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Fare chiarezza sui succhi di frutta 100%, analizzare le evidenze scientifiche nazionali ed internazionali sul profilo nutrizionale, la composizione, il ruolo nella dieta e possibili impatti sulla salute:  questi gli obiettivi del documento a firma di un gruppo di lavoro SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana) dal titolo “Il consumo di succhi 100% frutta nel contesto di una sana alimentazione”, di cui si è discusso oggi a Milano in un incontro organizzato dal Comitato Italiano Succhi 100% Frutta.

Innanzitutto cos’è un succo 100% frutta: ottenuto interamente dalla frutta spremuta, è un prodotto costituito, analogamente al frutto intero, per ca il 90% di acqua, vitamine, sali minerali e fitocomposti che derivano  dal  frutto  intero  spremuto  e  per  il  restante  10%  da  zuccheri  naturali,  senza  aggiunta  di conservanti, zuccheri ed aromi, come previsto dalla normativa europea. Il Documento SINU sottolinea come ammissibile l’assunzione di succhi 100% nell’ambito di una corretta alimentazione, in quantità limitata e non inteso come sostituito del consumo di frutta, e da associare a un apporto di fibra alimentare da fonti naturali come verdura, frutta, cereali integrali e legumi.

Le evidenze scientifiche presentano i succhi di frutta come possibili “fonti” di minerali, vitamine, come la vitamina A e la C, in minor misura, acido folico e potassio. Alcuni micronutrienti sono più biodisponibili nei succhi di frutta, rispetto alle verdure o nella frutta fresca da cui derivano. Un limitato consumo di succhi 100% frutta, all’interno di una dieta ricca di prodotti vegetali può contribuire al raggiungimento degli apporti raccomandati di potassio e al controllo della pressione arteriosa.

 

 

I succhi 100% presentano fitocomposti, sostanze in grado di modulare numerose attività biologiche e funzioni  fisiologiche;  i  processi  tecnologici  utilizzati per  la  spremitura  e la produzione  del  succo  sono variabili fondamentali: per alcuni frutti il contenuto di fitocomposti può addirittura essere più elevato nel succo industriale rispetto a quello fatto in casa.

Il contenuto di fruttosio di una porzione di frutta, in media circa 6 g, pur se molto variabile a seconda del tipo di frutta, e quello di una porzione di succo di frutta 100% sono –circa- equivalenti. La connessione tra succhi di frutta 100% e tendenza al sovrappeso o obesità o ad aumentato rischio di diabete di tipo II, in età adulta, risulta molto scarsa. Anzi, i dati mostrano che nei bambini affetti da obesità, un succo di frutta 100%, assunto prima di un pasto principale, può ridurre l’introduzione energetica nel pasto successivo, in misura analoga a un altro alimento, ad esempio latte.

I  LARN  raccomandano  di  limitare  il  consumo  complessivo  di  zuccheri  semplici  a  meno  del  15% dell’apporto energetico (circa 75 g/die per una dieta di 2000 kcal)” – sottolinea Alessandra Bordoni, Università di Bologna, membro Consiglio Direttivo  SINU, coordinatore del gruppo di lavoro. “L’eccessiva assunzione di zuccheri semplici in età evolutiva non è imputabile a un maggior consumo di succhi di frutta”.

 

 

La  parola d’ordine è  la  moderazione: “I  succhi  di frutta  100%,  ricordiamo, non contengono  zucchero “aggiunto”, ma hanno pur sempre un contenuto di zuccheri correlato a quello dei frutti da cui derivano. Questa quantità è lontana da quella cui si attribuiscono effetti avversi per la salute, ma il loro consumo va sempre inserito in un contesto di alimentazione corretta e bilanciata.

E’ importante ricordare che il succo di frutta 100% è un prodotto che risponde a precisi requisiti in termini di composizione e di etichettatura – precisa Franca Peron, Coordinatore del Comitato Succhi 100% Frutta. Infatti da molti decenni è in vigore una Direttiva europea, recentemente aggiornata, che stabilisce in dettaglio le caratteristiche della frutta di partenza, che deve essere sana, matura e lavorata attraverso processi meccanici di estrazione; la normativa prevede anche quali sono gli ingredienti utilizzabili, che in realtà si riducono alla restituzione di polpa e cellule dello stesso frutto, eventualmente perse in fase di lavorazione e, in particolare, vieta l’aggiunta di zuccheri. La Direttiva, da tempo recepita in Italia, stabilisce infine le modalità di etichettatura del prodotto succo di frutta. Pertanto possiamo affermare che il succo 100% frutta è un prodotto davvero “naturale”, con una carta di identità comune per tutti i Paesi europei”.

In Italia, i succhi 100% si consumano principalmente durante il break della mattina e del pomeriggio, e durante la prima colazione del mattino” conclude Federico Cappi, Direttore marketing retail di Conserve Italia. “I gusti più amati sono arancia, seguiti da ananas, mela, frutti tropicali e pompelmo.”

 

 

“Il consumo di succhi 100% frutta nel contesto di una sana alimentazione”

  • ZUCCHERI E FRUTTOSIO: Il contenuto di fruttosio di una porzione di frutta (mediamente circa 6 g, pur se molto variabile a seconda del tipo di frutta) e quello di una porzione di succo di frutta 100% (circa 8 grammi e altrettanto variabile) sono pressappoco equivalenti.
  • VITAMINE E SALI MINERALI: alcuni succhi di frutta possono essere dichiarati “fonte” di micronutrienti quali vitamina C e, in minor misura, acido folico e potassio. Alcuni micronutrienti sono più biodisponibili nei succhi di frutta che nelle verdure o nella frutta fresca da cui derivano.
  • FITOCOMPOSTI: Estremamente importanti sono i processi tecnologici utilizzati per la spremitura e la produzione del succo: per alcuni frutti, il contenuto di fitocomposti può essere più elevato nel succo industriale rispetto a quell o fatto in casa.
  • IMPATTO SULLA SAZIETÀ: in bambini obesi, un pre-carico costituito da un succo di frutta può ridurre l’introduzione energetica nel pasto successivo in misura analoga (circa 15%) ad un pre-carico a base di latte scremato.
  • IMPATTO SU SOVRAPPESO E OBESITÀ: l’impatto dei succhi di frutta sulla tendenza al sovrappeso/obesità in età adulta è controverso e molto scarsa è l’informazione specificamente concernente il consumo di succhi di frutta 100%.
  • IMPATTO SU DIABETE DI TIPO II: in base agli studi disponibili, il consumo di succhi 100% frutta non risulta associato ad un aumentato rischio di diabete mellito di tipo 2
  • IMPATTO SU MALATTIE CARDIOVASCOLARI: moderata evidenza che i succhi di frutta e di verdura 100% riducano i livelli plasmatici di colesterolo LDL e colesterolo totale con tendenza all’aumento del colesterolo HDL e miglioramento del rapporto colesterolo totale/colesterolo HDL, particolarmente nei soggetti con un “profilo lipidico” alterato.
  • SALUTE DENTALE: non sussiste un’evidenza consistente di un’associazione tra il consumo di frutta o di succhi 100% frutta e rischio di carie dentale: appare comunque opportuno ridurre la somministrazione di bevande zuccherate, inclusi i succhi di frutta, nella prima infanzia tramite biberon.

 

+info: Ufficio stampa Ketchum

Chiara Gallarini  –

Angela Sirago  –

Claudia Fiorella –

Per una più ampia panoramica sui succhi di frutta 100% e sui benefici per la salute si rinvia a: FOCUS SUI SUCCHI: CARATTERISTICHE,TIPOLOGIE, BENEFICI, CONSUMI

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