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Il primo pensiero dedicato all’Emilia Romagna è quello per la comunità che ha subito i terribili terremoti del 20 e 29 maggio 2012 che hanno sconvolto il cuore del territorio del Sorbara, nella bassa modenese. Molte cantine hanno subito danni e le persone hanno passato lunghi mesi fuori di casa. A loro va la nostra ammirazione per la voglia con la quale si sono pian piano rimessi in moto. La solidarietà è stata tanta e le cantine cooperative sono state in prima linea accanto ai soci più colpiti come è nello spirito dei loro principi fondanti.

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Venendo all’Emilia Romagna dei vini proviamo a fare il racconto della doppia trama che attraversa tutta la regione con una storia che riguarda in parte anche noi. In questi anni abbiamo assistito a una specializzazione sempre più forte dei vari territori che hanno investito sui loro vini più tradizionali con un salto di qualità straordinario. La Romagna, per fare un esempio su tutti, si è concentrata sul Sangiovese arrivando a un livello di espressione che non ha precedenti nella sua storia. Accanto a vini più classici, che interpretano la coppia vitigno terroir in modo fedele, ci sono oggi produzioni che vanno in una direzione completamente diversa pensando a un consumatore meno colto e più emotivo nelle scelte. Questo fenomeno vale anche per altre produzioni, ad esempio per il Lambrusco. Ci sono Lambrusco di volume e grande suadenza che nulla hanno a che fare con la tradizione emiliana, ma che hanno un certo successo commerciale. Noi abbiamo cercato di avere una visione che andasse oltre il breve periodo, premiando la lettura più fedele dei territori, quella che secondo noi può esprimere qualità su lungo periodo. È una scelta filosofica che prende il concetto di buono e lo interpreta anche nel suo essere cultura.

In questo scenario è sempre più importante il ruolo delle cantine cooperative che proprio in virtù della grande quantità lavorata sono le custodi di un patrimonio di classicità che è necessario non disperdere. Questa identità, forse anche rifiutata a un certo punto, è oggi invece un tema strategico, un’opportunità per entrare nel contemporaneo del vino. Se questo ruolo è naturalmente delle cantine cooperative, ai piccoli produttori resta il compito di una lettura più puntuale e raffinata dei singoli territori. È un ruolo complementare a quello delle grandi produzioni, importante e strategico. In questa regione, finalmente, questa visione è patrimonio comune e si è compreso che per emergere ha bisogno del lavoro di tutti, piccoli e grandi insieme.

TRE BICCHIERI
Albana di Romagna Passito Regina di Cuori Riserva 2009 Gallegati
Lambrusco di Sorbara Del Fondatore 2011 Chiarli
Lambrusco di Sorbara Vigna del Cristo 2011 Cavicchioli
Mantignano Vecchie Vigne 2008 Il Pratello
Marzieno 2008 Fattoria Zerbina
Reggiano Concerto 2011 Medici Ermete
Romagna Sangiovese Superiore Ora 2011 San Patrignano
Sangiovese di Romagna I Probi di Papiano Riserva 2009 Villa Papiano
Sangiovese di Romagna Redinoce Riserva 2009 Balia di Zola
Sangiovese di Romagna Superiore Il Moro Riserva 2009 Villa Trentola
Sangiovese di Romagna Superiore Limbecca 2010 Francesconi Paolo
Sangiovese di Romagna Vigna del Generale Riserva 2009 Casetto dei Mandorli – Nicolucci

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