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Una ricerca di mercato sviluppata da Axiter-ConfCommercio/Unicab per il Vinitaly registra come le cantine italiane abbiano retto alla prova della “grande crisi” del 2009 e come si siano attrezzate per continuare a crescere nel 2010. Export e investimenti ancora in crescita. Fra i punti di sofferenza i ricarichi lungo la filiera (particolarmente nel canale horeca), la scarsa cultura manageriale e il sottodimensionamento delle cantine

Il vino italiano ha retto alla prova della “grande crisi” del 2009. E lo ha fatto grazie ad una ulteriore crescita delle esportazioni e ad uno slancio negli investimenti che ha coinvolto l’acquisizione di terreni, l’ammodernamento tecnologico e immobiliare delle cantine e, soprattutto, le reti commerciali in Italia e all’estero. Questo il risultato di una ricerca di mercato realizzata, per conto di Vinitaly, da Axiter-Confcommercio assieme all’istituto Unicab: un’indagine congiunturale che ha coinvolto un panel di oltre 360 cantine italiane – le maggiori e le più significative, ma anche realtà cooperative e non, piccole e medie, distribuite in tutte le denominazioni nazionali.

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Nonostante un clima generale improntato al pessimismo, all’interno dei propri cancelli le cantine italiane hanno mostrato una capacità di tenuta e la voglia di sfruttare il momento per “mettere ordine”al proprio interno, investendo sulle reti commerciali, sull’acquisizione di nuovi terreni e marchi e sull’ammodernamento tecnologico.Questo trend positivo ha coinvolto due cantine su tre con tassi di crescita anche a due cifre tanto in Italia che all’estero e, nel nostro Paese, tanto nel canale della grande distribuzione che nell’horeca. Chi va bene, ha goduto nel 2009 anche di un ridotto, o nullo, incremento nei costi. Chi va male, però, registra gravi scompensi su tutta la linea: ha visto ridursi le quote di mercato in Italia, è cresciuto molto poco all’estero, non ha “convinto” l’horeca ed è stato penalizzato da un incremento dei costi significativo. E questa forbice, molto netta, sembra essere una delle caratteristiche salienti del 2009 che, evidentemente, ha fatto in qualche modo “selezione” fra le cantine.

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Al di là della capacità delle singole cantine di reagire alla crisi, vi sono ancora dei “colli di bottiglia” che frenano lo sviluppo: ricarichi eccessivi lungo la filiera e nella ristorazione; la scarsa cultura manageriale e il sottodimensionamento delle aziende; il costo del credito e la difficoltà di accedervi; la carenza di infrastrutture. Il mondo del vino italiano, ad ogni modo, continuerà anche quest’anno nella fase di investimento. Chiede però degli interventi precisi per continuare a restare competitivo: aiuti a chi esporta e sgravi fiscali per chi ancora investe; un sostegno marcato al “turismo del vino” che porta business direttamente in cantina.

+INFO Servizio Stampa Veronafiere Tel.: .045.829.82.85 – 82.42 – 82.10 – www.vinitaly.com

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