della miscelazione. Tra seminari, masterclass, stand beverage, guest bartending e un’immancabile Christmas Cocktail Competition, il tutto rigorosamente a ingresso gratuito e con un’ottima risposta di pubblico.

Per un bilancio su “Pisa da Bere” 2019, Beverfood.com ha intervistato proprio Bigongiali, proprietario insieme al suo socio Giacomo Colantuono della scuola per barmen di Bientina (PI), “Aloha Drink”, esattamente il luogo in cui tutto è iniziato lo scorso anno.

Bigongiali, innanzitutto com’è nata l’idea di portare a Pisa un evento come questo?
“Era ormai da tanto tempo che ci pensavo, così l’anno scorso ho ideato una manifestazione nata prettamente per far divertire i ragazzi formati nella nostra scuola durante l’anno. L’esordio di ‘Pisa da Bere’ è andato però al di là di ogni più rosea aspettativa, pensate che ci aspettavamo 70 persone e ne abbiamo avute invece oltre 200. Così, quest’anno, mi sono detto: ‘Perché non organizzare qualcosa di ancora più grande e strutturato?’ I numeri a posteriori parlano da soli: da 5 stand siamo passati a 13, con un tasso di partecipazione quasi raddoppiato”.

Qual è dunque il bilancio di questa seconda edizione?
“La manifestazione è andata molto bene, non posso che essere soddisfatto. Il livello dei seminari si è alzato tantissimo rispetto allo scorso anno: stavolta ne abbiamo organizzati ben quattro, tra la storia del Negroni, il cocktail&food pairing, la lezione delle ShakHer di Roma e la ciliegina sulla torta, Leonardo Filippini, dal Savoy di Londra. Abbiamo avuto un’ottima risposta da parte di Pisa e anche dalle città limitrofe, penso a Livorno, Firenze, Lucca… La nostra è una piazza un po’ particolare, non era facile portare un concept di miscelazione di qualità in una città per lo più a dimensione studentesca. Grazie anche alla collaborazione con locali come il ‘Sunset’ di Marina di Pisa e il ‘Pia Para Ti’ sempre del litorale, oltre all’ ‘Eleven’ di Pisa, siamo però fieri di aver creato molta più consapevolezza”.

Le novità del 2019, d’altronde, sono state davvero tantissime.
“Sì, abbiamo puntato forte sulle guest e anche, come responsabilità sociale di tutti noi, sul low plastic, limitando il più possibile l’utilizzo della plastica con bicchieri e cannucce compostabili. Quest’ultimo aspetto è per me una priorità in un momento in cui ognuno di noi deve fare quotidianamente la sua piccola parte per salvaguardare il pianeta. Ancora di più chi lavora nel nostro settore”.

E la gente, in generale, sembra aver apprezzato.
“Abbiamo avuto oltre 400 ingressi nell’arco della giornata, un risultato straordinario! È bello vedere quanto siamo cresciuti in un solo anno, il merito va anche al coinvolgimento di altre due scuole per barmen oltre alla nostra ‘Aloha Drink’: la ‘YED’ di Pontedera e la ‘Tend Academy’ di Pisa. Senza dimenticare ovviamente i nostri sponsor e i loro eccellenti stand degustativi. A Pisa non c’era mai stato prima d’ora un evento di questo tipo. Da tante piccole realtà slegate tra loro siamo passati e stiamo passando al raggiungere più gente possibile sia a livello locale che nazionale per un vero e proprio Bar Show, con tutta la nostra umiltà. ‘Pisa da Bere’ deve essere concepito infatti come un confronto sereno e proficuo tra svariate personalità del settore, come una manifestazione che esalta la nostra passione comune e il concetto di ospitalità”.

Con le feste ormai agli sgoccioli, ci dica la verità: pensa già a “Pisa da Bere” 2020?
“Ci penso già dal 17 dicembre, il giorno dopo l’ultima edizione (ride, ndr). Vorremmo progressivamente cercare di aprirci di più anche agli appassionati, senza chiuderci solamente al mondo dei barmen. Magari inserendo nella manifestazione un numero maggiore di locali pisani, con delle guest che possano far vivere tutta la città, ma anche seminari, stand e degustazioni in grado di indirizzare le persone comuni, e non solo i professionisti del settore, a bere bene e responsabilmente. La qualità dei prodotti chiaramente è tutto, sta alla base di questo progetto e del nostro lavoro. Il prossimo passo è trovare quindi una location più grande che ci permetta di diventare un costante punto di riferimento a Pisa. Ho già tante idee in mente e l’ambizione di continuare a crescere anno dopo anno, sono sicuro che tutti insieme ce la faremo!”.

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