Procrastinata al primo gennaio 2026 l’entrata in vigore della Sugar tax. Lo prevede il Decreto fiscale approvato dal Consiglio dei ministri. Una buona notizia soprattutto per le aziende agroalimentari che producono bevande analcoliche zuccherate, ma i cui effetti negativi si ripercuoterebbero anche sulla produzione di alcune materie prime necessarie alla preparazione delle bevande, come arance, limoni e frutta in generale.
Pensata con l’obiettivo di scoraggiare il consumo di zuccheri e promuovere abitudini alimentari più sane, la Sugar tax è stata introdotta con la Legge di bilancio 2020 ma l’entrata in vigore sempre posticipata. Prevede un’imposta di 10 euro a ettolitro sulle bibite finite con edulcoranti e di 0,25 centesimi di euro al Kg sui prodotti predisposti a essere utilizzati solo dopo essere stati diluiti. Secondo le stime della Ragioneria dello Stato il gettito fiscale in questi sei mesi sarebbe stato di circa 60 milioni di euro. Sospiro di sollievo per le aziende del settore che minacciavano rischi occupazionali e delocalizzazione produttiva se l’imposta fosse entrata in vigore. Tutte questioni rimandate di sei mesi, anche se l’obiettivo del Governo è eliminare del tutto la Sugar tax.
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Ad annunciare il posticipo è stato il Governo, su impulso del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Un gesto definito di “buon senso” dai parlamentari della maggioranza, che sottolineano come il rinvio fosse da tempo tra le priorità del partito. Forza Italia rincara la dose e, pur apprezzando il rinvio, punta più in alto: “L’obiettivo deve essere l’abolizione definitiva”.
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1 Commento
Una cattiva notizia per gli spremuti contribuenti , per la salute del consumatore e per la credibilitadle governo sotto ricatto delle lobbies due bibitai