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In relazione alle notizie di stampa diffuse nei giorni scorsi circa l’operazione di sequestro delle birre Duff in Italia presso alcuni importatori, distributori e punti di vendita al consumo, effettuata dalla Guardia di Finanza, in quanto queste birre utilizzerebbero illegittimamente l’immagine del personaggio dei cartoon Homer Simpson, la società importatrice e distributrice CO.BIR di torino, individuata come uno degli importatori delle birre in questione, ha chiarito la propria posizione con un comunicato stampa di seguito riportato

“CO.BIR srl non è l’importatore ufficiale ed esclusivo della Birra Duff in virtù del fatto che la vendita di tale prodotto non rappresenta un’attività strategica, ma solamente marginale. CO.BIR è uno dei vari soggetti che distribuiscono il prodotto Birra Duff sul territorio nazionale, prova ne è il fatto che sono state sequestrate dalla Guardia di Finanza appena n° 648 bottiglie (pari a 27 cartoni, come da verbale del 29/10) presso il magazzino della società e n° 37 bottiglie presso il pdv di un proprio cliente a Verona. Non si comprende quindi come in alcuni articoli giornalistici si parli di 12mila bottiglie già sequestrate, accertando la commercializzazione irregolare di altre 96mila. Da inizio anno CO.BIR ha importato solamente 9 bancali per un totale complessivo di 11.664 bottiglie (comprese quelle oggetto di sequestro): è evidente che i conteggi riportati negli articoli non sono corretti ed i verbali degli organi inquirenti confermano i numeri reali. Il prodotto, regolarmente fatturato e pagato, è stato acquistato da CO.BIR solo ed esclusivamente dalla società Intoduff con sede in Poligono Tambre, Via Edison 19, 15890 Santiago de Compostela. A quest’azienda sono state più volte richieste da CO.BIR, ottenendole, le necessarie documentazioni attestanti la legalità del prodotto venduto dal produttore spagnolo. Una volta in possesso di tale documentazione, il prodotto è stato commercializzato dalla nostra azienda, in linea, come sempre, con l’assoluta buona fede da parte della società CO.BIR. Va precisato che, sulla base delle informazioni in possesso di CO.BIR, Intoduff è stata la prima società a presentare in Europa domanda di registrazione del marchio Duff, come da documentazione che è stata inviata anche a CO.BIR. Nessuno, peraltro, per anni, si era opposto alla vendita del prodotto commercializzato da Intoduff in buona parte d’Europa.”

“Il prodotto è considerato da CO.BIR come prodotto di servizio e quindi marginale, inserito nel proprio catalogo di oltre 200 birre. Tale prodotto è stato commercializzato perché richiesto da alcuni clienti, senza una particolare enfatizzazione e pubblicizzazione. La commercializzazione da parte di CO.BIR riguarda solo 4/5 catene distributive, non a tappeto in tutte le catene (come affermato in più articoli).

Il fatturato di CO.BIR generato annualmente dal prodotto a marchio Duff non supera i 10.000€, ed è del tutto marginale per la Società CO.BIR. Nessuna delle parti in causa che hanno interessi in questa vicenda si è mai presentata alla CO.BIR diffidandola dal distribuire tale prodotto perché illegale. Se così fosse stato, e visto il marginale interesse CO.BIR ,ne avrebbe interrotto immediatamente la  commercializzazione. Prova ne è che appena venuta a conoscenza del sequestro presso il cliente di Verona, CO.BIR ha provveduto spontaneamente ad informare i propri clienti, invitandoli a ritirare il prodotto dagli scaffali. Pertanto CO.BIR si considera assolutamente in totale buona fede, eventuale vittima di qualsiasi fatto illegale. E’ quindi intenzione della società stessa rivalersi in ogni sede  qualora Intoduff, o chi per essa, con il proprio operato e dichiarazioni mendaci ed inadeguate abbia coinvolto CO.BIR in una situazione assolutamente non consona al proprio professionale operato”

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