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Il settore dei succhi e delle altre bevande frutta ha sofferto continui cali di volumi negli ultimi anni. I consumi pro-capite di 12-13 litri/anno ci hanno ormai relegato agli ultimi posti fra i paesi UE. Nel corso del 2015, invece, i dati IRI, relativi alle vendite sui canali della moderna distribuzione, evidenziano, nell’anno terminante ad agosto, una lieve ripresa dei volumi (+1%) ed una più consistente ripresa delle vendite a valore (+1,8%)

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Le due categorie tradizionali (succhi e nettari) hanno perso volumi nel corso degli anni a favore delle altre bevande frutta a più basso contenuto di frutta, ma con una più ampia e originale gamma di gusti, tra cui le versioni funzionali (ACE, Vitaminici, Arricchiti con antiossidanti, ecc.). Oggi questa categoria di bevande (diversi dai nettari e succhi) rappresenta quasi il 50% dei volumi del totale bevande frutta. Segue la categoria dei nettari che rappresentano oggi il 38% del volume bevande frutta. Tra i nettari prevalgono quelli polposi con purea di frutta (destinati prioritariamente al consumo fuori pasto dei bambini e ragazzi).

I succhi 100% rappresentano una parte minoritaria (ca. il 13%) del totale volumi di bevande frutta, mentre in molti altri paesi dell’Europa Occidentale i succhi 100% sono la categoria di prodotti più consumata. Ciò dipende senza dubbio anche dal fatto che in Italia non si sono mai sviluppati a sufficienza alcune occasioni chiave di consumo, come ad esempio la prima colazione, che nei paesi alto-consumanti rappresenta, invece, il principale momento di consumo di succhi nell’arco della giornata, coinvolgendo , tra l’altro, tutte le classi di età.

Nell’ambito delle bevande al 100% di frutta erano state lanciate negli ultimi anni molte nuove proposte di frullati (freschi e uht) e si sperava che questa categoria potesse rivitalizzare il settore. Dopo una prima affermazione, però, questo segmento si è completamente fermato ed ora sta quasi per scomparire. In effetti c’è stato negli ultimi anni un grande sforzo di innovazione nell’offerta dei prodotti da parte dei principali operatori del mercato, ma l’innovazione e il potenziamento dell’offerta non si è tradotta finora in un aumento sostanziale della totalità dei consumi, ma più semplicemente in una variazione del mix venduto.

Il settore succhi e bevande naturali a base frutta in Italia, contrariamente agli altri settori del bere analcolico (acque e bibite), soffre anche di un basso sostegno promo-pubblicitario al consumo, quanto meno a livello dei media di massa (TV). Ciò dipende dalla grande frammentazione dell’offerta ed anche dal notevole peso che hanno le private label (oltre 35% dei volumi nella GDO).

Le vendite dei succhi e altre bevande frutta nella moderna distribuzione rappresentano intorno al’80 % delle vendite totali. Al livello di di mercato complessivo (moderno retail, + retai tradizionale, + horeca + vending) l’ultimo annuario Bevitalia di beverfood.com edizioni stima un volume complessivo di 740 milioni di litri nel 2014, pari ad un consumo pro-capite di 12-13 litri/anno. Per il 2015 si prospetta una chiusura in crescita a ca. 750 milioni di litri, che non è molto, ma è comunque incoraggiantem tenuto conto della caduta dei consumi dei precedenti tre esercizi.

a cura di Marco Emanuele Muraca – beverfood.com

Per una più ampia analisi del mercato e la rassegna completa dei produttori, distributori e fornitori specializzati si rimanda all’annuario settoriale Bevitalia 2015-16: www.beverfood.com/quantic/negozio/product/annuari-beverfood-cartacei/bevitalia/

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