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Rita’s Tiki Room: il sogno esotico di Edo Nono sui Navigli di Milano


Un’entrata Tiki a gamba tesa. Quando chiediamo a Edoardo “Edo” Nono un commento sulla nuova avventura del Rita Tiki’s Room è raggiante. “Volevamo dare una scossa al nostro ristorante Ringa, allora una sera insieme al mio socio Gianluca Chiaruttini davanti a una bottiglia di champagne ci siamo detti, perché non facciamo un locale Tiki?”. Un regalo per i 50 anni di Edo, che con lo spirito di un ragazzino si imbarca in questa nuova avventura, ritornando indietro una ventina di anni fa quando sulle navi da crociera aveva un Tiki Bar galleggiante.

Edoardo Nono, Rita’s Tiki Room

Questo locale era nelle mie corde, sono felice di realizzare un sogno esotico che è legato al ritorno al mio passato. Ho sempre bazzicato e apprezzato le atmosfere caraibiche e hawayane. Ricordo quando in giro per il mondo e arrivavo nei locali Tiki mi sentivo a casa, ad esempio quando scendevo dalla nave e andavo al Luau Larry’s, un locale in nell’isola di Catalina. Questo mi ha sempre dato un’impronta sull’utilizzo nei drink di frutta esotica, spremiture fresche”. Un locale arrivato a tempo di record, realizzato in un mese tra l’8 aprile, con tanto di lancio con un video super girato in Darsena, e l’apertura datata 8 maggio. L’effetto dei clienti quando entrano è “wow che figata”, perché davvero l’impatto è di livello, ci si sente in un’atmosfera diversa.

Andrea Arcaini, Rita’s Tiki Room

SCENOGRAFIA TIKI Avevano le idee chiare i ragazzi del Rita, non ci hanno messo molto a capire i loro bisogni. Il locale c’era già, più che di progetti da archistar serviva qualcosa di diverso. “Gli spazi erano abbastanza delineati, il bancone l’abbiamo progettato noi come misure, un’estetica funzionale nello stile del Rita- racconta Edo Nono- Guardandoci ci siamo detti che qui non serviva un architetto, avevamo bisogno piuttosto di ricreare un’ambientazione Tiki, chi se non uno scenografo poteva fare tutto questo al meglio?”. Caso fortuito che sopra il Rita abitasse sino a qualche anno fa Matteo Oioli uno scenografo di successo, un curriculum con tanti programmi tv alle spalle ma anche scenografie per grandi eventi come i giochi olimpici. “C’è stata subito intesa, anche perché ci conosceva bene e ha accolto con entusiasmo il nostro progetto, perché qui la scenografia è duratura e non rimane solo poche ore”. Il locale è pieno di ogni dettaglio curato, l’anima Tiki sono degli intarsi di legno fatti da un artigiano veneto, Paul Campese, gli sgabelli, tavoli con le gambe di bambù vero quindi non per forza dritti. Si entra e si vede un bancone passivo per appoggiarsi, tutto all’altezza bancone principale dove punta tutta la visuale del locale, con tanto di barca appesa sopra. Grandi sedute comode nella seconda saletta che da verso il cortiletto interno. “Il bello è la sera quando il locale si illumina e l’atmosfera cambia e diventa unica”.

FILOSOFIA TIKI Un concetto quello del Tiki che nasce intorno agli anni ‘30 in California, una delle conseguenze del proibizionismo con gli americani che quando andavano nella isole per evadere si portavano le proprie tradizioni in fatto di bere mescolate con le usanze e i prodotti locali. Ernest Raymond Beaumont Gant aprì il primo Tiki Bar a Los Angeles, il Don The Beachcomber. “Volevamo un Tiki con il sorriso, questo si vede dal logo disegnato dall’agenzia Paperplane, ma ci immaginiamo che la gente che venga qui lo farà per rilassarsi e lasciare fuori dalla porta pensieri. D’estate il locale raddoppierà la sua forza, con dei tavolini esterni che danno sui Navigli, oltre a un dehor interno in collaborazione con il Rita, sarà bello e interessante vedere questa nostra doppia anima, mentre d’inverno sarà bello il contrasto tra il calore Tiki interno e il freddo esterno”. Il personale ha sposato la filosofia del progetto, abbiamo dei grandi appassionati di Tiki come il maestro Nicolò Caramiello, uno che ha un tatuaggio Tiki sul braccio, Andrea Arcaini, un ritorno alla scuderia del Rita dopo aver fatto alcune esperienze tra i migliori bar di Milano. A dirigere l’orchestra Chiara Buzzi, che oltre a essere socia in questa nuova avventura Tiki con gli storici proprietari del Rita, seguirà la direzione del locale, tutti vestiti con camicie e abiti hawaiani.

Nicolò Caramiello, Rita’s Tiki Room

DRINK LIST La carta del Rita’s Tiki Room si apre con la sezione “Sunset Delights”, in lista una proposta di aperitivi per fare entrare il cliente nel mood dell’aperitivo italiano, qui di Tiki non c’è nulla. Nove drink, dal Fargo Twist al Nino Bixio, una proposta dove non manca la firma Campari, con dei drink di livello in entrata. Le altre due pagine con la sezione “Back to the Roots” ci vedono entrare nel vivo del sogno Tiki ed esotico. Una carta enciclopedica, che ripercorre il Tiki dagli anni 30 sino agli anni 70. Una carrellata di cocktail a base rhum, dai grandi classici, dal Dr.Funk, uno dei cocktails più antiki probabilmente datata 1920 e dedicato al Dr.Bernard Funk, una figura che ha dedicato la sua vita professionale agli abitanti del sud del Pacifico. Oppure il Don The Beachcomber, considerata come la prima ricetta ufficiale del Mai Tai datata 1934, che ha contribuito all’enorme successo del capostipite indiscusso della cultura Tiki. “Da un lato è facile ipotizzare una drink list Tiki visto che è tutto abbastanza schematico e quasi blindato, la difficoltà nell’ampiezza e nel trasmettere alla clientela del locale questa visione”. Dulcis in fundo, la sezione  “Super Ice Cold e Rita’s Tiki Best”, raggruppa alcuni grandi mette assieme grandi classici tiki del Rita, come il Why Mango o il Jungle Fever, oppure il Fog Cutter e Hurricane. Grande attenzione al Daiquiri perfetto, magari alla banana, uno dei drink scelti dai bartender in visita nel nuovo locale, in una fusione tra frutta e ghiaccio spezzato, magari partendo sempre da una classica Pinà Colada. Storia raccontate dai ragazzi del Rita’s Tiki Room, che vi accompagneranno in viaggio tra gli ingredienti che stanno nel drink e la storia che ci sta dietro. In bottigliera una lista distillati, con rum in prevalenza, un 90% con un centinaio di referenze, tra cui perle da provare anche lisce come il guyanese Port Moran 99 El Dorado, una sezione di rhum Agricole, grandi sicurezze come la gamma Diplomatico, Plantation e Mezan.

CUCINA TIKI Oltre alla parte miscelazione rimane anche la cucina protagonista. “Volevamo dare continuità a una clientela che apprezzava la nostra proposta di cucina, per questo abbiamo dato spazio a una serie di piatti che riassumono la cucina Tiki, spaziando dalla carne, al pesce ai noodles”. Ad accompagnare l’avventura della cucina del Rita’s Tiki Room il menù è firmato da uno chef del calibro di Eugenio Roncoroni del Mercato di Milano, un personaggio che ha girato il mondo, mamma californiana, uno che le atmosfere di cui stiamo parlando sa cosa sono. In carta piattini ad accompagnare l’aperitivo, con porzioni per stuzzicare l’appetito, dando spazio alla cucina per chi volesse cenare con un drink. Come Main un’offerta che varia dalla carne al pesce, tra gli snacks piatti semplici e sfiziosi come le Chicken Wings piccanti con salsa ranch, Lumpia Nam, degli involtini filippini di maiale e gamberi con soia allo zenzero, oppure Dupont street oyster, delle ostriche fritte con salsa tartara. Protagonisti i noodles con Kontiki, fatti alla piastra con gamberi, tamarindo, arachidi, passando a dei Calamari La Mariana celebrando un altro famosissima Tiki Bar di Honolulu, oppure il maialino Kalua. In una settimana troppo presto parlare di bilanci ma se il buon giorno si vede dal mattino la scommessa sembra essere vincente. “A Milano una proposta del genere mancava – chiosa Edo- lavoriamo con buona parte dei Rum migliori reperibili sul mercato, in linea solo qualche gin,  controcorrente vista la moda del momento, anche se il trend Tiki è in crescita”. L’inaugurazione ufficiale dovrebbe essere il 5 giugno, prima volevano prendere le misure. Stay Tiki!

 

RITA’S TIKI ROOM Ripa di Porta Ticinese, 69 Milano

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