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Si è tenuto nella splendida cornice del castello Aragonese di Otranto (LE) il convegno internazionale sui vini Rosati in occasione della premiazione del Concorso enologico nazionale dei vini Rosati promosso dall’assessorato alle Risorse agro-alimentari della Regione Puglia, in partenariato con Assoenologi, Accademia Italiana della Vite e del Vino e Unioncamere Puglia, con l’autorizzazione del Ministero delle Politiche Agricole.

 

E’ intervenuto Rocco Di Stefano, già direttore dell’Istituto Sperimentale Enologia, sulle tecnologie di produzione. «Certamente i vini rosati – ha spiegato Di Stefano – stanno vivendo un periodo estremamente positivo e, se fino a ora avevano il proprio principale mercato in Francia, da qualche anno questa tipologia enologica è tra le più richieste e apprezzate in tanti mercati internazionali, dove si ricercano prevalentemente due proprietà fondamentali: aromi varietali e un colore resistente nel tempo, caratteristiche strettamente legate a particolari accorgimenti tecnologici di produzione. Oggi, attraverso le moderne tecnologie di produzione, c’è un ritorno ai vecchi e autentici sapori dei rosati, ed è possibile ottenere vini che abbiano colori resistenti nel tempo, aromi varietali e sapori più pieni». «Se per i vini bianchi – ha concluso Di Stefano – esiste una certa determinazione della scala dei colori e per i rossi una più ampia varietà, il ventaglio cromatico diventa ancor più vasto per i vini rosati, andando dalla ‘buccia di cipolla’ al ‘porpora tenue’».

 Davide Gaeta, del dipartimento di Economia Aziendale dell’Università di Verona e docente di Economia dell’impresa Vitivinicola, nell’ambito delle attività sviluppate dall’Accademia Italiana della Vite e del Vino, ha presentato i risultati dell’indagine condotta su consumatori e produttori di Rosati. Dal lavoro di ricerca è emerso che sono soprattutto i giovani tra 20 e 29 anni a berlo (rappresentano il 38% dei consumatori di questo vino) e tra 30 e 39 anni (29%), principalmente a casa durante i pasti (nel 42% dei casi) e in enoteca o al bar in occasione dell’aperitivo (per il 31% del campione). Tre consumatori di Rosato su cinque (il 63% del campione) preferiscono quello frizzante e il 43% degli intervistati dichiara di averlo bevuto nell’ultimo mese.

«Dalla ricerca – ha aggiunto il professor Gaeta – emerge che i consumatori intervistati non scelgono di acquistare un vino rosato perché lo hanno letto su qualche rivista, ma vogliono provare qualcosa di diverso e abbinarlo con il cibo. Il rosato è un vino che può essere consumato sia in montagna che al mare per accompagnare oltre che il pesce anche la carne. Questo evidenzia anche il gap informativo e promozionale di questo vino, consumato principalmente nelle zone dove è prodotto e conosciuto. Interessante è l’immagine evocata dal Rosato nei consumatori: un vino morbido, fresco e vivace, che trasmette allegria e piacevolezza ricordando l’eleganza di una donna. E per le cantine produrre Rosato rappresenta una scelta precisa, una sfida, in quanto non è affatto facile produrlo, non essendo pensato per chi vuole un vino leggero e poco impegnativo».

+info: www.concorsorosatiditalia.it/ – tel. 080.5538860 –

 

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