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Il Corriere della Sera di oggi riporta nella sezione Economia un’ampia intervista a Giuseppe Lavazza, vicepresidente dell’omonimo gruppo a firma Daniela Polizzi. Riportiamo di seguito alcune indicazioni sulle strategie di sviluppo del gruppo piemontese emerse dall’ intervista.

 

Lavazza - Maurizio Crozza e i cherubini clonati nel nuovo Paradiso (15")

 

Per competere all’estero ci vuole una massa critica adeguata; nel caffè è di almeno 2 miliardi di ricavi. Con la recente acquisizione della francese Carte Noire il gruppo ha fatto un grosso passo in avanti e si è portata a 1,9 miliardi di euro nel 2016, servendo in un solo anno ben 27 miliardi di tazzine di caffè in tutto il mondo . Giuseppe Lavazza: “Ci siamo ormai, perché entro meno di quattro anni la Lavazza arriverà a 2,3 miliardi di fatturato. In famiglia abbiamo messo da parte la liquidità per trovarci preparati in caso di opportunità, come abbiamo fatto fin qui. Per questo è stato possibile investire un miliardo in un biennio».

 

IL PROCESSO DI ACQUISIZIONI

 

«La crescita interna nel 2016 è stata del 4 per cento, quella complessiva del gruppo è stata invece pari al 29 per cento. La Francia, quarto mercato al mondo per consumi, per noi è il più rilevante, vale 400 milioni di ricavi. È il secondo dopo l’Italia, che resta il Paese più importante con 600 milioni. In Francia Lavazza è il secondo gruppo del caffè dopo Richard ma entro il prossimo anno la nostra ambizione è quella di diventare il numero uno, essenzialmente con la crescita organica. Quindici anni fa abbiamo firmato la prima acquisizione, quella della torrefazione Henry Large, oggi diventata Lavazza. Abbiamo fatto dello shopping anche in Italia con Suerte (comprato da Star) e Bourbon (comprato da Nestlé).  In India abbiamo comprato Fresh & Honest, mentre in Danimarca abbiamo comprato  Merrild , Lavazza poi ha comprato l’attività di distribuzione in Australia, costituendo una testa di ponte a Melbourne. Adesso, lo sbarco in Canada con l’acquisto dell’80% di Kicking Horse, che  ci ha aperto il mercato nordamericano del caffè biologico. In cassa il gruppo ha una liquidità di circa 600 milioni da poter investire in altre acquisizioni”

 

 

IL CONCORRENTE PIU’ PERICOLOSO

 

«Il più agguerrito è l’investitore finanziario Jed, il polo del settore che fa capo a Jab cui fanno capo le caffetterie svedesi Espresso House, la danese Baresso, Jacobs Douwe Egberts e Keurig Green Mountain, molto forti negli Stati Uniti. Appunto, sono investitori finanziari, hanno scommesso 30 miliardi sul caffè”.  Però Jde ha consentito a Lavazza di uscire dall’americana Keurig con una ricca plusvalenza. «È grazie a quella plusvalenza di 850 milioni che Lavazza ha potuto portare avanti le acquisizioni. Jde ha promosso la fusione tra Mondelez con Master Blenders per creare la più grande società indipendente di caffè del mondo, Jacobs Douwe Egberts.. D’altronde con Keurig non avevamo ottenuto i risultati commerciali sperati. Abbiamo anche cambiato strategia negli Stati Uniti, un mercato essenzialmente fatto da consumi mass market nelle caffetterie. Noi puntiamo ormai su prodotti Premium».

Nel corso dell’intervista Giuseppe Lavazza ha anche annunciato che il gruppo sbarcherà presto anche a Milano in Piazza San Fedele. Entro l’anno Lavazza aprirà il primo flagship store su 300 metri quadrati, battendo sul tempo l’inaugurazione del prossimo megastore di Starburcks in Piazza Cordusio

 

Per accedere all’intervista integrale di Daniela Polizzi sul Corriere della Sera:
www.corriere.it/economia/leconomia/17_luglio_03/giuseppe-lavazza-siamo-pronti-creiamo-polo-italiano-caffe-3801281c-5fc1-11e7-89db-f0df40559f50.shtml

Per analizzare i risultati di bilancio 2016 cfr:
GRUPPO LAVAZZA: 2016 ANNO RECORD CON FATTURATO A 1,9 MILIARDI/EURO, DI CUI 60% ALL’ESTERO

Scheda e news:
Luigi Lavazza S.p.A.

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