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Torna venerdì 16 aprile la giornata dedicata all’espresso italiano: per il secondo anno in tutta Italia sarà infatti Espresso Italiano Day 2010. Più di 3.500 bar che già servono una miscela qualificata dall’Istituto Nazionale Espresso Italiano regaleranno ai loro clienti un vademecum da portare sempre con sè. Uno strumento semplice ma utilissimo per evitare di prendere cattivi caffè e cappuccini. In totale ne saranno distribuiti più di mezzo milione, che riporteranno le caratteristiche dell’Espresso Italiano Certificato e alcuni consigli per valutare la professionalità del barista. Piccoli accorgimenti per garantirsi sempre un espresso e un cappuccino veramente appaganti.

“Anche quest’anno abbiamo scelto di regalare ai clienti un vademecum con le regole d’oro da seguire nella preparazione di espresso e cappuccino – ha commentato Gianluigi Sora, presidente dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano – Ripetiamo quindi il gesto dell’anno scorso perché ci rendiamo conto che, a differenza di altri settori come il vino, nel caffè c’è ancora scarsa cultura”. I bar che aderiscono alla manifestazione saranno facilmente individuabili perché riporteranno sulla porta il logo di Espresso Italiano Day 2009.

Entrando al bar a cosa si deve prestare attenzione in particolar modo? Innanzitutto alla pulizia delle attrezzature: la macchina e il macinino devono essere perfettamente in ordine. Troppo spesso si notano attrezzature sporche, le campane dei macinini presentano talvolta una patina giallastra di grasso ossidato, da non stupirsi se poi il caffè saprà di rancido. Si capisce se il bar lavora bene anche da altri dettagli: per esempio se il barista, quando prepara un espresso, svuota completamente il portafiltri dal caffè già usato: se non lo fa, e rimane quindi della polvere esausta nel portafiltri, l’espresso che scende nella tazzina saprà di cotto e bruciato. E a proposito di tazzina, questa deve essere calda. E’ sbagliato accatastare le tazzine sopra la macchina: vanno messe al massimo su due file. «Si tratta di dettagli apparentemente insignificanti, ma che ci danno la possibilità di valutare la professionalità del barista – ha chiarito Sora – Ed eventualmente di decidere di cambiare bar».

Ma come deve essere un espresso perfetto? «Si presenta alla vista con una crema di colore nocciola, tendente al testa di moro e distinta da riflessi fulvi. Questa crema ha una tessitura finissima, vale a dire che le sue maglie sono strette e sono assenti bolle più o meno grandi – racconta Luigi Odello, segretario generale dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano e professore di Analisi sensoriale in università italiane e straniere – All’olfatto ha un profumo intenso che evidenzia note di fiori, frutta, pane tostato e cioccolato, tutte sensazioni che si avvertono anche dopo la deglutizione, nel lungo aroma che permane per decine di secondi, a volte per minuti. Il gusto è rotondo, consistente e vellutato, l’acido e l’amaro risultano bilanciati senza che vi sia prevalenza dell’uno sull’altro e l’astringente è assente, o comunque di ridottissima percezione».

+info: Uff. stampa: Carlo Odello / Claudia Ferretti / Mila Scardigno (t) 030 397308 / 329 7941822 – –

Infoflash su Istituto Nazionale Espresso Italiano
L’Istituto Nazionale Espresso Italiano, di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine e macinadosatori e altri sodalizi che volgono la loro attenzione all’espresso di qualità, oggi conta 43 associati con un fatturato aggregato di più di 650 milioni di euro. Maggiori info: www.espressoitaliano.org

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